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Lusso: l’essenziale che sembra superfluo

Lusso: l’essenziale che sembra superfluo

Vini di qualità: intervista a Raimondo Romani, fondatore della G&R Wine AuctionAppuntamento fisso per i collezionisti e i cultori del buon vino, realtà meno nota agli appassionati ma non ai cultori, le aste sono il luogo dove trovare, degustare e aggiudicarsi le bottiglie più rare o di vecchie annate.
Luxgallery, ha incontrato Raimondo Romani uno dei fondatori, insieme a Flaviano Gelardini, della prima Casa d’Aste d’Italia specializzata in vino.
Stiamo parlando della Gelardini & Romani Wine Auction, realtà romana che dal 2002 a oggi è diventata punto di riferimento del panorama italiano, e non solo, grazie a 5 appuntamenti annuali ricchi di etichette blasonate e pezzi unici.

Quando nasce la Gelardini & Romani Wine Auction e com’è divenuta, nel tempo, un punto di riferimento nel settore?
La G&R Wine Auction nasce nel 2002, quando io e Flaviano Gelardini, entrambi attivi nel  mercato dell’arte e appassionati collezionisti di vino, ci incontriamo e ci rendiamo conto che il mercato del vino da collezione in Italia, a differenza di Inghilterra, Germania, Francia e Stati Uniti, non è supportato da alcuna Casa d’Aste commerciale che consenta, in chiaro, l’incontro fra domanda e offerta reali. Precedentemente all’attività della G.& R. Wine Auction, gli scambi nel mercato secondario del vino da collezione, in Italia, avvenivano solo in forma privata o attraverso sporadiche aste di beneficenza, che non riflettevano il rapporto reale fra domanda e offerta.

Siete stati subito attivi?
Dal concepimento, per così dire, della Gelardini & Romani Wine Auction alla nascita passano quasi 2 anni. Infatti, solo nel dicembre del 2004 viene pubblicato il primo catalogo e si svolge la prima asta nei saloni della Casina Valadier a Roma. Da quel momento, grazie alla frequenza delle aste che nel 2008 arriva a 5 per anno, alla natura commerciale che caratterizza l’attività della G.& R. Wine Auction, alle importanti aggiudicazioni, riportate sia dalla stampa enogastronomica che da quella finanziaria come Milano Finanza,  G.& R. Wine Auction è diventata il punto di riferimento per il mercato del collezionismo del vino in Italia.

Com’è organizzata la vostra attività?
L’attività, sinteticamente, si può distinguere in 3 fasi: la valutazione, la catalogazione e la vendita. L’attività inizia con la valutazione dei vini che sono affidati alla Casa d’Aste dai collezionisti, quindi si procede alla redazione del catalogo che, generalmente, viene pubblicato 3 settimane prima dell’Asta sia in forma cartacea che online; quindi si procede alla vendita, che avviene sempre in un luogo fisico, generalmente nella sede operativa della G.& R. Wine Auction in via F. Fuga 1/c a Roma.

Qual è il vino più pregiato che avete mai battuto all’asta?
Parlando di bottiglie da 0,75 una Romanée Conti DRC del 2005 per € 9.786,00, a maggio di quest’anno.

Ci può raccontare un aneddoto che ha reso un’asta davvero speciale?
Generalmente prima di ogni asta viene offerta una degustazione gratuita di alcuni vini presenti in catalogo. All’asta di marzo 2008 avevamo in degustazione dei Brunelli Riserva di Biondi Santi nelle storiche annate 1955 e 1964; il 1955, in particolare, è l’unico vino italiano che la rivista Winespectator ha annoverato fra i 12 migliori vini al mondo del secolo scorso. Ciononostante il pubblico era restio ad acquistarli perché timoroso sulla effettiva potabilità. Grazie al successo della degustazione, da quel momento le quotazioni di questi vini sono di nuovo in crescita e lo stesso Franco Biondi Santi ci ha telefonato per complimentarsi, definendoci “benemeriti del vino”.

Quali sono le caratteristiche che rendono un vino pregiato?
Il prestigio, tanto del produttore quanto dell’etichetta, quindi la qualità dell’annata, sono le prime caratteristiche che rendono un vino pregiato; ma all’interno di questa prima scrematura sono i punteggi elargiti dalle primarie guide del settore (esclusivamente Robert Parker e Winespectator) a trasformare un vino pregiato in “Collectibles” o “Super Collectibles”.

Come selezionate i vostri prodotti?
La fortuna di lavorare con i collezionisti è che la selezione avviene generalmente a monte ad opera loro.  Ovviamente cerchiamo di offrire cataloghi il più completi e profondi (in senso di vecchie annate) possibili; in ogni caso la qualità delle nostre aste è direttamente proporzionale alla qualità delle cantine che ci vengono affidate.

Qual è il profilo dei vostri acquirenti?
Possiamo dire in prevalenza maschi fra i 25 e i 50 anni, con un livello culturale decisamente alto ma con una capacità di spesa che varia moltissimo, da 100 euro fino a 30.000, con una media per singolo cliente intorno ai 3.000 euro ad asta.

Come si posizionano i vini italiani nel mercato internazionale?
I vini Italiani rappresentano ancora un piccolo segmento nella lunga lista dei vini “Collectibles” a livello mondiale. Lista da sempre dominata dai francesi, con 1er Cru di Bordeaux, seguiti a breve distanza dai vini di Borgogna, in grande ascesa già da qualche anno. D’altra parte, i vini italiani – principalmente Supertuscans e Baroli – si stanno facendo spazio nelle più importanti collezioni al mondo grazie all’ottimo rapporto qualità-prezzo che, a differenza dei Bordeaux ormai con i prezzi alle stelle, consente di attendere, per gli anni a venire, rivalutazioni molto interessanti.

Qual è il vino che ha in cantina di cui è più orgoglioso?
Il Masseto della Tenuta dell’Ornellaia.

Qual è la sua idea di lusso?
Lusso è concedersi, con semplicità e in buona compagnia, piaceri per noi essenziali che ad altri sembrano superflui.