x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Lo splendore degli abiti gioiello: intervista a Daniela Vezza

Pietre e tessuti naturali per una collezione che nell’attuale panorama della moda si presenta come un unicum

Il lusso e l’esclusività di un gioiello unita a un abito in materiali preziosi: è la prima collezione Daniela Vezza Couture, presentata in occasione di Milano Moda Donna. La stilista, con un passato da designer di gioielli, ha creato, per donne moderne, femminili e amanti della mondanità, abiti da sera e da cocktail arricchiti da veri e propri gioielli: una linea nuova nel panorama della moda odierno.

Luxgallery ha chiesto alla designer di illustrare la concezione della collezione e di parlare della sua esperienza creativa.

Come è andata la presentazione della tua prima collezione? Come è stata accolta?

Sono stata contenta: è stata apprezzata la diversità del prodotto nel mercato della moda che è composto da numerosi competitor. Sia la stampa sia i buyer hanno trovato la collezione originale: nel panorama della moda non c’era niente del genere, abiti corredati da veri e propri gioielli composti di vere pietre naturali. Queste si associano nella collezione ai tessuti altrettanto naturali: era un concetto che nella moda mancava. Si parla per lo più di accessorio e non di un vero gioiello di pietre naturali. È invece più bella una pietra che illumina la donna di naturale, di vero.
La donna che ama i gioielli non può che essere contenta di trovare un abito unito a un gioiello.
In questo mi richiamo alla moda degli anni Quaranta, un periodo in cui si vedeva il vero lusso. Il gioiello utilizzato nella moda era un gioiello autentico. È un uso, inoltre, che nella storia si ripresenta in varie epoche: Elisabetta I di Inghilterra usava farsi cucire perle vere sugli abiti, così come tanti altri reali e nobili usavano le pietre per ornare i propri abiti.

Perché hai deciso di creare una collezione couture dopo la tua esperienza nel campo della gioielleria? Come si incontrano moda e gioielleria nella collezione?

Ho guardato a cosa poteva mancare nel mondo della moda. Non c’era un brand che prendesse in considerazione il vero gioiello. Io parto dai gioielli e dai colori e poi penso all’abito. Per la collezione estiva hanno molta importanza l’ametista, il quarzo, il cristallo di rocca e l’onice. Dò anche molta attenzione alle stampe dei gioielli. Pezzi che ho creato, come un anello con acquamarina, sono stati stampati sopra il jersey.

A cosa ti ispiri per le tue creazioni? C’è qualche stilista, artista, periodo storico, paese che ammiri particolarmente?

All’arte. Passo l’estate presso un museo di arte contemporanea dove gli artisti costruiscono le loro opere. Mi ispiro soprattutto all’arte contemporanea e alla natura, dove sono immersa. Guardo anche alla storia del gioiello che ho approfondito con i miei studi.

Dove verranno distribuiti gli abiti e gli accessori della collezione? In punti vendita monomarca, in boutique selezionate, nella grande distribuzione?

Non ho ancora pensato a un monomarca. Ho uno showroom in Via Montenapoleone a Milano visitato da arabi, russi e persone che hanno un determinato concetto di lusso nel loro paese e che seguono molto il Made in Italy. Guardo per la distribuzione a negozi che hanno brand di lusso, visto che la collezione si rivolge al jet set internazionale.

Una volta deciso di creare una linea di abbigliamento e accessori hai trovato difficoltà nel produrla?

Per quanto riguarda i gioielli, mi appoggio a laboratori interni: sono stata avvantaggiata dal fatto che sia io sia mio marito siamo gioiellieri da generazioni. Per l’abbigliamento ho incontrato un produttore che si occupa di moda da diverso tempo. Ho a disposizione sarte molto brave che coprono gli ordini in tempi brevi. I miei abiti non sono veri e propri pezzi unici, ma ci si avvicinano molto: sono unici i gioielli, infatti, e grazie a questi un abito non può essere identico ad un altro.