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Intervista a Claudio Melis, chef di In Viaggio a Bolzano

Intervista a Claudio Melis, chef di In Viaggio a Bolzano
Nel centro storico di Bolzano, tra le città più affascinanti del Sudtirolo, si racconta la cucina dello chef Claudio Melis, di origini sarde, alla guida di In Viaggio – Claudio Melis Ristorante, insignito della sua prima Stella Michelin il 16 Novembre 2018 a Parma. Un palazzo storico, un vecchio portone di legno, un campanello da suonare. Inizia il viaggio…
“In Viaggio è cultura del cibo, è amore per la buona tavola; un inno all’ingrediente, un incessante movimento slegato dal suo contesto, ma che allo stesso tempo lo rappresenta e lo difende. In Viaggio non è il punto d’arrivo, ma è tutto ciò che ti porti via quando riparti”, si legge nel manifesto del ristorante stellato.
Chi è Claudio Melis?
«Un’artigiano del gusto. Un uomo curioso…»
Chef Melis, quale è la filosofia del suo ristorante?
«Pochissimi ingredienti soprattutto quelli ritenuti “poveri” esaltati al massimo del loro gusto e concentrazione. Il mio ristorante non vuole solo essere un luogo dove “consumare” un pasto ma vivere un’esperienza durante tutto il percorso partendo sin dalla prenotazione».
ristorante gourmet sudtirolo

Ha un piatto a cui è particolarmente legato?
«Più che un piatto sono legato al alcuni ingredienti, per esempio l’anguilla e i carciofi…»

Quale è il suo piatto preferito? Un piatto che le ricorda la sua infanzia?
«Sicuramente i “Ravioli di patate, menta e zafferano”, un evergreen della cucina di mia mamma che quando metto in carta vengono descritti come “Ravioli di casa mia”».

Ha un giovane chef under 30 che le piace?
«Sicuramente Oliver Piras ed Alessandra del Favero del Ristorante AGA di San Vito di Cadore, che di anni ne hanno rispettivamente  32 e 30. Fuoriclasse in purezza! E tra le altre cose, Oliver è sardo proprio come me!»
Cosa pensa della ristorazione italiana?
«Mai vissuto un periodo cosi prospero e di altissimo livello come in questi ultimi anni! La ristorazione italiana, oggi è sana, buona, etica e sostenibile!»

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