Dolce&Gabbana incorona la sfilata maschile autunno inverno 2021/2022 come omaggio alla generazione Z, alla quale si rivolge in prima istanza. Domenico Dolce e Stefano Gabbana amano incredibilmente le sfilate, il pubblico dal vivo, la tensione che si crea nel backstage a pochi secondi dall’inizio dello show. Il Covid-19, inevitabilmente, li ha privati di qualcosa di importante e a cui tengono molto: finché hanno potuto, hanno optato per eventi in linea con le suddette direttive sanitarie e norme di sicurezza. A luglio, ad esempio, hanno presentato la collezione uomo primavera/estate nel giardino dell’Humanitas, a Firenze. «La situazione è quella che è, e in più l’attacco a Capitol Hill di tre settimane fa ha reso tutto ancora più pesante. Non ci pareva il caso». «Noi siamo creativi che fanno e vendono moda: la moda è anche una reazione alla realtà, e questa realtà ci ha turbato. Perciò abbiamo preferito annullare qualunque presentazione».
Dolce e Gabbana: dal reale al digitale. Tutto mixato perfettamente in occasione dell’ultima sfilata uomo A/I 2021/2022
Un invito a «stare insieme» anche attraverso il mondo della moda. Domenico Dolce e Stefano Gabbana presentano la collezione maschile autunno inverno 2021-22 rivolta alla Z Generation. Tratti particolari di questa generazione 3.0? L’universo digitale e social. Il titolo ovviamente, Together, ovvero stare insieme, mettere insieme, attraverso la moda ed i suoi infiniti linguaggi e modalità comunicative. Together-Insieme è un invito alla coesione e alla collaborazione. Soprattutto all’interno di una realtà che è mutata improvvisamente: dal distanziamento sociale all’invasione di invasati sovranisti nel Congresso degli Stati Uniti d’America.
La collezione DGTogether racconta il punto di vista sul mondo di Domenico e Stefano
La collezione DGTogether racconta il punto di vista sul mondo di Domenico Dolce e Stefano Gabbana proprio in questo particolare e controverso momento. In cui la realtà si può “solo” osservare attraverso il web e i social media. «I giovani per noi sono una fonte inesauribile di ispirazione, la loro libertà d’espressione e spontaneità sono il punto di partenza verso una nuova realtà creativa – spiegano i i due stilisti –. Nella collezione sono presenti tutti i codici di Dolce&Gabbana, il suo Dna, letti in chiave moderna, raccontati con un nuovo linguaggio e proiettati al futuro. Le parole chiave? Libertà, nuove generazioni, social network, individualità».
Dolce e Gabbana: Tiziano Ferro e DJ Khaled tra gli ospiti virtuali
L’ultima collezione uomo autunno inverno 2021/2022 porta il nome di #DGTogether, ultimo prodotto fulcro della visione sul mondo odierno di Domenico Dolce e Stefano Gabbana. La sfilata è visibile sui loro canali dal primo febbraio: uno show senza precedenti con look portati all’estremo per stupire anche da remoto, un enorme schermo a fare da sfondo alla sfilata, su cui sono stati proiettati i videomessaggi degli ospiti che sarebbero dovuti intervenire di persona. Da Gwen Stefani a Tiziano Ferro e DJ Khaled, e un finale con esibizione “dal vivo” (si fa per dire) di Sia. Inoltre lo show è visibile per la prima volta pure sulla piattaforma di shopping online Farfetch, attraverso cui sarà possibile preordinare in esclusiva alcuni dei look. «Una delle poche cose buone di questi mesi di blocco è che si possono tentare nuove vie per arrivare a un pubblico diverso; è quello che stiamo facendo qui», affermano i due stilisti.
Il pensiero va ai giovani della generazione Z
Dolce&Gabbana lavorando ad una collezione presentata da remoto, ha pensato in prima battuta ai più giovani, a come vivono gran parte della loro vita sociale attraverso i loro social, tra TikTok e Twitch e a come considerano l’abbigliamento e di conseguenza, la moda. «Quello che amiamo di più di questa nuova generazione è la loro completa apertura: non si pongono limiti, non si fanno problemi, non hanno preconcetti. E amano la moda. In questi mesi la loro camera da letto è diventata il loro palcoscenico in cui vestirsi ed esibirsi, senza remore. In loro rivediamo noi stessi quando giovanissimi, a cavallo tra gli anni 70 e gli 80, eravamo pronti a spendere cifre folli pur di vestirci Versace o Montana. La passione è la stessa».
Dolce&Gabbana: la collezione uomo A/I 2021/2022 un connubio perfetto tra convivenza di stili e la scoperta di nuove realtà
La collezione diventa un connubio perfetto che da una parte conduce alla convivenza di stili e dall’altra alla proposta di nuove realtà. «L’ispirazione alle nostre origini sartoriali è ormai implicita: deve essere così». Ma è proprio per questo che il valore del «fatto a mano» riscopre indissolubilmente il suo valore. Dagli abiti sartoriali ottenuti con le lavorazioni patchwork di tessuti gessati agli altri check tipici della sartoria maschile. Come ad esempio le giacche con i bottoni in madreperla, oppure l’abito sartoriale composto da un patchwork di velluti lisci colorati. Non solo: maglieria fatta a mano, cardigan bouclé, piumini dorati con piccoli boxer in paillettes altrettanto dorate. Cappotti e giacche caratterizzate da bordature di cristalli e il pied-de-poule con il vinile che forma un giaccone.
«Anche questo è un modo per rispecchiare il modo di vestirsi delle nuove generazioni: per questo alcuni modelli sono truccati con ombretti e rossetto, o indossano stivaletti da donna con il tacco. Non abbiamo imposto nulla, lasciando ai ragazzi (tra di loro molti italiani di prima generazione, ndr) piena libertà; loro stessi hanno scelto per sé quei look, e vedendoli prima della passerella era chiaro quanto fossero a loro agio, e quanto poco gli interessasse per chi fossero in origine quei pezzi». Il finale? Da lasciare senza fiato. Una pelliccia di piume bianche, che colpisce anche da remoto. «È un omaggio a Lenny Kravitz. Negli anni 90 era venuto a Milano ospite di una nostra sfilata. Voleva per forza mettere una pelliccia colorata, ma noi non ne avevamo in collezione. Alla fine lo abbiamo portato in boutique per fargli provare l’unico modello che rispondeva alle sue richieste: era da donna, gli andava stretto, le maniche gli finivano a metà braccio, ma lui era felicissimo. E aveva ragione, stava benissimo».