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Daniela Dessì e il profumo della tradizione

Daniela Dessì e il profumo della tradizione

Intervista alla soprano Daniela Dessì si conferma uno dei soprani più importanti degli ultimi tempi con la consolidata carriera internazionale. Oggi pomeriggio, 8 aprile 2010, alle 18.00 andrà in scena agli Amici del Loggione e lo scorso 19 febbraio ha presentato a Milano un CD dedicato alle più belle arie di Giacomo Puccini prodotto da Universal.

Genovese di nascita, in quasi trent’anni di carriera e grazie a una tecnica impeccabile e a un istinto drammatico eccezionale, Daniela Dessì ha collaborato con i direttori più autorevoli della sua generazione, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Zubin Mehta, Lorin Maazel, per citarne solo alcuni,  e con registi di fama internazionale, come Franco Zeffirelli, Luca Ronconi, PierLuigi Pizzi, Roberto de Simone, Giorgio Strehler

Luxgallery ha incontrato la soprano Dessì a poche ore prima del debutto al Loggione e ci siamo fatti raccontare la storia di una vita di successo.

Quando ha iniziato  a cantare? ha intuito subito che quella sarebbe stata la sua strada?
Ho iniziato a cantare molto presto intorno agli 11 anni ma lo studio vero e proprio del canto è iniziato a 15. Fin dal primo momento in cui ho intuito di avere una voce lirica importante, ho desiderato di fare del canto la mia professione e già sognavo di calcare i più importanti palcoscenici del mondo.

E quando ha capito di aver realizzato il suo sogno?
La carriera di un artista è sempre in divenire deve essere basata su una ricerca continua . Comunque certamente la prima volta in cui mi sono resa conto di  avere realizzato il mio sogno artistico è stato quando dopo il debutto fui chiamata dal maestro Riccardo Muti a cantare con il complesso della Scala alla Berliner Philarmoniker, l’auditorium dove aveva diretto per anni Herbert von Karajan. Da quel momento la mia carriera è cambiata.

Qual è lo scenario musicale italiano in questo momento? Ci sono giovani promesse nel campo lirico?
Purtroppo lo scenario lirico italiano in questo momento e per motivi finanziari è abbastanza critico, teatri italiani importanti devo ridurre molto le proprie programmazioni  e questo ovviamente crea disagio e scontentezza nel pubblico e infinita tristezza in noi artisti che vediamo la patria dell’opera, l’Italia, diventare a livello musicale sempre più piccola e privata dei fasti e della tradizione canora che la distingueva. Comunque  non mancano le voci giovani che sono il futuro dell’opera . Cantanti con grande entusiasmo e passione.

A che artista si ispira?
Non mi ispiro a nessun cantante. Ho sempre cercato di lavorare sulla mia di personalità. Posso dire che la cosa che ho sempre fatto è stata di cercare di capire il pensiero artistico di alcuni artisti importanti come Callas o Ponselle…per riuscire a rendermi conto quale fosse il cammino giusto per arrivare ad essere un’artista completa.

Qual è l’opera che la emoziona di più?
Dirne una sarebbe ovviamente impossibile e restrittivo, ce ne sono alcune che mi hanno dato molto come Tosca, Butterfly, Aida ultimamente Norma e, all’inizio della mia carriera, tutto il repertorio settecentesco e belcantista.

Come mai un cd dedicato a Giacomo Puccini?
Ho dedicato la gran parte della mia maturità artistica  a cantare le opere di Puccini, attraverso la mia esperienza belcantistica ho cercato di riconsegnare al repertorio Pucciniano e verista  una credibilità musicale  fatta di rispetto per le dinamiche desiderate dai compositori che negli anni erano state un po’ bistrattate da alcuni interpreti. L’anno scorso ho registrato una produzione interamente dedicata a Verdi, quest’anno a Puccini, entrambi miei due grandi ispiratori. Il mio CD vuole essere un doveroso tributo al Grande Maestro Lucchese, che attraverso le sue eroine più importanti mi ha permesso di realizzare un sogno artistico e altresì mi ha permesso di esserne una riconosciuta interprete in tutto il mondo.

Qual è il teatro/ palcoscenico che più l’ha colpita?
Adoro tutti i teatri del mondo, il loro profumo di tradizione, certo se proprio devo fare dei nomi: La Scala, per il mito che rappresenta, il San Carlo di Napoli, il Regio di Parma, Wienerstaatsoper di Vienna  il Metropolitan di New York  e certamente il Liceu di Barcellona, alcuni fra i molti che amo.

Come ci si prepara alla messa in scena di un’opera lirica?come influisce il rapporto fra musicisti o con il regista?
Normalmente la messa in scena di un’opera è sicuramente il momento più creativo, si lavora con il regista e il direttore d’orchestra molto strettamente per cercare di creare insieme qualche cosa di bello a seconda dei desideri di ognuno. Il rapporto con il regista per quel che mi riguarda è sempre stato di assoluta collaborazione, il regista ha un’idea che normalmente discute ed elabora con l’artista. L’importante nel rapporto con il regista è che egli sia rispettoso del canto e della musica.

Opera lirica è anche scenografia e costumi…chi è il suo stilista preferito?
Amavo tantissimo la moda di Gianni Versace e mi piace molto Cavalli.

Quali vizi si può concedere una soprano di successo?
Vizi veramente pochi, dormire un po’ di più degli altri, e qualche volta mangiare la pasta, noi dobbiamo mangiare la buona e sanissima pasta.

Francesca Zottola

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