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Al via il polo della calzatura di lusso

Al via il polo della calzatura di lusso

Intervista a Emanuela BarillaNasce un nuovo modello di business nel mondo della calzatura.
Infatti Gldc è la prima società di licensing della calzatura di lusso. Fondata da Galvano Landi di Chiavenna (l’acronimo del suo nome è il nome dell’azienda), alla scadenza dell’accordo che la legava al marchio Alessandro Oteri, l’azienda si è evoluta in una nuovissima e innovativa formula di business.

Il progetto è ambizioso e articolato, infatti offre alle griffe un pacchetto di servizi che prevede una struttura produttiva (dai prototipi alla produzione industriale) che si appoggia a diversi calzaturifici dislocati nei distretti di Parabiago, Vigevano e della Riviera del Brenta, un’attività integrata di marketing, comunicazione e merchandising e una distribuzione esclusiva a livello mondiale, con campagne vendita internazionali, presenza negli showroom nei luoghi strategici della moda e del lusso e partecipazione alle più importanti fiere (Première Classe a Parigi, FFANY a New York e altre).

“Mi piace – spiega Emanuela Barilla, socia di Galvano Landi di Chiavenna nell’avventura Gldcpartecipare a questo “esperimento”. Ho investito in questa azienda per diversificare, il mio mestiere è fare la pasta. E comunque mi diverte entrare in un mondo che, fino a oggi, conosco come cliente. Il prodotto della mia azienda è molto popolare e, devo dire, che mi interessa ascoltare le problematiche di chi si produce “il lusso””.

Il primo accordo del nuovo corso è stato stretto con Guillaume Hinfray, brand emergente di calzature di lusso unconventional. A sottolineare l’impegno l’apertura del primo intimate shop della griffe normanna a Milano, nella centralissima via Cerva.

Una boutique innovativa in bilico fra il salotto di casa e gli ambienti tipici newyorkesi post industriali che ricrea la casa milanese di Marco e Guillaume. I giovani designer che si sono occupati del restiling, Fabio Frattini e Cesare Invernizzi, hanno scelto uno stile “non finito” fatto di parenti imbiancate a calce grezza, strutture espositive in lamiera ossidata e lampadine sospese. La boutique è anche un atelier per mostre di giovani artisti emergenti.

Perché lei è entrata in questa avventura?
Mi piace l’idea di poter offrire un’opportunità a chi se lo merita, di dare la possibilità a qualcuno di esaudire il sogno di una vita.

Dopo Guillaume Hinfray, avete altre mire?
Stiamo trattando per l’acquisizione di altri marchi. Vogliamo diventare un polo del licensing per la calzatura di lusso ma non è facile trovare brand che soddisfino questa esigenza qualitativa.

Quali altre novità riguarderanno Gldc?
Stiamo valutando la possibile acquisizione, dopo l’estate, di un calzaturificio nostro. Infatti non vorremmo cadere ostaggio di quelle realtà produttive che preferiscono accontentare prima quei committenti che fanno grossi numeri.

Alessandra Iannello

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