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Intervista ad Alessandro Oteri

Intervista ad Alessandro Oteri

Il sarto della calzaturaDalla Regina d’Olanda a Madonna, le scarpe di Alessandro Oteri sono delle vere e proprie opere di ingegno creativo e manualità accurata che vengono indossate da un pubblico sempre più trasversale ed eterogeneo, ma sempre accomunato dalla passione per le cose ben fatte.

E pensare che Alessandro è un economista mancato poiché ha nel cassetto una laurea in economia messa da parte quando la sua anima creativa ha preso il sopravvento. Infatti Alessandro alla fine del corso universitario decide di rimettersi in gioco cominciando a collaborare con un importante calzaturificio vigevanese, dove impara a costruire una scarpa come un’opera d’arte. Un giorno, dal promontorio di Portofino, disegna una scarpa seguendo quel profilo a onda, con la suola (realizzata in cuoio di bufalo) pennellata di blu, che diventerà la prima scarpa firmata Alessandro Oteri.

“Il mio stile – spiega Alessandro – è profondamente ispirato dalla mia terra: riproduce la stessa semplicità, gli stessi colori, luci, forme, come il promontorio di Portofino”. La prima collezione Alessandro Oteri viene presentata nel 2005. Le scarpe sono artigianali, fatte a mano da maestri di Parabiago che impiegano oltre 300 passaggi per realizzare ogni scarpa, classiche ma contemporanee, chic senza tempo, femminili, su misura. Alessandro si aggiudica così l’appellativo di “sarto della calzatura”: non più l’ennesimo designer moda, ma l’artigiano calzolaio di lusso con un grande amore per ogni dettaglio.

Dopo solo un anno Alessandro apre il suo atelier nella centralissima via Cerva a Milano, dove, all’ombra della Madonnina, le clienti possono richiedere scarpe tailor made, personalizzate, scegliendo i materiali, i colori e le forme che preferiscono. Ma la svolta all’attività di Oteri si ha nel 2009 quando Emanuela Barilla decide di diversificare e investire nel vero made in Italy artigianale e acquisisce una quota della Alessandro Oteri, insieme al manager di fiducia Galvano Landi di Chiavenna.

Galvano Landi, amministratore unico della società, appartiene a una dinastia nobiliare che risale al 1200, ubicata nelle zone del ducato di Parma e Piacenza: il sodalizio con la Barilla, anch’essa emiliana, rappresenta proprio la comunione tra industria e nobiltà italiana, dove la tradizione, l’artigianalità, l’amore per il made in italy sono i valori fondanti.

Quale sarà il nuovo corso di Alessandro Oteri?
A livello stilistico nulla. Invece ci sarà una grande svolta per quanto concerne la commercializzazione e il marketing. Infatti a breve si aprirà uno showroom a Firenze, uno a Parigi e uno a Mosca. Inoltre abbiamo iniziato a partecipare alle manifestazioni fieristiche. Per la prima volta siamo stati al Micam di Milano e il prossimo febbraio andremo a New York al FFanny.

Ci saranno novità anche a livello di prodotto?
Si, verrà ampliata la linea di borse e a breve nasceranno le collezioni di pelletteria, foulard e ombrelli. Inoltre editeremo delle limited edition che saranno in vendita solo in alcuni mercati e che avranno ispirazioni tipiche di quel paese.

Per seguire queste nuove strategie cambieranno le filosofie produttive?
Assolutamente no. La manualità che da sempre caratterizza la nostra produzione rimarrà invariata. Stiamo ampliando la struttura produttiva che rimarrà comunque formata da artigiani.

Alessandra Iannello

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