
Le mostre della settimana
L’11 aprile 2012 il mondo dell’arte contemporanea torna ad avere una delle location più attive degli ultimi anni.
Infatti, riapre le porte ai visitatori Hangar Bicocca con spazi rinnovati, una nuova immagine e due progetti espositivi: NON NON NON, la prima retrospettiva dedicata agli artisti visivi Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e un’inedita versione dell’installazione Shadow Play di Hans-Peter Feldmann.
I quindicimila metri quadrati dello spazio, affidato alla direttrice Chiara Bertola e al curatore Andrea Lissoni, offriranno aree più funzionali per le attività espositive e culturali: dal nuovo spazio dedicato ai bambini alla parete multimediale interattiva, dall’area polifunzionale per workshop e conferenze al rinnovato ristorante-caffetteria. I programmi saranno rivolti a un pubblico ampio, da coinvolgere in iniziative collegate all’arte, che dovrà essere accessibile e comprensibile a tutti.
Tra le altre novità, ci saranno gli orari dilatati anche nella fascia serale (dalle 11 alle 23), la gratuità, le attività educative continuative, la presenza di personale preparato a spiegare i temi presenti in mostra, il materiale visivo, informativo e divulgativo creato con una veste grafica rinnovata.
Chi si recherà all’HangarBicocca per visitare le mostre, potrà ammirare, come sempre, le installazioni permanenti I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer e La Sequenza 1971 di Fausto Melotti.
Ma veniamo alle mostre inaugurali, che saranno aperte l’11 aprile e si potranno visitare dal 12 aprile al 10 giugno 2012.
L’installazione dell’artista tedesco Hans-Peter Feldmann, Shadow Play (2002-2012) è un’opera di riferimento nella storia dell’arte contemporanea, riallestita appositamente per l’occasione a cura di Chiara Bertola. L’esposizione di Shadow Play in HangarBicocca si colloca nell’ambito di un progetto più ampio che intende rendere i capolavori dell’arte contemporanea, presentati in circuiti internazionali, accessibili ad un ampio pubblico, non solo di addetti ai lavori. L’evento espositivo si pone, infatti, in concomitanza con l’apertura della grande mostra di Hans-Peter Feldmann alla Serpentine Gallery di Londra (dall’11 aprile al 3 giugno).
Shadow Play è un’installazione complessa, un tavolo lungo 20 metri costellato da piedistalli girevoli su cui volteggiano oggetti e figure di varia natura, da giocattoli a piccoli elettrodomestici. Le luci a faretto illuminano le figure, proiettando le differenti ombre sulla parete bianca retrostante. Il risultato visivo è lirico e nostalgico al tempo stesso: un teatrino delle ombre capace di narrare infinite storie.
NON NON NON, è invece, la mostra personale di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, interpreti indiscussi della cultura artistica del XX e XXI secolo, attenti osservatori della storia e della contemporaneità. La rassegna, a cura di Andrea Lissoni con Chiara Bertola, è la prima retrospettiva di installazioni e di opere dei due artisti visivi, attivi a Milano dagli anni Settanta, molto apprezzati nel panorama internazionale per la capacità di lavorare al confine tra arte e cinema sperimentale.
Coppia nel lavoro e nella vita, architetto di origini armene lui, pittrice italiana lei – allieva di Kokoschka – lavorano i film come progetti d’arte, con uno sguardo profondamente attuale. Si servono di materiale d’archivio che analizzano e rifilmano con la “Camera Analitica” di loro invenzione, ribaltandone il significato e il senso comunicativo, difendendo il messaggio etico e il valore senza tempo della libertà.
La mostra riunisce sette installazioni video del percorso artistico di Gianikian e Ricci Lucchi, presentate per la prima volta contemporaneamente in un allestimento concepito e realizzato ad hoc. Nell’ambito della rassegna sono presenti inoltre dei disegni ad acquerello inediti, tra cui un rotolo di carta lungo 15 metri su cui gli artisti hanno rappresentato antiche favole armene raccontate dal padre di Yervant Gianikian.
Inoltre, il 17 maggio è prevista una serata con proiezioni di film in 16 mm, una performance di cinema espanso con la diffusione di “film profumati” (celebre performance di Gianikian e Ricci Lucchi negli anni ’70) e una conversazione con gli artisti.