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Notte degli Oscar: Joaquin Phoenix omaggia il fratello River, morto 23 anni per overdose

Notte degli Oscar: Joaquin Phoenix omaggia il fratello River, morto 23 anni per overdose

Durante la Notte degli Oscar i protagonisti della cerimonia tirano sempre fuori il meglio di loro. Specialmente quando sono i vincitori delle tanto ambite statuette e dedicano lunghi discorsi ai loro cari. A vincere l’Oscar come Miglior Attore Protagonista nella 92esima edizione dello spettacolo è stato Joaquin Phoenix per la parte di Arthur Fleck in Joker, diretto da Todd Phillips. Il lungo discorso di ringraziamento termina con un dolce ricordo in memoria del fratello River, morto a 23 anni.

Brad Pitt Oscar 2020: il discorso di ringraziamento tra le lacrime

Joaquin phoenix

Joaquin Phoenix, il dolce ricordo del fratello River

La famiglia di Joaquin Phoenix è molto numerosa infatti l’attore è il terzo di cinque figli assieme a River, Rain, Liberty e Summer. La passione per la recitazione, fin da tenera età, era condivisa col fratello più grande, River. River Phoenix inizia a recitare piccole parti sin da bambino, il vero successo arriva con la pellicola Stan by me – Ricordo di un’estatdel regista Rob Reiner su soggetto di Stephen King. Nel corso della sua adolescenza River diventò una vera star del cinema soprattutto tra i teenagers.

River Phoenix

River Phoenix tra fama e dipendenza

River iniziò a ricevere proposte contrattuali da due milioni di dollari e circa 34 mila lettere di fan al mese. Non pronto a questa ondata di popolarità, River iniziò a far uso di droghe e alcool. La notte tra il 30 e il 31 ottobre 1993 River muore al Viper Room, locale di Jhonny Depp, agonizzante tra le braccia del fratello Joaquin per overdose di eroina e cocaina. La telefonata di Joaquin al 911 fu registrata e ritrasmessa da varie trasmissioni radio e TV. 

Il discorso di Joaquin Phoenix alla Notte degli Oscar

Joaquin Phoenix trattiene a stento le lacrime mentre ringrazia l’Academy e tutto lo staff di Joker. «Mi sento così grato in questo momento. Non mi sento superiore rispetto agli altri candidati o a chiunque altro in questa sala, perché condividiamo lo stesso amore: quello per il cinema. E questa forma di espressione mi ha regalato una vita straordinaria. Non so dove sarei senza. Sono stato un cattivo per tutta la vita. Sono stato egoista, a volte crudele, una persona difficile con cui lavorare. E sono grato che molti di voi in questa sala mi hanno dato una seconda possibilità. Credo che è proprio questo il nostro meglio: quando ci supportiamo a vicenda. Non quando ci annulliamo per errori passati, ma quando ci aiutiamo a crescere. Quando ci educhiamo a vicenda, quando ci guidiamo verso il riscatto. Questo è il meglio dell’umanità. Quando aveva 17 anni mio fratello ha scritto queste parole: “Corri in soccorso con amore, e seguirà la pace”.»