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Settimana Bianca: sulla cima del Kilimanjaro…

Viaggi proposti da African Explorer

Chi ama vivere la neve con escursioni che non lasciano nulla ai tipici divertimenti invernali, al posto delle Alpi e delle regioni più tradizionali per la settimana bianca, come quelle del Quebèc o della Finlandia, può scalare le vette più alte dell’Africa. Oltre a essere un’occasione magnifica per osservare il continente dall’alto, nel suo più completo splendore, è anche un modo per mettersi alla prova in un viaggio faticoso ma certamente indimenticabile.
Tre itinerari che portano sulle cime africane più alte e famose sono stati ideati da African Explorer. Il primo porta sul Kilimanjaro, che nella lingua locale significa ‘montagna brillante’, icona dell’Africa per la sua cima perennemente innevata, il secondo sul Mount Kenya, massiccio vulcanico di rara bellezza, con cime che superano i 5.000 metri, posto proprio lungo la linea dell’Equatore.
Il terzo, infine, arriva al punto più alto del Rwenzori, in Uganda sui Monti della Luna, monte di cui si è celebrato nel 2006 il centenario della prima ascensione della sua vetta realizzata da Luigi Amedeo di Savoia, quando la sua spedizione portò alla definitiva conoscenza di una montagna fino ad allora rimasta misteriosa, nascosta da una coltre di nubi che ne aveva sempre gelosamente celato il profilo.

Kilimanjaro
Due sono le vie per raggiungere la vetta: la Marangu che dispone di accoglienti rifugi per il pernottamento o la Machame, la più bella, facile e solitaria ma che richiede un giorno in più e la sistemazione sotto tende igloo d’alta montagna.
La via Marangu attraversa la fascia della savana alberata e della brughiera per attraversare la ‘Grande Stella’. La ripida e difficoltosa salita lungo la falda detritica porta, infine, a Gillman’s Point sul bordo del cratere (5685 m.). Se le condizioni fisiche e il clima lo permettono, si prosegue per la Punta Uhuru, il punto più alto del continente africano (5895 m.).

Dopo aver attraversato una vasta area di foresta tropicale, la via Machame passa nella fascia della savana alberata e della brughiera, giungendo al di sotto del terzo cratere del massiccio (3690 m.). Salendo ancora, dopo varie tappe si arriva alla vetta più alta, Punta Uhuru (5895 m.).

Mount Kenya
Dopo alcuni preparativi per il trekking, si parte da Naro Moru con un veicolo 4×4 per raggiungere la Sirimion Valley (3000 m.). Si raggiunge poi la Liki North Valley per proseguire lungo un sentiero a mezza costa che arriva alla Mac Kinder Valley (4670 metri). Si sale ancora fino a giungere alla Punta Lenana (4985 m.) e ridiscendere verso valle sul versante occidentale. Viaggiando lungo la Teleki Valley, si raggiunge la Meteo Station (3000 m.) e, da qui, nella stagione secca, si ridiscende con il 4×4, per far ritorno comodamente a Naro Moru. Per i più avventurosi e tenaci, che vogliono raggiungere la Punta Batian, la più alta del massiccio, con una scalata tecnica, invece di scendere, ci si sposta verso la Austria Hut (4790 m.).

Rwenzori
L’itinerario ha inizio da Kasese e si raggiunge in macchina Nyakalenjia (1615 m.) per iniziare la spedizione a piedi nella valle del fiume Makubu. Seguendo un tratto acquitrinoso, si risale poi attraverso la lunga e profonda valle del fiume Bujuku per giungere alla Punta Margherita (5.109 m.). Una volta conquistata la cima non resta che scendere superando prima il Passo Scott Elliot (4372 m.) e poi raggiungendo il Rifugio Kitandara (4027 m.). Si risale fino al Passo Frenshfield (4280 m.), per iniziare poi la discesa verso la valle del fiume Mobuku, ricca di vegetazione fino a fare ritorno al punto di partenza.

Per informazioni:
African Explorer:
Tel: + 39 02 43319474
[email protected]
www.africanexplorer.com