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6 – Bolgheri Doc

6 – Bolgheri Doc

Sassicaia e non solo
Una Doc che oggi non ha bisogno di presentazioni. Conosciuta anche dal grande pubblico, in pochi anni si è conquistata un posto d’onore tra i grandi vini internazionali. Per lungo tempo Bolgheri è stata famosa per i suoi cipressi decantati dal Carducci. Da queste parti il vino, come in tutta la Toscana, si è sempre fatto, ma con l’occhio puntato più sulla quantità che sulla qualità.

Poi, a metà del secolo scorso, la grande sfida lanciata dal Marchese Mario Incisa della Rocchetta. Nel 1944, iniziò a “sperimentare”, piantando, i primi vigneti di Cabernet. Una vera rivoluzione per l’epoca: vitigni internazionali, piantati a pochi passi dal mare, zona da sempre considerata poco adatta per coltivare la vite, e vini vinificati con metodi francesi. Erano i primi vagiti di quel grande vino che prenderà il nome di Sassicaia. Un vino che verrà messo sul mercato, con la famosa etichetta, nel 1968. Il resto è storia dei nostri giorni. Già a metà degli anni ’80, il Sassicaia entra a far parte del gotha dei grandi vini internazionali, tracciando la strada ad altre aziende che presto iniziarono a produrre vini basati sullo stesso modello vincente. Erano “semplici” vini da tavola, ma ben presto diventarono famosi, in tutto il mondo, come i Supertuscan.
Una definizione che dava importanza ai vini, ma che non metteva in evidenza il territorio. Finalmente, nel 1994, il riconoscimento della Doc Bolgheri e della sottozona Sassicaia.

Oggi la Bogheri Doc è una denominazione famosa e riconosciuta, anche ai “non addetti ai lavori”, ma non conosciuta fino in fondo. Se è vero che Bolgheri è sinonimo di grandi vini rossi, non bisogna dimenticare che da queste parti si producono anche importanti vini bianchi, ottenuti in prevalenza con Vermentino, vinificato in purezza o in uvaggio con Sangiovese Blanc e Viognier. Senza dimenticare i vini rosati che da queste parti vantano una tradizione lunga ed importante quasi quanto quella dei grandi Rossi. Una tradizione radicata fin dagli anni ’70, quando era famosa la produzione del “Rosè di Bolgheri” degli Antinori.

Nel Bolgheri Rosso e nel Bolgheri Rosso Superiore, il disciplinare lascia molta libertà ai produttori, i quali possono decidere di produrre i propri vini utilizzando Cabernet Sauvignon (fino all’80%), Merlot (fino al 70%), Sangiovese (fino al 70%). Un aspetto che se da un lato non consente di ottenere un unico “stile Bolgheri”, dall’altro dà spazio alle aziende per creare vini con un proprio carattere ben riconoscibile. Volendo tracciare un tratto comune, la maggior parte dei Bolgheri Rosso Superiore sono generalmente prodotti con blend di Cabernet (Sauvignon e Franc) e Merlot, spesso accompagnati da Syrah e Petit Verdot. In alcuni casi ritroviamo il Sangiovese, come parte del blend. Non ancora compresi nella Bolgheri Doc, importanti vini “monovarietali”, come il Masseto ed il Messorio (Merlot 100%), o come il Paleo (Cabernet Franc 100%). Ma si spera che una prossima modifica del disciplinare possa arricchire il già ricco patrimonio di questa importante denominazione.

Le vacanze estive possono essere un’ottima occasione per visitare almeno una di queste importanti cantine e scoprire che, oltre ad i grandi Rossi, i già menzionati Bianchi e Rosati, più difficili da trovare nelle enoteche cittadine.

I Bolgheri Bianco si presentano freschi, fragranti e con un ricco corredo aromatico. La maggior parte è vinificata in acciaio, per esaltare maggiormente gli aromi tipici dei vitigni. Vini ideali per accompagnare piatti di pesce, carne bianca, e verdure fresche. Ma non mancano interessanti vini che fanno un passaggio in barrique, più adatti per piatti più complessi, come il pesce al forno, al cartoccio, i crostacei alla griglia oltre a piatti di carni bianche e pollame.
Sorprendenti i Bolgheri Rosati. Realizzati con gli stessi vitigni del Bolgheri Rosso, si distinguono per la loro freschezza e per i profumi fruttati e ben si sposano con i piatti della cucina tipica della costa.
Infine, ma non meno importante, il Bolgheri Vin Santo Occhio di Pernice, ottimo con i formaggi erborinati, come Roquefort e Stilton.

Il disciplinare.
La zona di produzione del Bolgheri DOC è racchiusa nel comune di Castagneto Carducci, limitatamente ai territori ubicati ad est della S.S. Aurelia
Il Bolgheri Bianco è ottenuto da uve Trebbiano Toscano (10-70%), Vermentino (10-70%), e Suvignon (10-70%) con eventuale aggiunta di altri vitigni. Sono previste le tipologie Bolgheri Vermentino e Bolgheri Sauvignon, realizzati con gli omonimi vitigni presenti per almeno l’85%. La gradazione alcolica minima è del 10%.
Il Bolgheri Rosso è prodotto con uve Cabernet Sauvignon (10-80%), Merlot (max 70%), Sangiovese (max 70%). La gradazione alcolica minima è del 11%. È prevista la tipologia superiore per i vini invecchiati per almeno due anni dei quali almeno uno in botti di rovere e che presentino una gradazione alcolica minima del 12%.
Il Bolgheri Rosso sottozona Sassicaia è prodotto con Cabernet Sauvingnon (min 80%) ed eventuali altri vitigni a bacca rossa (max 20%). Deve invecchiare almeno due anni dei quali 18 mesi in botti di rovere e 6 mesi in bottiglia. Gradazione alcolica minima del 11,5%.
Il Bolgheri Rosato è ottenuto con gli stessi vitigni del Rosso.
Il Bolgheri Vin Santo Occhio di Pernice è realizzato con Sangiovese (50-70%), Malvasia Nera (30-50%) ed eventuali altri vitigni a bacca rossa (max 30%).

Nel bicchiere.
Come già accennato, la Bolgheri Doc raccoglie vini alquanto diversi tra loro. Difficile quindi tracciare un profilo unico in termini di colore, profumi ed aromi. Ogni vino ha caratteristiche peculiari che vale la pena di affrontare singolarmente in articoli dedicati ad ognuno di essi. Ci limitiamo quindi ad indicare le temperature di servizio. I Rossi si servono in ampi bicchieri bordolesi, ad una temperatura tra i 16-18° per i vini più giovani e meno strutturati, e tra i 18-20° per i vini più importanti, per i Superiore e per la sottozona Sassicaia.
I Bianchi si servono in bicchieri a tulipano ampio, ad una temperatura di 8-10°. Stesso bicchiere, per il Bolgheri Rosato, ma con una temperatura tra i 12-14°. Infine il Bolgheri Vin Santo Occhio di Pernice, che predilige bicchieri a tulipano svasati ed una temperatura di 12-14°.

A Tavola.
Inutile dire che i Rossi, soprattutto il Superiore, si abbinano in modo perfetto con importanti piatti di carne, dagli arrosti, alla selvaggina, dal maiale al cinghiale. Il corredo tannico di questi vini chiama piatti con salse di cottura, riduzione e quant’altro.
I Bianchi, sono perfetti con i piatti di pesce, in particolare con le ricette più importanti e “robuste” non adatte ad altri vini bianchi. In particolare il Bolgheri Bianco vinificato in barrique è ideale con i pesci più grassi o cucinati con intingoli.
Il Vin Santo Occhio di Pernice, sposa tutta l’ampio ventaglio della pasticceria secca, ma è con i grandi erborinati che si esprime al meglio.

Aziende & Etichette.
– Antinori: Bolgheri Superiore Guado al Tasso, Bolgheri Rosso Il Bruciato, Bolgheri Vermentino Tenuta Guado al Tasso, Bolgheri Rosati Scalabrone.
– Ca’ Marcanda: Bolgheri Rosso Ca’ Marcanda,
– Campo alla Sughera: Bolgheri Superiore Arnione, Bolgheri Bianco Achenio, Bolgheri Rosso Adèo.
– Ceralti: Bolgheri Rosso Alfeo, Bolgheri Vermentino
– Fornacelle: Bolgheri Rosso Zizzolo
– Grattamacco: Bolgheri Superiore Grattamacco, Bolgheri Bianco Grattamacco.
– Le Macchiole: Messorio e Paleo (entrambi IGT), Bolgheri Rosso.
– Michele Satta: Bolgheri Superiorie I Castagni, Bolgheri Rosso Piastraia,
– Tenuta dell’Ornellaia: Masseto (IGT), Bolgheri Superiore Ornellaia.
– Tenuta di San Guido: Bolgheri Sassicaia Sassicaia.

Danilo della Mura