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Uova di Pasqua, la tradizione

Uova di Pasqua, la tradizione

Da Fabergè ai maestri chocolatier contemporaneiCon la Pasqua alle porte non si può non cogliere l’occasione per raccontare le tradizioni legate al dolce più amato da grandi e piccini.

Offrire uova pasquali decorate è un’usanza secolare, che simboleggia l’immortalità, la resurrezione, la prosperità e il risveglio della primavera.

Da un’antica tradizione, nascono le meravigliose creazioni in cioccolato di alcuni maestri chocolatier italiani, i migliori al mondo, che sono preziose come le mitiche uova di Carl Fabergè, quelle che il gioielliere parigino realizzò in oro e argento, con pietre dure e smalti per deliziare la corte degli zar.

Già nell’antichità, secondo i culti pagani, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo. Le uova erano il simbolo del ritorno della vita: non a caso nella Roma dei Cesari si usava dire “Omne vivum ex ovo”. Anche i Greci, i Cinesi e i Persiani si scambiavano uova per le feste primaverili, gli egiziani lo facevano durante l’equinozio di primavera. Con l’avvento del Cristianesimo le uova divennero simbolo della Risurrezione e l’usanza si accentuò nel Medioevo, prima del banchetto si mangiavano uova benedette in Chiesa.

La tradizione di offrire uova decorate con elementi preziosi si affermò nel XIV secolo: Edoardo I d’Inghilterra acquistò 450 uova decorate e rivestite d’oro da regalare ai suoi ospiti.

Le uova decorate più famose sono certamente quelle del maestro orafo Peter Carl Fabergè che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro III la richiesta di realizzare un regalo speciale per la zarina Maria Feodorovna.
Ispirandosi alle uova di cioccolato con simpatica sorpresa, già allora molto diffuse in tutta Europa, Fabergè creò un uovo di platino smaltato che si apriva per rivelarne un più piccolo d’oro, che a sua volta conteneva un pulcino d’oro e pietre e una miniatura della corona imperiale. La zarina fu così contenta del dono che Fabergè fu nominato gioielliere di corte e incaricato di realizzare un uovo unico e prezioso ogni anno.

La creazione di queste meraviglie, immediatamente copiate in cioccolato dai pasticcieri di tutta Europa, occupava un anno intero.
Le uova Fabergè divennero un vero must per un regalo di Pasqua esclusivo.
Quello del 1900, per esempio, era decorato da una fascia di metallo con inciso l’itinerario della ferrovia e conteneva un minuscolo treno d’oro.

Oggi se si vuol donare qualcosa di simile alle meraviglie di Fabergè bisogna rivolgersi ad alcuni grandi maestri chocolatiers che proseguono la tradizione avviata da Francesco I di Francia, destinatario del primo uovo con sorpresa: era di legno, ricoperto di preziosi intagli con scene della passione di Cristo.

Il primo uovo in cioccolato fu invece donato al Re Sole, amante del lusso e delle raffinatezze. L’usanza fiorì in particolare nel XIX secolo, epoca in cui a Torino fiorì una vera e propria scuola di chocolatiers specializzati nella creazione di uova di decorate, grandissime e stupefacenti.

La tradizione prosegue nel Terzo Millennio: gli artigiani di alto livello si contano ormai sulle dita di una mano ma sono presenti in tutta Italia.

Katia Ferri Melzi d’Eril