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Quesito fashion: perchè le modelle e i modelli non sorridono mai?

Quesito fashion: perchè le modelle e i modelli non sorridono mai?

Perché i modelli non sorridono mai?

“Una persona sembra più bella quando sorride”.  A quanto pare, la scrittrice e drammaturga Frances Hodgson Burnett, aveva le idee chiare riguardo questa espressione. E come darle torto, il sorriso è una delle armi più seducenti ed intriganti dell’essere umano. Dolce, positivo, a volte dotato di un tono di arroganza, ma pur sempre accattivante . Sul tanto e adorato “sorriso” hanno scritto milioni di aforismi, che possiamo leggere quotidianamente su social e internet… Ma non solo: pubblicità, campagne stampa, libri, e chi più ne ha, ne metta! Gli studi dentistici, oramai, pullulano di persone che vogliono il tanto e bramato sorriso dei propri sogni! Perchè sorridere, è la cosa più bella che esista, e come sembrerebbe; rende ancora più belli. Sarà realmente così?  Perchè se così fosse, i modelli ( che per antonomasia rappresentano il concetto di bellezza come criterio assoluto) dovrebbero sorridere in ogni occasione. Nella realtà delle cose, però, all’interno di shooting fotografici e fashion show, gli “dei della bellezza” non sorridono “quasi” mai. Il motivo?

Il top model italiano Fabio Mancini

“Non sorridi. Non sorridi e basta “

“Non sorridi. Non sorridi e basta!” ha prontamente affermato la modella Ty Ogunkoya, a Parigi durante la settimana della moda, in occasione della ripetitiva domanda” Perchè i modelli durante la catwalk sono sempre così seri?”. Si potrebbe affermare “come se fossero arrabbiati” o peggio ” come se gli fosse accaduto poco prima qualcosa di fastidioso o comunque poco desiderato”. Il senso comune, infatti, desiderebbe veder sfilare modelli più gioiosi e positivi, al contrario dei visi, talvolta, seri e corrucciati.

Victoria's Secret Fashion Show 2016 in tv: Irina mostra il pancino
Victoria’s Secret Fashion Show 2016 in tv: Irina mostra il pancino

Non tutte le sfilate sono uguali, e talora, soprattutto durante le passerelle commerciali di intimo e costumi da bagno, vediamo modelli molto più solari e sorridenti ( come nel caso celeberrimo del fashion show di Victoria’s Secret con protagonisti i tanto e amati angeli sorridenti). Ma come più volte ho già trattato in diversi miei articoli, fashion e commerciale sono due universi distinti per la clientela a cui propongono le proprie collezioni. Per cui, il fatto di “non sorridere” riguarda soprattutto il mondo dell’high Couture.

Indossano i vestiti più belli e più cari del mondo, ma le loro facce sono sempre annoiate!

Sono bellissime o bellissimi, indossano abiti da sogno, per i quali in molti farebbero follie, pur di averli o indossarli anche solo per una serata…eppure…. i loro visi sembrano impassibili, vuoti, o meglio; annoiati. Espressione del tipo ” mi è morto il gatto la sera prima” si affermerebbe in gergo comune. Alcuni modelli, hanno sguardi più decisi, altri semplicemente sembra che si siano appena alzati dal letto. Classica espressione da chi vuole “spaccare il mondo” del “bello e irragiungibile”, oppure ” di chi non sente per nulla la pressione e comunica espressioni facciali anonime”. Queste le alternative che ci offre la tanto e sognata “alta moda”, ma che, ahimè non ci regala quasi mai un sorriso! Da parte dei suoi protagonisti indiscussi ovviamente…

Giorgio Armani RTW Spring 2019

“Non dimenticare mai che sono i vestiti che stanno guardando e non le modelle”

Come ho spiegato precedentemente in altri articoli, soprattutto nell’universo dell’alta moda; si dà molta più attenzione agli abiti che sfilano in passerella piuttosto che alle modelle. Proprio per questo, la maggior parte di loro risultano anonime, molto magre, senza espressività, se non quella di vestire l’abito e valorizzarlo al meglio. “L’abito, appunto, non la modella”. Quest’ultima funge solo da ausilio, solo il mezzo per portare il vestito e farlo vedere agli addetti ai lavori e agli spettatori della catwalk. Non siamo più nell’epoca delle “Heroine chic“…purtroppo!  Così è stato raccomandato a Victoire Macon Dauxerre, ex modella per Celine nei suoi dieci anni di carriera, di non concedere mai un sorriso in passerella.

“Ho sfilato per tutti, e nessuno mi ha mai chiesto di sorridere”, ha detto all’Afp. “Per essere onesti, sarebbe stato strano se lo avessi fatto. Quando cammino penso a qualcosa di triste, come quando il mio gatto è morto, investito da un autobus”. Così ha aggiunto Klara, una modella slovacca di 19 anni.

modelle e modelli

Ma è davvero necessario che le modelle siano così tristi?

“Non dimenticare mai che sono i vestiti che stanno guardando e non le modelle”, così è stato raccomandato Victoire Macon Dauxerre, ex modella per Celine e Alexander McQueen, di cui ho citato sopra. Nel suo libro, “Never Thin Enough” (Mai abbastanza magra), racconta che è stata esortata a “mai, mai sorridere”.  “E’ così, non si fa e basta”. Ha raccontato che la sua agenzia ha spiegato a tutti come ottenere il perfetto “sguardo assassino altezzoso”: fare cadere un pò “il mento e alzare gli occhi al tempo stesso”. “Il divieto a non sorridere è chiaro, vogliono mostrare i vestiti e non le nostre facce. Se abbiamo un sorriso attiriamo l’attenzione sulle nostre facce e non sui vestiti”.

“La moda per i modelli “senza espressione” è in realtà molto recente”

La storica della moda Lydia Kamitsis ha spiegato che non è stato sempre così. “La moda per i modelli senza espressione è in realtà molto recente”, ha detto la studiosa e risale al successo dei designer giapponesi Yohji Yamamoto e Commes des Garcon nei primi anni 1980. “Questo è stato anche il periodo delle top model (Cindy Crawford, Imam e Elle Macpherson), che avevano molta personalità ed è stata una reazione contro questo,” ha affermato. “Nel 1960, quando le collezioni erano presentate come spettacoli, spesso le modelle sorridevano, ridevano e ballavano sentendo la musica. Ora, invece, camminano come appendiabiti. E’ tutta una questione per cancellare la loro identità... i vestiti sono degli stilisti”.

“I vestiti sono degli stilisti”

“Le modelle degli anni ’50 sorridevano tutto il tempo, in realtà erano tipo bambole viventi”, ha aggiunto. “Con l’emancipazione e con stilisti come Yves Saint Laurent si è andati verso un look androgino, e le donne sono diventate più maschili e potenti”.

“Vogliono volti più neutri e corpi per mostrare il loro lavoro. Non vedono più le loro modelle come un ideale di bellezza. Questo è qualcosa che il pubblico non ha capito bene. Qualche volta, iconoclasti come lo stilista francese Jean Paul Gaultier mandano in passerella modelle sorridenti.
Diverse modelle sono apparse raggianti anche alla sfilata di Paul Smith”. “Non ho detto loro di sorridere”, ha detto lo stilista britannico all’agenzia di stampa Afp, dopo. “Non ho niente contro il sorridere. Se i vestiti le rendono felici, sorridano” ha osservato.

Con l’ultima espressione: “Se i vestiti le rendono felici, sorridano”, mi auguro che abbia presto inizio una nuova era fashion, dove le modelle possano esprimere la propria e unica identità, che non deve essere per forza conformata a quella di nessun altra! Perchè “un giorno senza un sorriso, è un giorno perso”.