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Premio Strega Giovani 2016 a Rossana Campo

Con il libro “Dove troverete un altro padre come il mio”
Fabio Genovesi passa il testimone alla genovese Rossana Campo.

E’ lei la vincitrice della terza edizione del Premio Strega Giovani, un’iniziativa promossa dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci.

L’autore più votato dalla giuria composta da oltre 500 ragazzi, provenienti da 50 scuole secondarie superiori distribuite in Italia e all’estero (Berlino, Bucarest, Parigi), è stato proclamato il 13 giugno a Palazzo Montecitorio alla presenza della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini.

Il nome di Rossana Campo, in concorso con “Dove troverete un altro padre come il mio” (Ponte alle Grazie), è stato scelto da ragazzi e ragazze di età compresa tra i 16 e i 18 anni raccolti in gruppi di lettura di dieci per scuola. Gli studenti hanno letto le dodici opere concorrenti al LXX Premio Strega e votato telematicamente. Alla vincitrice sarà consegnato un assegno di 3mila euro nel corso della serata conclusiva del Premio Strega di venerdì 8 luglio, che per la prima volta sarà ospitata dall’Auditorium Parco della Musica di Roma e non di giovedì per non scontentare gli appassionati di calcio che non vogliono perdersi neanche una partita degli Europei di Francia.

Ecco come la studentessa Olimpia Porcella del Liceo Scientifico “Francesco d’Assisi” di Roma motiva il suo voto al romanzo della Campo: “la storia è bella perché è una storia senza filtri. Padre e figlia si ritrovano nel mondo della parola, della scrittura che non ha paura di chiamare le cose con il loro nome, di strappare il velo di convenzioni e di falsi moralismi”.

Chiudiamo con qualche riga tratta dalla quarta di copertina del volume vincitore del Premio Strega Giovani 2016, in vendita dallo scorso 3 settembre: “Rossana Campo, ancora una volta senza infingimenti e con lo stile dirompente e difforme che caratterizza la sua produzione letteraria, ma mettendosi in gioco forse più che in ogni altro suo libro, racconta qui il rapporto con Renato, il padre amatissimo e difficile scomparso di recente; o meglio con le molteplici figure, spesso contraddittorie, che Renato ha incarnato lungo tutta la sua vorticosa esistenza: il maestro di vita che fin da piccola esorta la figlia a rifuggire ogni forma di condizionamento e ipocrisia, ma anche l’irresponsabile che per niente e nessuno si separerebbe dalla sua amica più fidata: la bottiglia; l’individuo gioviale e irriducibilmente ottimista, ma anche l’attaccabrighe, dominato da una rabbia incontenibile; e ancora lo zingaro che non sopporta alcuna imposizione e non riconosce alcuna autorità, il contaballe prodigioso, il casinista indefesso, il terrone orgoglioso in un Nord che lo respinge… in una parola un essere infinitamente vitale e tremendamente fragile. Ne emerge un racconto, magari spudorato, ma proprio per questo di rara autenticità, della parte più profonda di sé”.

Dove troverete un altro padre come il mio