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Mozzarella e vino, ed è subito estate

Mozzarella e vino, ed è subito estate

Regole su come mangiarla esaltandone il gusto
Regina di tutti i piatti estivi. Preparata nell’immancabile caprese, con pomodoro, basilico ed un goccio di olio (rigorosamente Extra Vergine d’Oliva e, soprattutto, italiano). Oppure “nature”, senza niente, servita semplicemente nel piatto, intera e non affettata.
È la Mozzarella di Bufala, alimento semplice, ma che richiede alcune, altrettanto semplici, regole.

Innanzitutto la conservazione. Meglio mangiarla, fresca, uno o, al massimo, due giorni, dall’acquisto, rigorosamente a “temperatura ambiente”. Mai servire una mozzarella proveniente direttamente dal frigo. Normalmente, per periodi brevi di conservazione, la mozzarella può essere conservata fuori dal frigo, in una busta chiusa, totalmente coperta dal proprio siero. Se proprio non si può fare a meno di mettere la mozzarella in frigo, tirarla fuori almeno quattro ore prima di servirla.

Altro dettaglio non secondario è il modo di servizio. Nonostante il piacevole effetto scenico, la mozzarella non deve essere servita già affettata: il “sugo” della mozzarella, si perde nel piatto e la fetta di mozzarella, dopo poco tempo, tende a “asciugarsi”. Per apprezzare al meglio una mozzarella, servirla intera, in un piatto separato da eventuali contorni, e tagliarla al momento di metterla in bocca.

Infine, ma non meno importante, il grande dilemma che “attanaglia” gli appassionati della Mozzarella di Bufala: qual è il migliore vino da abbinare?
Una risposta, autorevole, arriva da Napoli, dalla Città del Gusto del Gambero Rosso, dove è stato eletto il vino “sposo ideale” per la Mozzarella di Bufala.

È il Lupi Terrae annata 2008 prodotto dall’importante azienda Borgo delle Oche, nel territorio del Friuli Grave.
Un vino ottenuto con uve Friulano (35%), Malvasia Istriana (35%) e Verduzzo Friulano (30%). Un vino che nel bicchiere si presenta con bel colore giallo paglierino intenso, seducente al naso con sentori di frutta matura, miele e note agrumate.
In bocca, il Lupi Terrea si distingue per la complessità, la mineralità, la sapidità e per la “grassezza”, oltre per la ben equilibrata speziatura. Un vino che è il frutto di un grande territorio, ma anche il risultato di un sapiente lavoro in cantina. Le uve Friulano e Malvasia Istriana sono raccolte e pressate separatamente dopo una macerazione di poche ore. Il mosto, dopo essere stato decantato, fermenta in vasche d’acciaio, a temperatura controllata di 15° C, e affinato sulle fecce per circa 12 mesi. Le uve di Verduzzo, dopo la raccolta e la pigiatura, sono poste a macerazione a freddo per 24 ore e poi pressate in maniera soffice. Il mosto fermenta in barrique francesi ed affinato sulle fecce per circa 12 mesi. Da servirsi a 13 – 14 ° C.

 Lupi Terrae annata 2008 Borgo delle Oche

Tra gli altri vini in selezione, menzioni speciali sono state assegnate al Bardolino Chiaretto Classico 2010 di Cantina Caorsa, allo Spumante Rosato Metodo Classico 2010 (100% Negretto) dell’azienda Erioli, all’Alborea 2010 di Casale Certosa, al Trebbiano Notari 2010 di Nicodemi e al Cerasuolo Terra d’Aligi 2010 di Spinelli.

Di seguito gli altri vini finalisti.
Blanc de Morgex et La Salle 2010 – Ermes Pavese.
Costa da Posa di Volastra Cinqueterre 2010 – Cantina Sociale Cinqueterre.
Trevigne Dolcetto Monferrato 2010 – azienda Franco Mondo.
Magnificentia Franciacorta Docg Saten – Uberti;
Profilo Oltrepò Pavese metodo classico 1996 – Picchioni.
Vial Adige Weißburgunder/Pinot bianco 2010 – Cantina Caldaro.
Melograno 2007 – Podere Concori.
Ciprea Pecorino di Offida 2010 – Azienda Vitivinicola Capecci.
Fiano 2010 – Valle dell’Asso.
Greco 2010 – Statti.
Don Luca Nero D’Avola Contessa Entellina 2010 – Cantina Entellano.
Canayli Vermentino di Gallura 2010 – Cantina Gallura.

Danilo della Mura