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Mipel 2011, i numeri del comparto pelletteria

Mipel 2011, i numeri del comparto pelletteria

La borsa griffata sbaraglia al’esteroSono ancora una volta le griffe a trainare la ripresa del comparto pelletteria ecco il trend direttamente dal Mipel 2011.

In particolare è l’export che in certi paesi cresce in maniera esponenziale. Basti dire che il sell out di abbigliamento femminile, che è quello che guida la crescita della pelletteria, in paesi dell’Asia e della Russia ha registrato incrementi del 30-40%.
Hong Kong, Singapore, Turchia, Corea del Sud e tutti i paesi “oil rich” sono aumentati in maniera esponenziale. Si tratta di marchi dell’alto di gamma griffato ma anche di brand meno noti al grande pubblico che operano nelle nicchie del lusso accessibile.
Questo per il mondo pellettiero significa tutto l’indotto, specialmente toscano, che fa riferimento a questi marchi.
“Stanno andando bene – dice Mauro Muzzolon, direttore generale di Mipelle aziende che hanno saputo innovare non solo nel prodotto ma anche nelle strategie di marketing e di produzione“.

Infatti il quadro complessivo della prima parte dell’anno conferma in modo ancor più marcato rispetto al 2010 che il settore sta vivendo una fase di assestamento a due velocità, con imprese dinamiche e competitive nella fascia alta di mercato e dall’altra realtà produttive in sofferenza strutturale, accentuata in quest’ultimo periodo dall’incertezza della congiuntura economica. Quindi, una netta dicotomia caratterizza il settore che si divide tra produzione di lusso e di lusso accessibile e i suoi terzisti e quella con offerta unbrandend o con una debole connotazione d’immagine. Quest’ultima si pone così in diretta concorrenza con i prodotti d’importazione rispetto ai quali non ha i margini di competitività in termini di prezzi finali.

Locomotiva export

In questo scenario assume un significato del tutto particolare il dato concernente l’export che è cresciuto, tra gennaio e maggio, del 28% superando gli 1,6miliardi di euro. Il prezzo medio è cresciuto del 21% e questo conferma l’interesse per i prodotti di fascia alta. Il trend è ribadito dalla più elevata dinamica della richiesta di prodotti in pelle (+36%) rispetto al sintetico (+13%). Anche in volumi l’export cresce di quasi il 5% con punte nel segmento delle borse donna (+11%) e della piccola pelletteria (+21%).
Nello specifico il fatturato estero delle borse donna ha superato il miliardo di euro (+31%) per oltre 24milioni di pezzi venduti a un prezzo medio di 43 euro che tocca l’apice di 135 euro per gli articoli in pelle. Buono anche l’andamento della piccola pelletteria (+29%), delle cartelle da lavoro (+28%) e degli articoli da viaggio (+25%).
Tutti i mercati importanti per il settore hanno registrato valori positivi tranne Grecia e Croazia. Buona la ripresa del Giappone(+19%) che ha mostrato una vivacità che non si riscontrava da tempo. Molto positive anche le vendite negli Stati Uniti (+34%) che raggiungono così un fatturato di 128milioni di euro. Pur rimanendo primaria la quota export assorbita dall’Unione Europea, si sta delineando una nuova configurazione geografica delle esportazioni con l’affacciarsi di nuovi mercati e il consolidarsi di alcuni sbocchi commerciali fino a oggi di seconda linea. Il settore sembra stia riuscendo a cogliere opportunità di crescita che sono emerse da Paesi più lontani geograficamente e culturalmente come Cina (+78%), Hong Kong (+54%), Singapore (+59%), Corea del Sud (+35%)ed Emirati Arabi (+40%).

“La Cina – continua Muzzolonè ormai obbligata ad aprire alle merci straniere e cercherà sempre più prodotti con alto contenuto qualitativo e moda. Questo è il mercato più importante fra i quelli nuovi ma è anche il più difficile”.
Nell’Europa dell’Est, la ritrovata dinamicità dei consumi interni in Russia, ha consentito di confermare i miglioramenti evidenziati alla fine dello scorso anno con un fatturato che cresce dell’11%. Gli effetti della delocalizzazione produttiva ha generato un forte incremento dell’export in Slovenia che, grazie a un balzo del +90,4%, è quasi raddoppiato.

Import low level

L’import dei prodotti in pelle è cresciuto, nei primi cinque mesi dell’anno, del 17,7% in fatturato e del 5,6% in volume e, nonostante una dinamica di crescita meno marcata rispetto a quelli in pelle, i prodotti in sintetico generano un flusso in valore pari al 65%. Nel particolare con oltre 377milioni di euro le borse donna crescono dell’11 e, tra queste, con 228milioni di euro, quelle in sintetico sono il segmento produttivo di maggior incidenza nel mix degli acquisti. Per quanto riguarda la provenienza la Cina rimane il primo fornitore (375milioni di euro il giro d’affari) seguita da Francia (129milioni) e Svizzera (40milioni).

In Italia si comprano borsette

A fine giugno il volume degli acquisti di pelletteria da parte delle famiglie italiane ha segnato un +0,1% in volume e un +1,2% in spesa. In soldoni significa che la spesa delle famiglie per l’acquisto di pelletteria è ammontata, nel semestre, a poco meno di 800milioni di euro di cui 493milioni sono stati impiegati per acquistare borsette, le cui vendite sono cresciute del 2,9% in valore.

Alessandra Iannello