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Laura Biagiotti: addio alla mecenate, imprenditrice e donna di gusto, una vita votata alla bellezza

Laura Biagiotti: addio alla mecenate, imprenditrice e donna di gusto, una vita votata alla bellezza

Ci ha lasciati Laura Biagiotti: una donna unica la cui storia merita di essere raccontata

Volete sentire una storia di successo ma anche piena di bellezza? Allora la vita di Laura Biagiotti vi incanterà. La grande firma della moda italiana si è spenta da poche ore dopo due giorni di agonia dopo aver festeggiato 50 anni di carriera. Iniziamo dall’inizio di quest’avventura quando una giovanissima Laura si laurea in archeologia cristiana presa la Sapienza di Roma, un amore per la città eterna che non si incrinerà mai, al punto da titolare alla capitale la sua linea di profumi che celebrano la sua bellezza immortale. Ed è proprio grazie ai proventi di queste fragranze che è stata restaurata la Scala Cordonata del Campidoglio di Michelangelo e riportate al splendore originario le fontane di piazza Farnese: fulgido esempio di mecenatismo moderno.

La madre di Laura Biagiotti, Delia, che sulla via Salaria aveva una sartoria già rinomata, si era occupata di vestire le hostess di Alitalia; da lì è partita la scalata al mondo dell’alta moda. Quel contesto fu la perfetta palestra per cogliere le inclinazioni e i gusti della facoltose clienti e declinarli su scala internazionale. A soli 22 anni, nel 1965, fonda insieme a Gianni Cigna – che diventerà anche suo marito –  Biagiotti Export, società atta ad esportare i suoi capi di alta moda all’estero. Seguirono la fondazione ufficiale del marchio, le sfilate e l’incoronazione del NY Times che la definì “regina del cashemire” per via della sua predilezione per i filati pregiati. Nella campagna fuori Roma, a Guidonia, rilevò il Castello Marco Simone, le cui parti più antiche risalgono all’anno 1000, lo restaurò e lo rese la residenza ufficiale di famiglia nonché sede dell’azienda. Lì si dedicò a un’altra sua grande passione e business: ovvero il golf.

Ad affiancarla dopo la morte del marito nell’impresa di famiglia è stata la figlia, Lavinia, che dal 2005 è diventata amministratore delegato del brand. Del bianco la Biagiotti aveva fatto la sua bandiera, una tinta che l’ha sempre affascinata ed ha incarnato meravigliosamente la sua idea di eleganza. Aveva presentato, a febbraio, la sua collezione autunno-inverno 2017-2018, ispirata ad Alberto Burri e Antonio Canova dichiarando: Li ho scelti perché rappresentano bene la collezione, dove coesistono la destrutturazione tipica delle opere di Burri, come i cretti, e la pulizia di forme e tessuti, che richiama la perfezione delle sculture di Canova. Sia chiaro però: non è alla perfezione che aspiro, né penso debbano farlo le donne. Dobbiamo invece abituarci alle contraddizioni, il dualismo del sé è tipicamente femminile.