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Intervista a Uwe Zimmerman

Intervista a Uwe Zimmerman

Polo: torna su Luxgallery Allegra NasiDa oggi Luxgallery torna a ospitare i contributi di Allegra Nasi sul polo, sport di grande fascino ed esclusività. Dopo aver raccontato, lo scorso anno, le regole, la storia, i campioni, i tornei, il jet set e molto altro di ciò che ruota intorno al polo, ora Allegra presenta una serie di interviste/ritratti di protagonisti di questo mondo.

Natura, cavalli, adrenalina e intensità; un mondo unico quello del polo. Un mondo la cui eleganza salta subito all’occhio, ma che sotto alla superficie nasconde molto, molto di più. Patron, professionisti, groom, pubblico, sponsor, organizzatori: sono gli attori di questo grande spettacolo; i personaggi che, con parole loro, racconteranno della grande passione che li lega; la passione per un magnifico animale, per un gioco, per uno stile di vita.

Proprietario del polo club La Estancia, a Budapest, Uwe Zimmerman ha fatto di questo sport e di tutto ciò che lo circonda, la sua vita. Oltre a diverse cariche – Presidente del Polo Club Ascona e Vice Presidente del Polo Club di Salisburgo – e a un coinvolgimento attivo nell’organizzazione di diversi eventi internazionali, Uwe è anche un giocatore appassionato e di talento.

Quando è incominciata la tua avventura con il polo?
Ho incominciato negli Anni ‘90 e ci è voluto poco per rendermi conto di quanto fosse divertente. La combinazione di potenza, strategia e gioco di squadra, i bellissimi cavalli e la stimolante vita sociale, mi hanno subito catturato.

Come definiresti questo gioco e questo stile di vita?
Il gioco è divertente, pericoloso. Lo stile di vita, pur essendo elegante ed esclusivo, rimane tutto sommato semplice. Questo mondo non è fatto solo di feste e location magnifiche, ma anche di momenti di profonda tranquillità: un allenamento al mattino presto, guardare i cavalli nei loro paddock al tramonto, un asado – la tipica grigliata Argentina – con gli amici dopo le partite e, adesso che hanno incominciato a giocare anche i miei figli, partecipare a gare con la squadra di famiglia. Siamo davvero fortunati a potere vivere in questo modo.

Uno sport pericoloso; hai avuto incidenti?
Sì, come la maggior parte dei giocatori di polo, anch’io ho avuto qualche incidente. Poco dopo avere incominciato, per esempio, mi sono rotto una gamba; indubbiamente doloroso, però da quella esperienza ho imparato molto.

Uno sport intenso e complesso; come ti prepari?
Mi alleno in palestra e cerco di avere uno stile di vita sano e attivo e poi, chiaramente gioco il più possibile, sia in Europa che negli Stati Uniti e in Argentina.

Che programmi hai per la stagione 2010?
Ho una stagione molto piena: ho incominciato con gare su neve in Slovacchia e Polonia e poi su sabbia, in Germania. Il primo grande evento su erba è stata la Basthorst Polo Cup nel nord della Germania, che sarà seguito da tornei ad Amburgo, Praga, Budapest, Vienna e Ascona, in Svizzera, dove stiamo organizzando la prima edizione di un evento che sarà indubbiamente clou della stagione. A luglio giocherò in Usa, a Santa Barbara e Los Angeles, e al mio rientro parteciperò alla VON Cup a Salisburgo. Infine, settembre sarà dedicato a giocare con mia moglie e i miei figli.

C’è chi dice che il polo sia una metafora della vita e che insegni molto…
È vero: come nella vita, non ci si deve mai arrendere. Un esempio? Nell’ultimo match giocato, dopo il secondo tempo stavamo perdendo 6 a 1, abbiamo tenuto duro e alla fine abbiamo vinto 8 a 7. È uno sport logisticamente molto complesso – basti pensare che un team si sposta con una ventina di cavalli e uno staff di almeno tre o quattro persone – e questo insegna a essere organizzati. Altre lezioni? Apprezzare la vita ed essere sportivi: certo, vincere è bello, ma non è tutto, e anche quando in campo sale la tensione e si litiga, non ci si può scordare della sportività.

Quale caratteristica deve avere un buon giocatore?
È fondamentale sapere fare gioco di squadra.

E per finire, come descriveresti:
Il colpo perfetto:
Soddisfazione.

Amonia con il cavallo:
Una sensazione indescrivibile.

Galoppare a massima velocità lungo il campo, con la palla,  verso la porta avversaria… da soli:
Adrenalina.

Vincere un ride off (durante un ride off, due giocatori si affiancano, si appoggiano l’uno contro l’altro e cercano, di peso, di vincere la giocata, ndr)
Rischio calcolato.

Una buona performance in campo:
Gratificante.

Una performance insoddisfacente:
Un’opportunità per migliorare.

Fare parte di un gruppo così elitario:
Una grande fortuna, ma mai dimenticarsi delle proprie origini.

Allegra Nasi