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Intervista a Bianca Gervasio

Intervista a Bianca Gervasio

Nuovo direttore creativo di Fragiacomo
E’ notizia di qualche giorno fa che Bianca Gervasio, giovane e super talentuosa stilista pugliese, è diventata il nuovo direttore creativo di Fragiacomo.

Dopo anni di studi, prima a Trani e poi a Milano, e tanta gavetta che l’hanno portata a diventare direttore creativo di Mila Schon a soli 27 anni, oggi Bianca è pronta ad affrontare una nuova ed entusiasmante avventura mettendo a disposizione di un brand di tradizione, tre caratteristiche che da sempre la contraddistinguono: creatività, visione e stile.

Capace di far convivere nelle sue creazioni estro e concretezza, Bianca Gervasio negli anni ha saputo conquistare critica e pubblico attraverso collezioni esatte e costruite ponendo grande attenzione alla scelta materica, il tutto accompagnato da grazia e discrezione.

La nomina di Bianca si inserisce perfettamente nel progetto di rinnovamento portato avanti negli ultimi anni da Fragiacomo, storica maison made in Italy che vive oggi una nuova fase guardando il futuro con i piedi ancorati nel passato e la testa nel presente.

Abbiamo incontrato Bianca Gervasio e le abbiamo chiesto di raccontarci sensazioni, pensieri e sogni.
Fragiacomo è una nuova sfida, cosa significa per te e come te la cavi con il mondo degli accessori?
Nelle mie precedenti collaborazioni mi sono sempre occupata di total look e per questo sono molto entusiasta di confrontarmi ora anche con il mondo degli accessori, di avere la possibilità di applicare tutta la mia creatività ad un settore così mirato ed esclusivo.
Fragiacomo è una bellissima realtà, ha una storia pazzesca e sono stata accolta con grande calore. Questo ovviamente accresce il mio senso di responsabilità rispetto agli standard e ai miei obiettivi all’interno della casa di moda, ma allo stesso tempo mi carica e genera energia positiva.
Il marchio è in fase di modernizzazione, messa già in atto con l’apertura di una boutique in via Turati iper contemporanea e dal design accattivante, adesso il mio compito è quello di traslare questo nuovo slancio nelle collezioni.
Partendo dai materiali e dalla ricerca della calzata perfetta giocheremo con le forme e con i colori aggiungendo un pizzico di contemporaneità, sempre ovviamente nel rispetto più assoluto del legame con l’artigianalità e il made in Italy, che dal 1956 distinguono il brand.

La materia è da sempre una tua passione; nelle collezioni disegnate da te è molto visibile lo studio e la scelta delle texture e delle forme, avrai di che sbizzarrirti…
In effetti rispetto a un abito con gli accessori si può proprio lavorare sulla tridimensionalità, sostanzialmente la ricerca materica ce l’hanno scritta nel dna ed è imprescindibile.
Naturalmente la trasformazione che metterò in atto sarà graduale e questo nel rispetto di quello a cui la clientela più fedele è abituata ad aspettarsi da una casa di moda, dalla storia così importante come Fragiacomo. La tradizione si sposerà perfettamente con la creatività, questo è certo.

Come definiresti il tuo stile?
Classico contemporaneo. Ogni mia creazione deve essere mettibile senza allo stesso tempo essere banale e quindi il lavoro sta nella ricerca dei dettagli giusti. Il mio approccio è concettuale ma mai esagerato è importante che non strabordi mai.

Dove prendi l’ispirazione?
Scrivo dei testi, guardo delle immagini o semplicemente osservo la vita di tutti i giorni. Se hai una certa sensibilità le emozioni scaturiscono dai piccoli gesti.

Quando crei c’è un rito, un luogo, una musica che ti serve per trovare la concentrazione?
Penso più a uno spazio. Il mio ambiente ideale è raccolto e molto luminoso, ha pareti bianche e tavoli grandi. Al rumore preferisco assolutamente il silenzio, sono una persona riflessiva e l’assenza di suono mi aiuta ad ascoltarmi.

Chi è il tuo mentore e c’è un designer che segui con più attenzione degli altri?
In realtà non mi piace molto guardare cosa fanno gli altri. Sento più il bosogno di confrontarmi con altri mondi, penso al teatro, al cinema, all’arte. Se proprio devo dire un nome, mi piace molto Alessandro Dell’Acqua, naturalmente senza nulla togliere agli altri.

Escludendo i tuoi abiti, cosa indosseresti? C’è una maison che interpreta meglio di altre il tuo stile personale?
Direi Céline.

Cosa non dovrebbe mancare nell’armadio di una donna?
Un tubino semplice e dal taglio perfetto magari con fianchetti bi-color.

E di un uomo?
Una giacca classica rivisitata in chiave moderna e dalle linee molto asciutte che metta in risalto le spalle.

Un personaggio che ti piacerebbe indossasse le tue creazioni?
Chiara Mastroianni, bella e chic.

Un sogno nel cassetto?
Sicuramente avere una linea mia ma solo quando ci saranno le condizioni per lanciarla. Penso a una label molto alta che mi permetta di confrontarmi con il mondo couture che è quello che alla fine sento più mio.

Francesca Zottola