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Il Teatro Regio di Torino apre con Fidelio

Il Teatro Regio di Torino apre con Fidelio

Debutto il 9 dicembre 2011
Due giorni dopo la prima della Scala di Milano, anche il Teatro Regio di Torino, inaugura la stagione 2011-2012 con la rappresentazione dell’unico lavoro teatrale realizzato da Ludwig van Beethoven.

Venerdì 9 dicembre va in scena sul palcoscenico torinese la nuova produzione di Fidelio, singspiel in due atti del maestro di Bonn, con il nuovo allestimento firmato dal regista Mario Martone, che con il film “Noi credevamo” ha vinto il prestigioso David di Donatello 2011.

Le scene dello spettacolo, realizzato in coproduzione con l’Opéra Royal de Wallonie di Liegi, sono di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Nicolas Bovey, mentre sarà Gianandrea Noseda a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro.

Il cast è composto dal soprano Ricarda Merbeth nel ruolo principale e Ian Storey nei panni di Florestan, che torna al Regio dopo essere stato uno dei protagonisti di Boris Godunov; e poi il baritono tarantino Lucio Gallo, il basso Franz Hawlata e il soprano israeliano Talia Or nel ruolo di Marzelline.

Mario MartoneL’opera di Beethoven andò in scena per la prima volta con il titolo di Fidelio o l’amor coniugale nel 1805 al Theater and der Wien della capitale austriaca con libretto di Joseph Ferdinand Sonnleithner, ma non incontrò il favore del pubblico, tanto da spingere il maestro tedesco a ritirarla e a modificarne la partitura.

Anche la seconda revisione dal titolo Leonore o il trionfo dell’amor coniugale rimase per poco in scena; solo nel 1814 prese vita la versione definitiva con il libretto rivisto da Georg Friedrich Treitschke, che come ben sappiamo, riscosse un incredibile successo.

“Il fallimento iniziale – ha detto Noseda lo obbligò a rivedere profondamente tutto il materiale, regalandoci un capolavoro equilibrato ed efficace qual è la versione del 1814”.

“Con Noseda abbiamo lavorato sui livelli di profondità dell’azione – ha raccontato Martone, al suo debutto al Regio ho optato per una scena fissa che rimanda alle segrete di Pizarro. L’orchestra avanza verso la sala, i cantanti agiscono in prossimità del pubblico, in modo da creare piani contemporanei di azione. Il flusso teatrale nasce dal gioco di intrecci tra l’esterno e l’interno del carcere dove si muovono i cantanti e il Coro, personaggio tra i personaggi”

E per chi non potrà essere tra il pubblico del teatro torinese, Fidelio sarà trasmesso in diretta radiofonica da Rai-Radio3.