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Gli accessori di Marco De Vincenzo

Gli accessori di Marco De Vincenzo

Intervista allo stilistaPer diverso tempo si è parlato di mancato ricambio generazionale del mondo della moda.
Finalmente, ultimamente, è salita alla ribalta una nuova leva di giovani designer che stanno danno una ventata di freschezza al panorama fashion mondiale.
Marco De Vincenzo è uno di questi, nasce a Messina nel marzo del 1978 e, appena diciottenne, si trasferisce a Roma dove si diploma in Moda e Costume all’Istituto Europeo di Design.

Fresco di studi entra a far parte dell’ufficio stile di Fendi dove diventa l’inseparabile assistente di Silvia Venturini Fendi sulla linea di accessori. «Tre anni faspiega Marco De Vincenzoho iniziato un percorso che mi ha portato a realizzare una mia linea di abbigliamento femminile. Il debutto è stato durante la settimana dell’alta moda parigina il 28 gennaio 2009».

Nel luglio dello stesso anno Marco ottiene il primo premio del concorso “Who is on Next” organizzato dal direttore di Vogue Italia Franca Sozzani. E, già nel settembre dello stesso anno, il suo prêt-à-porter sfila a Milano nel calendario ufficiale della Camera Nazionale della Moda Italiana.

Perché è partito con l’alta moda?
Perché le prime stagioni sono molto difficile da sostenere per uno stilista che non abbia appoggi industriali. Così ho optato per l’alta moda che è fatta di piccoli numeri e che, quindi, riuscivo a produrre da solo. Oggi la mia collezione è solo prêt-à-porter poiché ho un’azienda che si occupa della produzione e della successiva commercializzazione della mia linea.

Qual è la sua cliente-tipo?
La mia è una linea di design e tendenza. Per far comprendere meglio posso dire che la collezione si trova nei concept store come Colette a Parigi, Penelope a Brescia, Biffi a Milano, Saks Fifth a New York, Harvey Nichols a Hong Kong… solo per citarne alcuni.

Quali sono le proposte firmate Marco De Vincenzo?
Per il momento mi sono concentrato solo sull’abbigliamento ma in futuro penserò anche agli accessori. Infatti questi sono il mio primo amore e, come tale, non si può dimenticare.

Alessandra Iannello