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Ferragamo, il bilancio ereditato dal nuovo CEO

Ferragamo, il bilancio ereditato dal nuovo CEO

I risultati del primo trimestre 2016 non sorridono a Eraldo Poletto
2016 di grandi cambiamenti per Salvatore Ferragamo.

All’addio di Massimiliano Giornetti dalla direzione creativa della Maison fiorentina ha fatto eco quello dell’Amministratore Delegato Michele Norsa che in agosto passerà il testimone all’ex CEO di Furla, Eraldo Poletto.

A questo punto salta l’ipotesi dell’arrivo in coppia degli ex numeri uno di Gucci: se Frida Giannini può ancora aspirare alla poltrona vacante di stilista di Ferragamo, per il marito Patrizio Di Marco si preclude la carriera alla direzione amministrativa del brand.

In attesa di saperne di più, vediamo che bilancio verrà lasciato in eredità a Poletto.

Nei primi 3 mesi dell’anno la casa di moda toscana ha realizzato ricavi pari a 321 milioni di euro, in flessione del 2% a tassi di cambio correnti, rispetto ai 327 milioni di euro registrati al 31 marzo 2015.

L’area Asia Pacifico, il primo mercato in termini di Ricavi per il Gruppo, ha visto una contrazione dei ricavi del 3%, rispetto al primo trimestre 2015, principalmente dovuta al deterioramento del business a Hong Kong e Macao. L’area Europa ha registrato nel corso dei primi tre mesi del 2016 una diminuzione dei ricavi del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a seguito anche di un minore afflusso turistico, negativamente influenzato dai tragici eventi.

Al 31 marzo 2016, il canale distributivo retail del Gruppo poteva contare su 386 punti vendita diretti (DOS), e ha registrato ricavi consolidati in in contrazione del 4% sia a cambi correnti sia costanti.

Tra le categorie di prodotto, le calzature hanno registrato ricavi stabili rispetto ai primi tre mesi del 2015, mentre le borse ed accessori in pelle hanno riportato una contrazione del 3% (contro una difficile base di confronto, +16% nel primo trimestre del 2015). I profumi hanno conseguito un aumento dei ricavi del 2%.

Infine, l’utile netto di pertinenza del Gruppo risulta di 34 milioni di euro rispetto ai 31 milioni registrati nei primi tre mesi del 2015, segnando un incremento del 10%.