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Enrico Derflingher da Lady D a Taiwan

Enrico Derflingher da Lady D a Taiwan

Intervista a uno degli Chef italiani più famosi del mondo

È uno degli Chef più famosi del mondo, nonché un personaggio influente nell’ambiente del food internazionale. Enrico Derflingher presiede l’Euro-Toques Italia ed anche International, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza delle materie prime, la cultura del mangiare sano, ma anche la riduzione degli sprechi in cucina.

La sua vita è un fermento continuo, tra un aperitivo per Vittorio Sgarbi e una cena per Andrea Bocelli, un congresso Euro-Toques Italia a Paestum e un nuovo progetto a Taiwan ed Asia. Alle sue spalle, un curriculum da far invidia a chiunque: molti sono stati gli incontri che, sin da giovanissimo, hanno fatto volare la sua carriera, da Lady Diana a Putin, da Berlusconi alla Corte Reale inglese, dalla Casa Bianca alla figlia dell’Imperatore del Giappone.

Chef Enrico Derflingher con Giorgio Armani

Nella bella terrazza panoramica con piscina dell’Hotel Boscolo Exedra Roma, Derflingher si è concesso qualche minuto per parlare con noi di Luxgallery.

Chef, partiamo dall’oggi per arrivare al passato. In che cosa è impegnato al momento?
Il progetto centrale riguarda Taiwan e la Cina: insieme all’americano Michael DePrenda ad agosto apriremo il primo ristorante a Taipei appartenente a una catena chiamata “Il Mercato”, il cui scopo è quello di portare la vera e genuina cucina italiana in Asia. Se tutto va bene, vorremmo riuscire a lanciare 4-5 locali tra quest’anno e il prossimo.
Nel frattempo, non dimentico gli altri eventi che occupano le mie giornate. Il 16 e 17 maggio, ad esempio, sarò presente a una convention a Paestum sulla dieta mediterranea, con cuochi stellati e i tre ingredienti principali che non possono mai mancare: grano, olio extravergine di oliva, pomodoro. Inoltre, c’è sempre la mia attività di Presidente di Euro-Toques, che richiede molto tempo.

Diciamo due parole su questa associazione.
Proprio quest’anno festeggiamo i trent’anni dalla fondazione, avvenuta per volere del Presidente Onorario Gualtiero Marchesi e di sei Chef tra i migliori della Comunità Europea. Con il tempo siamo arrivati a contare circa 200 iscritti in Italia, con e senza stelle, i quali hanno in comune l’amore per la materia prima, una stretta selezione dei prodotti freschi, la condivisione del sapere e il rispetto reciproco. Nell’Euro-Toques la qualità si unisce alla sensibilità e all’estro, oltre alla volontà di tutelare le diversità locali e di formare nuovi cuochi scoprendo e incentivando i giovani talenti.

Nella sua vita ha potuto conoscere tante persone notevoli. Qualche nome?
Oltre ai capi di stato occidentali, ricordo con piacere il matrimonio della figlia dell’Imperatore del Giappone, che diede avvio alla mia ascesa in Asia. L’Oriente mi ha sempre affascinato, per questo ci ho lavorato a lungo come responsabile dei ristoranti Armani; è stato piacevole scoprire quanto la cucina italiana venga apprezzata anche in culture così diverse dalla nostra. Ho poi lavorato con più di 200 cuochi non ancora affermati, alcuni dei quali sono oggi stellati: questa è per me una grande soddisfazione, poiché amo insegnare. Personalmente, ho ricevuto la prima stella Michelin presso il ristorante dell’Hotel Eden a Roma, che all’epoca aveva la terrazza più straordinaria della città. Infine, guardo con grande affetto agli anni spesi a stretto contatto con Lady Diana, una donna eccezionale, dolce, sempre solare. Quello è stato sicuramente uno dei periodi migliori in tutta la mia carriera.

C’è un aneddoto particolare che ci può svelare in merito al suo lavoro presso la Corte Reale inglese?
Ricordo con simpatia una cena con i principali capi di stato del mondo a Londra, dove erano presenti anche Reagan e Gorbačëv. Preparai il mio piatto forte, il risotto, e alla fine della serata, quando mi stavo finalmente rilassando, mi comunicarono che la regina in persona mi voleva in sala. Siccome questo genere di cose non accadono mai, ero certo di stare per prendere una lavata di capo o qualche altra umiliazione, invece mi fece i complimenti davanti a tutti i commensali e mi chiese che cosa volessi come regalo. Io le risposi: “La pentola dentro cui ho cucinato stasera”. Tutti scoppiarono a ridere, ma da quel giorno la famosa pentola – ribattezzata “Regina Vittoria” – si trova in bella mostra nella mia casa.

Che cosa fa un uomo richiesto come lei nel tempo libero?
Mi dedico al mio uliveto sul lago di Como, dove vivo con la mia famiglia. L’olio d’oliva è sempre stato una mia passione, inoltre Hemingway diceva che nella vita bisogna fare tre cose prima di morire: piantare una pianta, costruire una casa e scrivere un libro. A me manca soltanto l’ultima.

Chef Enrico Derflingher con Chiara Giacobelli durante l'intervista

Per maggiori informazioni:
www.eurotoquesit.com

Chiara Giacobelli