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Emlux: spirito internazionale e formazione specializzata

Emlux: spirito internazionale e formazione specializzata

Intervista a Roberta Crespi
Giunto alla seconda edizione, l’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano presenta EMLUX, Executive Master in Luxury Goods Management.

Da marzo 2011 le aule dell’Università ospiteranno incontri prestigiosi e lezioni, sia teoriche sia pratiche, per formare figure professionali competenti e al passo con i tempi, capaci di rispondere alle esigenze del mercato.

Abbiamo incontrato la professoressa Roberta Crespi, docente di Economia e Gestione delle Imprese e Direttore del Master, per farci raccontare cosa caratterizzerà l’edizione 2011 di EMLUX.

Nella sua prima edizione Emlux ha avuto un grande successo, quali sono, se ci sono, le differenze che avete adottato?
Per la prossima edizione abbiamo previsto alcuni miglioramenti che avranno, però, un impatto abbastanza contenuto sull’impianto originale: ci sarà qualche nuovo docente di respiro internazionale e stiamo studiando la modalità per creare dei momenti di confronto tra i nostri studenti, che affrontano il lusso dalla una prospettiva manageriale, e gli studenti di altri master, come la Creative Academy di Cartier, che invece hanno un approccio più creativo.
A parte queste modifiche abbiamo voluto mantenere inalterate le tre nostre caratteristiche fondamentali con un programma:
– che dia visibilità su tutte le aree aziendali, dal marketing alla supply chain, dalla comunicazione al retail al brand management;
– di respiro internazionale, con le collaborazioni con Parigi, Ginevra e Londra;
– che conta su una faculty congiunta di accademici e professionisti.
Tutto questo per fornire una formazione concreta ed aderente alle realtà di impresa e di mercato attuali.

La formazione oggi più che mai è un investimento, quali sono i plus dell’edizione di quest’anno?
Sicuramente il plus principale è la possibilità di confrontarsi con i manager più esperti di questo settore, poter ascoltare, dalla loro voce, le loro esperienze ed imparare dalle loro best practices.
Per quanto riguarda i contenuti vogliamo che i nostri studenti raggiungano una visione totale dell’impresa, che consenta loro, in qualità di manager, di prendere decisioni con la consapevolezza dell’impatto che queste possono avere sulle altre aree aziendali.
Se sono un direttore marketing, ad esempio, non posso sottovalutare l’impatto sui costi della supply chain di una mia decisione in termini di ampiezza dell’assortimento. Altro plus è il nostro spirito internazionale, sia a livello di faculty che di aula: le imprese del lusso sono globali per definizione, quindi è importante conoscere i risvolti di una gestione multiculturale, sia all’interno dell’impresa che in termini di clientela.

Quali obiettivi vi siete posti?
Siamo al secondo anno, quindi il nostro obiettivo è consolidare le collaborazioni, sia con le imprese che con le varie istituzioni, e migliorare il programma attraverso la scelta di partner internazionali. Vogliamo anche coltivare e sviluppare il nostro network di relazioni, sia con le imprese che con gli studenti.

Per chi è pensato questo master, che formazione hanno i vostri studenti?
Il master è pensato per chi vuole sviluppare le competenze necessarie per operare con successo in questo settore molto particolare: sia per chi già lavora in un’impresa del lusso, sia per chi lavora in un altro settore dove ha maturato esperienze funzionali spendibili anche nel campo del lusso.
La formazione di provenienza è la più diversa; per questo ogni corso è strutturato con una parte introduttiva, tenuta da un docente accademico, che fornisce il framework di riferimento in modo da dare all’aula un background comune di concetti, quindi i contenuti vengono declinati dai professionisti del settore, che portano in aula le loro esperienze. Prendiamo ad esempio il modulo di accounting: la parte di framework è stata tenuta da docenti interni dell’Università Cattolica, i contenuti professionali sono stati declinati da Elena Cogliati, partner di PriceWaterhouseCoopers, che ha presentato il punto di vista del revisore, da Francesco Buccola, CFO di Versace, che ha esposto le ragioni dell‘ impresa e da Massimo Cremona, managing partner di Pirola Pennuto Zei, che ha illustrato gli aspetti di natura fiscale.

Gli studenti dello scorso anno che tipo di percorso hanno intrapreso?
I nostri studenti già lavorano: alcuni sono già riusciti a cambiare, altri a progredire in virtù di questa specializzazione, ma la prima edizione termina a marzo, vi faremo sapere!

Emlux offre oltre alla formazione anche la possibilità di approfondire la conoscenza di personaggi e realtà imprenditoriali di spicco, quali sono i nomi più interessanti di quest’anno?
E’ molto difficile dare un giudizio in termini di “maggiore interesse”: la nostra attività di collaborazione con le imprese ha avuto anche il fine di “scovare” lecturer che avessero molto da dire sullo specifico argomento trattato.
Rileggendo la domanda in termini di empatia suscitata nel rapporto con l’aula le posso dire che, ad esempio, anche quest’anno chiederemo a Matteo Marzotto e ad Alessandra Facchinetti di replicare i loro interventi a lezione, che sono stati davvero apprezzati dai nostri studenti.

La crisi economica mondiale ha cambiato l’approccio al consumo, come il mercato del lusso ha risposto a questa variazione?
Le imprese hanno recuperato e messo nuovamente in evidenza i valori sostanziali, quali la qualità, l’artigianalità, la cura del dettaglio, dando un senso di concretezza all’investimento necessario per questo tipo di beni. Coloro che hanno mantenuto fede alla propria natura di “vero lusso” hanno patito meno le conseguenze della crisi.
L’altro fenomeno importante è lo spostamento progressivo del baricentro verso l’Asia ed in particolare verso il mercato cinese, che per molte imprese sta rapidamente diventando uno dei top tre mercati di riferimento.

Lusso è ancora sinonimo di made in Italy? Su cosa deve puntare il nostro Paese per mantenere una riconoscibilità in questo settore?
Direi che lusso è sinonimo di “made in” in generale, sia esso italiano, francese, svizzero o altro: il lusso rappresenta la massima espressione di una cultura e di un know-how locale incorporati in prodotti che vengono venduti in tutto il mondo e che ovunque sono riconosciuti per la loro qualità eccezionale e peculiarità. Noi, come gli altri, dobbiamo essere capaci di preservare queste realtà, coltivarle e promuoverle, tutelando e comunicando il nostro “genio”, il nostro senso del gusto e quello stile che ci viene riconosciuto ovunque nel mondo.

Francesca Zottola

Fino al 14 febbraio sarà possibile iscriversi al Master e il più meritevole potrà usufruire della borsa di studio di luxgallery.

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