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Dior e Raf Simons, è divorzio

Dior e Raf Simons, è divorzio

A sorpresa e per ragioni personali

Raf Simons lascia la direzione creativa di Dior “per ragioni personali”.

Archiviata da poco la pratica di sostituzione di Alexander Wang da Balenciaga, al designer di origini taiwanesi è subentrato Demna Gvasalia di Vêtements, il fashion system assiste a un altro scossone.

A capo di una delle maison più ambite e simboliche della moda francese e non, solo dal 2012 quando, lasciata Jil Sander, Raf Simons aveva sostituito John Galliano, allontanato dopo le sue dichiarazioni anti-semite.

“Dopo una lunga e accurata riflessione, ho deciso di lasciare la mia posizione come direttore creativo di Dior – così ha commentato Raf Simons, continuando – “è una decisione basata esclusivamente sul mio desiderio di focalizzarmi su altri interessi della mia vita, soprattutto sul mio brand e sulle passioni che esulano dal mio lavoro”.

Niente litigi con i vertici ne divergenze di opinione, lo stilista belga ha semplicemente deciso di non rinnovare il contratto. Anche se si tratta dunque di una separazione amichevole con il marchio del gruppo LVMH, non si può dire che fosse una decisione già ventilata.
Nessuno insomma aveva preso la collezione moda donna primavera estate 2016 di Dior, andata in scena alla Parigi Fashion Week a inizio ottobre, come l’ultima firmata Simons, il caso ha voluto che fosse in programma nella stessa giornata di quella dell’addio di Alexander Wang a Balenciaga.

Cosa lascia Raf Simons? Una visione modernista di Dior. E’ questo quello che ha fatto lo stilita per l’iconica griffe in questi 3 anni di direzione creativa, traghettarla da leggenda a brand contemporaneo grazie a collezioni lineari e pulite, esattamente come la cifra stilistica di Simons imponeva, rivisitando però tutti i must che fecero di Christian Dior l’emblema non solo di un’epoca, ma anche dell’eleganza femminile.

Sui possibili sostituiti di Raf Simons alla direzione creativa di Christian Dior c’è ancora poca chiarezza.
Bernard Arnault, il patron di LVMH, e Sidney Toledano, ceo della maison parigina, pare abbiano opzionato nomi come Riccardo Tisci, ora a capo di Givenchy, Jonathan Anderson di Loewe e di Alber Elbaz, direttore creativo di Lanvin, passando per il duo newyorchese Proenza Schouler. Visto il successo ottenuto da Gucci con la promozione di Alessandro Michele braccio destro di Frida Giannini sconosciuto ai più, non è detto che anche Dior scelga la stessa strada dando fiducia a Patrick van Ommeslaege.

“Christian Dior è un’azienda straordinaria ed è stato un immenso privilegio scrivere alcune delle pagine di questo libro magnifico” ma finisce qui. Raf Simons lascia Dior.
Ai nostalgici non resta che riguardarsi le ultime e belle collezioni prêt-à-porter e haute couture della maison francese o cercare il documentario, uscito lo scorso giugno, “Dior and I” che racconta proprio l’esperienza di Raf Simons nell’ufficio stile della maison di Avenue Montaigne partendo dalla sfida creativa che il designer si trovò a dover affrontare, in sole otto settimane, per dare vita alla sua prima collezione di alta moda di Christian Dior.