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AltaRoma, trend primavera estate 2014

AltaRoma, trend primavera estate 2014

Tra addii e nuovi talenti

Spenti i riflettori su Mode à Paris e le sfilate dedicate all’haute couture della primavera estate 2104, si è conclusa anche AltaRoma e tra anticipazioni blasonate e creatività emergente non sono mancate le polemiche e i colpi di teatro.

La maison Gattinoni, che ha presentato una splendida collezione primavera estate 2014 degna di standing ovation all’interno della “Nuvola”, progetto architettonico di Massimiliano Fuksas, ha ad esempio annunciato di lasciare Roma alla volta di défilé “itineranti” in altre città italiane.

Ad annunciarlo dal presidente della maison, Stefano Dominella, che con voce rotta ha sottolineato come le difficoltà per realizzare l’evento abbiano portato a questa decisione, un duro colpo per la kermesse capitolina e per il suo prestigio nel mondo.

“Questa sarà la mia ultima sfilata a Roma. Sfileremo a Firenze, a Torino, in città che vorranno l’istituzione di alta moda, di quest’alta moda che non si sa più bene che cosa sia. Non mi era mai successo, eppure ne ho fatte tante e ne ho vissute tante, ma avere i bastoni fra le ruote in questo modo, mai”.

E se l’Eur è stato dunque teatro di grandi creazioni sartoriali e tristi annunci, ecco che il Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia ha ospitato collezioni pragmatiche e incoronato nuovi talenti.

Addio alla stravaganza, anche l’haute couture deve essere portabile. A caratterizzare un capo d’alta moda non sono più le sperimentazioni fini a se stesse, piuttosto capi belli realizzati con grande maestria artigiana, capaci di farsi portavoce nel mondo della tradizione sartoriale.

Il giusto equilibrio tra peculiarità e portabilità è dunque il trend visto sulle passerelle di Esme Vie, Quattromani, San Andrès Milano e Arthur Arbesser. Il risultato sono capi chic, magari poco coraggiosi, ma decisamente più diretti, meno concettuali.

La ventiquattresima edizione di AltaRoma conferma dunque il suo ruolo di primo piano nell’essere una piattaforma d’elezione per i talenti emergenti del pret-à-porter oltre però a soddisfare il pubblico fedele alle maison capitoline di alta moda.

Pienone alla sfilata di Luigi Borbone, dove gli invitati sono talmente tanti da far slittare l’inizio della sfilata. Da Sarli Couture capi di rara bellezza e un finale commovente con l’ufficio stile in pedana per l’applauso finale, dopo che il direttore creativo Carlo Alberto Terranova aveva annunciato le dimissioni dopo 25 anni alla guida della maison.
Polemiche, colpi di scena, addii. Ma non solo.

Renato Balestra abbandona grigio e rigore e si lascia cullare da mise piene di colore, ricami, intarsi, drappeggi e così via. La perfezione sta nella costruzione, i 32 abiti in passerella hanno infatti tagli perfetti e dettagli di lusso.

Lettieri punta tutto sullo stile bon ton e lo fa attraverso abiti dai volumi scultorei in shantung, organza nera e bianca, mentre Giada Curti si fa ispirare dallo charme di Portofino e porta in scena pantaloni corti al polpaccio tempestati di ricami e pietre, cappe, abiti da sera in colori pieni come il turchese e cappelli di paglia.

Ospiti dal mondo della politica, dello spettacolo e della diplomazia hanno poi assistito alla sfilata di Raffaella Curiel dedicata alla bellezza orientale, con le modelle in abiti vietnamiti, cambogiani, malesiani, come antiche principesse del Siam appena uscite da un templio. Grande il lavoro sui tessuti antichi come moderni, sempre trattati con perizia e maestria couture.

Non è passata poi inosservata la sfilata collettiva delle allieve della Accademia Costume e Moda che quest’anno festeggia i 50 anni di attività e che ha tenuto in scacco, stampa e addetti ai lavori, per oltre due ore.
A giudicare le creazioni una giuria di esperti tra i quali Giampiero Arcese di Armani, Livia Carimini di Valentino e Lapo Elkann per Italia Independent. A eccellere è stata Carolina Cicerchia, classe 1991 premiata in due categorie seguita da Valentina Di Noia, Vittoria Veltroni, Giulia Goretti de’ Flamini e Ambra d’Oro.

Confermato poi il successo di Room Service e dei giovani artigiani protagonisti di questa iniziativa così come ha attirato e appassionato molte persone il festival di Diane Pernet dedicato a cortometraggi di moda ASVOFF.

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