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Coronavirus, Luis Sepúlveda morto: la sua Carmen lo attenderà sempre lo ritroverà ancora

Coronavirus, Luis Sepúlveda morto: la sua Carmen lo attenderà sempre lo ritroverà ancora

E’ morto per Coronavirus lo scrittore cileno Luis Sepúlveda. Era ricoverato da fine febbraio in ospedale a Oviedo dopo aver contratto l’infezione. Addio Luis, la tua Carmen ti attenderà sempre e ti ritroverà ancora e ancora e ancora…

Coronavirus, Luis Sepúlveda morto: la sua Carmen lo attenderà sempre lo ritroverà ancora

La storia d’amore di Luis Sepúlveda e Carmen Yanez sembra un romanzo: tragico e romantico fino allo sfinimento

Luis e la moglie Carmen Yanez ce l’hanno fatta a sopravvivere a Pinochet, all’irruenza della dittatura e alle violenze della galera. Esausti e provati, Luis e Carmen non sono riusciti a resistere alla sfida lanciata dal maledetto Coronavirus. Quella tra “Lucho” e “Pelusa” è la más bella historia de amor, come dichiara solenne e romantica la poesia di Sepulveda dedicata alla moglie. E si delinea davanti agli occhi di chi ha fantasia, un disegno malinconico e straziante ambientato nell’ospedale di Oviedo. Prima un isolamento obbligato, così come impone la malattia, Luis e Carmen distanti, come gli era già capitato, ma vicini, come si sono sempre amati. Profughi di un Paese molto amato e rimpianto, da cui furono scaraventati fuori durante l’assolutismo. Sono stati costretti a restare alla larga dalla loro benamata casa delle Asturie, La croce del Sud, dove mano nella mano hanno riscoperto il ricordo cileno dell’infanzia.

Coronavirus, Luis Sepúlveda morto: la sua Carmen lo attenderà sempre lo ritroverà ancora

Una meravigliosa storia d’amore, quella tra Luis Sepúlveda e Carmen Yanez, poetessa della luce e della memoria. Come qualsiasi racconto d’amore intenso ma avverso, come in ogni storia, intarsiata di poesia, che si rispetti. Le loro prime nozze furono celebrate nei giorni spensierati di Allende, quando amarsi voleva dire “baciare il cielo con tutto il firmamento”. Poi frenetico l’arrivo di quell’11 settembre del 1973 che soffiò via ogni bellezza. Luis Sepúlveda era parte della scorta del presidente cileno assassinato dal golpe di Pinochet. Ma, poco prima di essere catturato dai suoi uomini, riuscì a passare da casa per dare un bacio e un saluto a Carmen e al figlioletto Carlos.

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Il dolore

Il terrore di Carmen, che per settimane inesauribili teme la fine più tragica, quella che prevede la morte di Lucho. Le attese giornaliere davanti alla porta, finché una mattina si ferma davanti la loro casa una macchina della polizia che chiede di lei, della Carmen. Carmen non raccontò mai delle torture subite a Villa Grimaldi, l’emblema più violento della dittatura militare, se non attraverso le sue poesie. “Le molte bende insanguinate e l’odore inconfondibile della paura”. Sfuggito nel frattempo ai suoi rapitori, Luis Sepúlveda tenta ogni cosa per portarla in salvo al sicuro. minacciando di farsi saltare in aria proprio davanti alla Vicaria de la Solidaridad, unico rifugio esistente per i parenti delle vittime. Minacce che sarà costretto ad abbandonare soccombendo alla latitanza in vari paesi dell’America Latina. L’amata Carmen si salverà solo perché sarà creduta morta, buttata come una cartaccia tra i rifiuti.

Luis e Carmen: ritrovati

Ormai separati, nel decennio dopo si riuniranno in Europa dove nel frattempo hanno creato nuovi legami sentimentali. Luis ha preso in moglie Margarita, una donna di Amburgo, con cui ha messo al mondo tre figli. Una nuova vita che, di certo, non impedisce a lui e alla sua Carmen di riscoprire il feeling. Interminabili telefonate nella notte, il bisogno di sentirsi quotidianamente. Un amore ancora ardente su cui è bastato soffiare via il sottile strato di ceneri grigiastre, per mettere a nudo la brace rosso vermiglio. La nuova moglie Margarita, comprendendo la profondità del loro rapporto, organizza nella loro casa, sita nella Foresta Nera, la “festa del divorzio”, invitando la stessa Cramen Yanez. Da quel momento Lucho e Pelusa non si sono mai più lasciati la mano. Nel viaggio in treno che li trasporta a Parigi, lui comporrà la poesia La màs bella historia de amor, una storia possibile: solo nella serena e inquietante calligrafia dei tuoi occhi. Addio Luis, la tua Carmen ti attenderà sempre e ti ritroverà ancora e ancora e ancora…

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