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Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh a Vicenza

Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh a Vicenza

La mostra della settimana
La Basilica Palladiana di Vicenza, gioiello architettonico in pietra bianca di Piovene concepito nel Rinascimento da Andrea Palladio, ospita dal 24 dicembre 2014 al 2 giugno 2015 una mostra che mette sotto i riflettori una selezione di capolavori dedicati al tema della sera e della notte nella storia dell’arte.

La rassegna “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”, a cura di Marco Goldin, raccoglie 113 opere, divise in 6 sezioni e provenienti da 30 musei e collezioni di tutto il mondo.

Afferma il Sindaco di Vicenza, Achille Variati: “a due anni dalla sua riapertura, proprio con il primo fortunatissimo episodio della collaborazione con Linea d’ombra, Raffaello verso Picasso, la Basilica Palladiana può già esibire numeri di primaria importanza: 650 mila visitatori, una pluralità di eventi, mostre, incontri che l’hanno trasformata nel vero cuore culturale della nostra città, e che hanno contribuito a facilitarne l’inserimento, avvenuto quest’anno, nell’elenco dei Monumento Nazionali. La Basilica, edificio simbolo delle architetture palladiane, rappresenta anche la ritrovata vocazione di Vicenza a ripensare il proprio sviluppo in un’ottica innovativa: capoluogo di una provincia fortemente produttiva, oggi la città sta dimostrando come, pur in un periodo di crisi, l’investimento in cultura, creatività, attrattività rappresenti il modo migliore per costruire nuove opportunità di sviluppo per un intero territorio”.

Il percorso espositivo inizia lungo il Nilo, dove si sedimenta l’idea della notte del mondo oltre il mondo. E’ la notte abitata nel ventre delle Piramidi. Raccontata in mostra da reperti che, da soli, valgono il viaggio a Vicenza. Dal Museum of Fine Arts di Boston giunge per la prima volta in Italia un nucleo di tesori egizi: dal volto del re Menkaura a quello, celeberrimo, di Tutankhamon re bambino sino ai ritratti del Fayum, quando Egitto e Roma si avvicinano, a partire dal I secolo d. C.

La seconda sezione, con molti capolavori da Giorgione a Caravaggio, da Tiziano a El Greco, da Tintoretto a Poussin, indugia sulla suggestiva atmosfera delle figure collocate in ambienti notturni, soprattutto seguendo la vita di Cristo dal momento della nascita fino alla crocifissione e alla deposizione nel sepolcro. Opere straordinarie soprattutto del Cinquecento e del Seicento sono al centro di questa parte.

La terza sezione tocca alcuni dei vertici dell’incisione di tutti i tempi, in una sala nella quale, con sedici fogli in totale, si confrontano Rembrandt e Piranesi, il primo con i suoi celeberrimi soggetti religiosi, a cominciare dalla Stampa da cento fiorini fino alla visione delle Tre croci, il secondo con le altrettanto celebri immagini delle Carceri.

La quarta sezione si sofferma invece sul paesaggio, dal momento del tramonto fino a quello in cui nel cielo si levano la luna e le stelle. Ovviamente il secolo raccontato è il XIX, poiché, dal periodo romantico fino all’impressionismo, questo è stato il tempo della natura serale e notturna. Sfilano alcuni dipinti indimenticabili di Turner e Friedrich, di Corot e Millet, dei grandi americani da Church a Homer, fino a Whistler, Monet, Pissarro, Van Gogh e poi Mondrian, Klee e Hopper nella prima parte del Novecento, fino a Kiefer nella seconda.

La penultima sezione entra nel pieno Novecento, dove in due sale vengono disposti alcuni dei grandi della seconda parte del secolo, specialmente per quanto riguarda il versante astratto americano, da Morris Louis a Noland a Rothko. Ma anche pittori che si sono tenuti a cavallo tra figurazione e astrazione, come De Staël, fino a un altro grande americano come Andrew Wyeth, e poi López García e Guccione, per entrare nelle profondità della sera e della notte intesa come fatto soprattutto psicologico.

Infine, la sesta e ultima sezione è un riassunto di tutti i temi affrontati e le opere indimenticabili si succedono, da Gauguin a Cézanne, da Caravaggio a Luca Giordano, da Van Gogh a Rothko ancora. Per una chiusura che lascia con il fiato sospeso, tra notti dello spirito, notti della vita e notti della natura.