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Secondo giorno di AltaRoma

Secondo giorno di AltaRoma

Il viaggio come protagonista

Un velo di silenzio sulle polemiche, un velo di silenzio sugli scandali, un velo di silenzio sulle notizie di dubbio gusto urlate in faccia alla gente… questo chiede Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison Gattinoni. E lo fa come suo uso attraverso gli abiti. In questo caso Francesca Testasecca, Miss Italia 2010, con la corona turrita, simbolo e volto dell’Unità d’Italia, incede sulla passerella di Santo Spirito in Sassia indossando un abito suntuoso che inneggia al Tricolore, ai fasti risorgimentali, a querelle mai sopite sui valori unitari. La donna più bella d’Italia annuncia la fine dell’attesa con un gesto (il dito indice a serrare le labbra) a richiesta di silenzio che inneggia al raccoglimento. Il tema della collezione della maison è però quello di una donna cosmopolita che “indossa” le cartoline e le foto che le ricordano i suoi viaggi intorno al mondo. Indossa i suoi ricordi che rivivono in abiti realizzati in sete duchesse, chiffon, georgette grazie a ricami fatti con macropaillettes e cristalli che ricreano gli skyline di Dubai, Shangai e Rio de Janeiro.

È sempre una donna in viaggio quella di Mariella Ferrera. Ma la stilista catanese racconta di un viaggio tragico, un viaggio della speranza verso il sogno di una vita migliore. Racconta della “nave delle spose” che, negli anni ’20, partiva dalla Sicilia per portare le donne, le bambine a conoscere il marito che avevo sposato per procura. Gli abiti sono arricchiti dalla riproduzione delle foto di quel periodo che si incastonano come cammei nelle squame tagliate al laser, che diventano motivi delle stampe dei tessuti, che si incastonano in orecchini e in pendenti. Sui corpi nudi delle modelle si intrecciano fili antichi che costruiscono trame di filet, di reti, di macramè. Le teste si celano pudiche sotto veli leggeri.

Mister Big, il barboncino bouchon friseé di Nino Lettieri, accompagna in passerella una modella che indossa un tailleur a fasce bianco-nere in pendant con il foulard che il cagnolino tiene al collo. Un allure da vero jet set che apre una sfilata che è fra le più belle di questa settimana romana. Fil rouge della collezione la rouche che diventa top quando si scolpisce in un unico pezzo di tessuto, che diventa ornamento quando arricchisce le forme rigorose di una giacca, che diventa protagonista quando si avviluppa su una abito a sirena, che diventa applicazione quando si posa su un sandalo. Lo stilista campano (il suo atelier ha sede a Pompei) non poteva non ricordare il suo conterraneo Fausto Sarli: “Anche io vorrei dedicare questa collezione – ha dichiarato – al grande maestro Sarli che, solo qualche mese fa, mi augurò di portare avanti, con stile e orgoglio l’alta sartorialità napoletana”.

Da Rami Al Ali va in scena l’acqua. Ogni piccolo spostamento nell’acqua crea un movimento e un colore che lo stilista ha racchiuso nei suoi abiti. Ripples, ovvero Riflessi, questo il nome della collezione, è un’interpretazione fluida della forma femminile. La sinuosità di ogni singolo capo si esprime  attraverso la stratificazione, le forme armoniche e la tridimensionalità. Come un effetto a catena, ogni silhouette parte da un unico modello per poi espandersi fino a creare una bellezza voluminosa. Ogni abito inizia con un tocco sottile. Le balze sono onde, che creano movimento ed energia dalla spalla al corpetto. La collezione è fortemente caratterizzata dai tessuti ideati da Rami Al Ali, in esclusiva per Ripples. La sete sembrano galleggiare: le sfumature di turchese, lavanda, rosa e corallo riproducono i colori del cielo che si riflettono sull’acqua. Ogni colore si increspa nelle pieghe delle gonne per dare profondità alla silhouette. Nastri di acquamarina e blu di Prussia, specchio di una vita lussuosa intorno a un calmo lago profondo. Ogni perlina crea la sua onda, come una goccia su una seta suntuosa.

Ricchezza all’ennesima potenza nella presentazione di Chantecler che ha esposto, all’hotel Aldrovandi, cinquanta capolavori di altissima gioielleria. Pezzo imperdibile della collezione una perla australiana di 380 carati, a forma di goccia pendente da un sautoir di perle e diamanti montati su titanio.

Alessandra Iannello