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Ri-conoscere Michelangelo a Firenze

Ri-conoscere Michelangelo a Firenze

La mostra della settimana
La Galleria dell’Accademia di Firenze ospita fino al 18 maggio 2014 una mostra che mette sotto i riflettori la scultura di Michelangelo Buonarroti reinterpretata nella fotografia e nella pittura dall’Ottocento ad oggi.

L’esposizione “Ri-conoscere Michelangelo”, a cura di Monica Maffioli e Silvestra Bietoletti, si inserisce nel contesto delle celebrazioni dei 450 anni della morte del maestro toscano, coordinate dall’Accademia delle Arti del Disegno – la Galleria dell’Accademia di Firenze, in collaborazione con la Fratelli Alinari I.D.E.A. S.p.A.

L’esposizione affronta il complesso tema del rinnovato interesse e dell’ammirazione per l’artista dall’Ottocento alla contemporaneità, attraverso l’opera di scultori, pittori e fotografi che hanno guardato alla figura del Buonarroti e alle sue opere come riferimento iconografico per le loro realizzazioni.

Il percorso espositivo prende avvio dalle rappresentazioni in chiave storicistica della fisionomia e della personalità di Michelangelo, con opere di Eugène Delacroix e Auguste Rodin, e di altri autori che hanno operato con il nuovo medium fotografico alle origini, tra i primi Eugène Piot, Édouard-Denis Baldus, gli Alinari, John Brampton Philpot, solo per ricordarne alcuni.

Via via che il mito si consolida nella percezione collettiva, la presenza di Michelangelo si riconosce anche nell’opera di artisti del Novecento come Medardo Rosso, Henri Matisse, Carlo Mollino, e nella ricerca fotografica di personalità quali Emmanuel Sougez, Herbert List, Horst P. Horst, fino ad avvicinarsi agli anni Settanta, con le ricerche di Tano Festa, Paolo Monti, Antonia Mulas, e raggiungere le espressioni della contemporaneità con Helmut Newton e Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Gerard Rondeau.

Il percorso della mostra si conclude con i riferimenti al tema della copia e del multiplo nell’epoca della riproducibilità e della massificazione affrontati da Karen Knorr, Lisa Sarfati, Tim Parchikov, mentre riconosciamo Michelangelo quale spunto emotivo dell’opera di Luca Pignatelli e modello formale della staged photography di Frank Horvat, Youssef Nabil, Kim Ki duk, fino a diventare assenza nelle immagini di Thomas Struth e Candida Höfer.

Pronti a  ri-conoscere il genio di Michelangelo filtrato dagli occhi di altri artisti?