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Mobilsedia, l’istinto dell’eccellenza

Intervista a Fabrizio Dellantonio

“Il lusso è un concetto profondamente intimo e personale. Tentare di costruire una definizione che valga per interi gruppi di persone è un’impresa piuttosto difficile. Nel nostro settore, ad esempio, il lusso può essere un valore estetico, o legato alla qualità dei materiali o, ancora, al prezzo del prodotto. Quello che il nostro cliente percepisce come lusso, è una fine alchimia di ognuno dei valori del prodotto, filtrata dalla propria individualità. Una equazione con troppe incognite per essere facilmente tradotta in modello statistico. Personalmente, per individuarlo preferisco affidarmi al mio istinto. O al massimo, a quello di mia moglie”.

Che Fabrizio Dellantonio fosse una persona e, soprattutto, un industriale che si fida soprattutto del proprio istinto, lo si capisce in fretta. Basta dare un’occhiata superficiale ai prodotti che l’impresa di famiglia, Mobilsedia, progetta e realizza da oltre 50 anni e chiedersi come sia possibile che esista ancora oggi una azienda in grado di competere per un periodo così lungo senza mai venir meno alla missione di realizzare prodotti di qualità eccelsa e con un design degno della migliore tradizione italiana. La risposta, sta proprio nell’istinto del suo titolare che incurante delle leggi del mercato e dell’economia, le ha permesso di diventare, negli anni, un’azienda unica al mondo, in grado di mettere d’accordo un po’ tutti: architetti, arredatori e, naturalmente, i propri clienti, nei mercati di Italia, Austria, Germania, Spagna e, prossimamente, anche Giappone.

Osservando come Dellantonio e sua moglie Nadia Alboresi (la vera anima creativa della famiglia e dell’azienda) gestiscono un’azienda di successo come Mobilsedia, si comprende come sia stato possibile ignorare la strada – difficile ma scontata – verso obiettivi esclusivamente economici, conservando immutata negli anni la stessa filosofia di base: anticipare le tendenze del design applicando ai propri prodotti una severa, quasi maniacale, ricerca della qualità.

Perché le sedie?
L’azienda nasce come produttore di arredamenti metallici, fondata da mio suocero che, avendo lavorato per un periodo in una bottega artigiana, ha deciso di mettere a frutto la propria esperienza. Negli anni abbiamo anche provato a spostare l’attività nel settore del legno, secondo le esigenze e le tendenze dei mercati. Ma la vocazione era quella del metallo e siamo tornati in fretta sui nostri passi. Negli anni, la specializzazione si è fatta sempre più pregnante ed è stato inevitabile consolidare nel campo in cui eravamo maggiormente esperti. Oggi non so quanti produttori di sedie esclusivamente in metallo ci siano sul mercato. Ma non sono molti di certo.

Non sarebbe stato meglio, per competere, essere un po’ più globali e un po’ meno di nicchia?
Tutto dipende da che tipo di competizione si intende fare. Il nostro prodotto, che oggi è un prodotto d’elìtè, si difende abbastanza agevolmente, dagli attacchi della concorrenza. E nei mercati in cui abbiamo tentato l’ingresso, abbiamo sempre avuto buoni risultati.
Allargare il perimetro e, di conseguenza, aumentare la produzione a livelli di massa, significherebbe abbassare la qualità delle sedie, snaturandone la natura. Nessuno dei nostri modelli sperimenta il lavoro dei robot. È frutto, invece, di una delicatissima organizzazione del lavoro di numerosi artigiani. Di recente, abbiamo dovuto spostare da un officina all’altra la produzione di una sedia. Abbiamo impiegato oltre quattro mesi, e non è ancora finita. E poi questa è un’azienda di famiglia.
E nella nostra famiglia preferiamo dedicarci alla modellistica e alla produzione.

Qual è la situazione del mercato degli arredi di lusso?
Il mercato dei mobili e degli accessori d’arte non cresce omogeneamente in tutte le sue parti. È vero che, nonostante il nostro posizionamento piuttosto alto, la sedia più venduta è quella con il maggior prezzo. Per estensione, si può pensare che l’intero macrocomparto del lusso sia in crescita, ma di certo, per l’arredamento c’è un forte bisogno di allagare il proprio perimetro d’azione su nuovi mercati. Per esempio, il Giappone è un Paese dove siamo convinti di poter fare molto bene.

Quali sono gli elementi fondamentali necessari a costruire una sedia di qualità?
Il materiale conta moltissimo. La lavorazione pure.

E il design?
L’aspetto estetico, in realtà, è il primo elemento notato dal cliente. Molto più della comodità, per esempio. Tra i nostri modelli più venduti c’è una sedia che punta soprattutto sul design e meno su altri elementi come, appunto la comodità. Questo non vuol dire che sia scomoda, ma di certo, non è la sua caratteristica principale.

Come si costruisce una sedia unica?
Si parte da un soggetto o da un’idea e si realizza un primo prototipo che quasi mai, si dimostra corretto nella sua prima versione. Poi si riprende il progetto, si studia il prototipo, si fanno tutte le prove e le modifiche necessarie o, perlomeno, quelle che ci vengono in mente. Quando il prodotto ci sembra “finito”, passiamo ad approntarne la produzione in scala che, però, per noi non è mai produzione industriale: tutte le nostre sedie passano tra le mani dei nostri operai, una per una. E occorrono anni di preparazione per dare regoralità a un flusso di produzione che comprende una lunga serie di lavorazioni a mano.

E i fallimenti?
Di prodotti realizzati e ritirati dal mercato come “fallimenti” ne ricordo al massimo un paio. Accade, invece, a volte, che una sedia sia troppo in anticipo ripetto ai gusti e alle mode del momento o che le stesse sedie siano recepite in alcuni mercati e in altre meno. La scelta dei tessuti, ad esempio, puo condizionare. Alcuni dei modelli tuttora in catalogo, pur essendo molto apprezzati in alcuni mercati, sono rimasti “latenti” nel nostro per quasi quindici anni. Poi, improvvisamente, sono divenuti popolari anche qui. Oggi produciamo sedie in bronzo che quasi nessuno produce e che hanno ancora un mercato piuttosto limitato. Ma è solo questione di tempo, presto diventeranno di moda.

Vista la qualità, le vostre sedie devono durare molto?
Paradossalmente, potrei dire che dal punto di vista di chi le produce e vende, durano sicuramente troppo. Di recente è venuta a trovarmi una vecchia cliente, portando con se due nostri sgabelli di 12 anni fa. Sulle prime, ho creduto che avessero bisogno di riparazione e l’ho trovato un po’ strano. Ma in realtà era venuta per acquistarne altri quattro. Di certo non è stata una decisione d’impulso.

Avete mai perso un cliente?
Non facciamo prodotti economici. Ma se il cliente può permettersi di acquistarli, raramente lo perdiamo nel corso degli anni. In molti mercati mondiali, i produttori di sedie hanno l’obbligo legale di assicurare i prodotti per responsabilità civile verso terzi in caso di avvenimenti dolosi. Anche in Italia, l’orientamento legislativo è il medesimo. Da cinque siamo stati i primi al mondo ad adottare questa prassi e offrire tale copertura ai nostri clienti anche quando non era obbligatoria. Ma non l’abbiamo mai utilizzata.

La sedia preferita?
La mia preferita, sotto il punto di vista del design è Camilla, anche se sono molto legato, per ovvi motivi, a Nadia: è stata la nostra prima sedia della serie attuale, la piu antica che abbiamo in catalogo. Tra le nuove, invece, c’è Allegra. È ancora troppo avanti per i nostri tempi, ma sono sicuro che avrà un grande futuro.

Qual è l’aspetto più piacevole di fare questo lavoro?
Non ricordo di aver mai realizzato un solo prodotto che non mi piacesse. Questo, se ci pensiamo, è un gran bel lusso.

www.mobilsedia.com