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Moda critica a Milano

Moda critica a Milano

Si è conclusa la fiera “Fa’ la cosa giusta”Sempre più spesso si sceglie di acquistare “moda critica“, ovvero abiti che coniugano non solo l’estetica, lo stile e le tendenze, ma anche le qualità etiche di vestiti e accessori. Questo nuovo modo di fare shopping è  stato uno dei protagonisti di Fa’ la cosa giusta“, fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, che si è conclusa ieri a Fieramilanocity: un vero e proprio salone nel salone, dedicato alla moda bella ma anche giusta.

La moda critica è stata ben rappresentata da stilisti indipendenti, sensibili nei confronti dei lavoratori e dell’ambiente; giovani creativi che si basano sull’artigianalità ma, allo stesso tempo, sul design all’avanguardia e sui materiali biologici e duraturi.

Abbigliamento, scarpe, gioielli e tessile per la casa: tutti i prodotti che valorizzano la manualità, la creatività e l’autoproduzione, senza trascurare l’utilizzo di materiali innovativi, ecologici o da riciclo e la riscoperta di metodi di lavorazione tradizionale.

Al Salone, inoltre, è stato presentato un nuovo Made in Italy di qualità, rappresentato da dieci realtà produttive specializzate nella moda su misura, personalizzata e innovativa; due su tutte: Pivvicci, azienda palermitana che realizza borse e oggetti di eco-design utilizzando il materiale dei manifesti e striscioni in pvc dismessi dalle campagne pubblicitarie, e Mnmur, che invece trasforma vecchie camere d’aria di bicicletta e cinture di sicurezza, in borse, portafogli e altri accessori.

Fiore all’occhiello della sezione è stata la mostra EcoChic Milan exhibition“, diciotto creazioni di alta moda realizzate da stilisti come Diane von Furstenberg, Ivana Basilotta, John Rocha e José Castro, attenti agli aspetti critici” delle loro produzioni: si tratta di capi realizzati con cotone e seta organica, soia e bambù, fibre naturali, lavorate in modo da avere il minor impatto sull’ambiente.

La mostra Giusta Trama” ha raccontato invece il cambiamento del mondo del tessile nella direzione della sostenibilità.

Non potevano mancare le sfilate: “Dressed Up: Re_public fashion“, collezioni di otto stilisti indipendenti (Caira Design, Laafia, Lavgon, Laboratorio Isola, Riciclabò, Quincy Torino, Stefierre, Samanthakan Tihsle) indossate da attrici, giovani volontarie e donne comuni.

Spazio anche per i workshop dedicati dell’autoproduzione di vestiti e accessori: Giuliano Marelli, artista del tricot a mano, ha svelato tecniche e trucchi per realizzare accessori e abbigliamento, in un laboratorio espressamente dedicato agli uomini, ma aperto anche alle donne.

Fashion e green: si può fare.

http://falacosagiusta.terre.it/

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