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Un Natale a “secco”? I problemi di approvvigionamento frenano il settore del vino

Un Natale a “secco”? I problemi di approvvigionamento frenano il settore del vino

Gli addetti ai lavori del settore del vino incoraggiano i consumatori a «acquistare presto e acquistare di più» o «rischiare di rimanere delusi» quest’anno per le feste. La filiera di produzione dello Champagne è in crisi. Ecco perché e la situazione italiana.

Vino 2021: Natale a secco nel mondo

Vino 2021: Natale a secco nel mondo

La pandemia del 2021 ha creato problemi reali per l’industria del vino e dello Champagne. La paura, l’incertezza finanziaria e il distanziamento fisico – tutti aspetti della nostra prolungata era di Covid – hanno fornito potenti ragioni per evitare lo Champagne.

Il primo di tutti, come è stato ben documentato durante la primavera del 2020 quando il Covid-19 ha iniziato a diffondersi in Europa e negli Stati Uniti, lo Champagne subisce il più grande calo di spedizioni. Di conseguenza anche vendite ed è stato probabilmente il più drammatico calo di sempre. Alla pandemia sono conseguiti altre problematiche reali come: raccolti scarsi dell’uva, eventi meteorologici catastrofici, problemi di manodopera. Ma anche carenza di bottiglie e sughero, che produce un ingorgo massiccio e continuo della catena di approvvigionamento globale in modo da affannare gli importatori ad avere l’approvvigionammo. Stanno aspettando da mesi l’arrivo delle navi in ritardo in modo da poter soddisfare le richieste dei consumatori canadesi che tradizionalmente hanno sete in questo periodo dell’anno.

Vino 2021: Natale a secco nel mondo

La situazione in Italia

Queste sono problematiche che tutti paesi del mondo stanno affrontando per il vino, in Italia invece com’è la situazione? Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi e del WPO di Confindustria Cuneo sottolinea che nel 2021 vi è stato un significativo aumento dei prezzi di tutte le uve, soprattutto di quelle cuneesi con aumenti superiori al 50%. Trend in aumento anche per le uve delle province di Asti e Alessandria, ma con rialzi mediamente più contenuti.

L’esperta di vino spiega che queste sono «dinamiche che avranno ripercussioni su prezzi dei vini dalla prossima primavera che si sommeranno agli aumenti di prezzo delle materie prime. La sfida per i produttori sarà legata al convincimento dei buyer ad accettare gli aumenti di prezzo».

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