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Semi di cannabis: cosa dice la legge

Semi di cannabis: cosa dice la legge

Tutto ciò che devi sapere sulla legislazione in materia di sementi di marijuana

Nel panorama attuale è abbastanza difficoltoso avere le idee chiare in merito alla legislazione che regola la cannabis e le questioni che ne derivano.

Nel tentativo di mettere ordine sulla vicenda, spesso non si è ottenuto altro che ulteriore confusione.

Sappiamo bene che la marijuana è illegale, almeno per quanto riguarda quella per così dire “classica”, ma allora come mai è possibile reperire con facilità sementi e derivati?

Esistono infatti diversi negozi e shop online come SensorySeeds, che offrono un’ampia gamma di prodotti. Ma se è possibile acquistare i semi, è consentito anche coltivarli?

Proviamo a districare la matassa.

Semi e infiorescenze: le differenze dal punto di vista legale

Iniziamo col dire subito che semi e infiorescenze non sono considerati allo stesso livello dalla legge.

Può sembrare strano, ma la ragione è molto semplice. Ciò che rende illegale la marijuana, è la concentrazione di THC presente naturalmente nella pianta.

Il tetraidrocannabinolo infatti è il responsabile della classificazione della cannabis tra le sostanze stupefacenti. Questa molecola, dalle spiccate proprietà psicotrope, è in grado di alterare la percezione spazio-temporale e indurre uno stato di euforia in chi la assume.

Ma possiamo dire lo stesso dei semi? No, nei semi non sono contenute sostanze droganti, che si sviluppano appunto durante la crescita della pianta.

Su questa base, si fonda la differenza legale tra semi e infiorescenze. I primi infatti, a differenza delle cime, non sono annoverati tra le sostanze stupefacenti vietate dal D.P.R. 309/1990.

Se ne deduce, a ragione, che i semi non hanno caratteristiche tali per cui la loro circolazione debba essere proibita.

Ma la questione non è così semplice. Se è vero infatti che non vi sono limitazioni particolari inerenti l’acquisto o il possesso di tali prodotti, è anche vero che ve ne sono eccome in merito alla destinazione d’uso che possono avere.

Per la legge italiana, dunque, reperire semi di cannabis non rappresenta un problema, fintanto che vengano utilizzati a scopo alimentare o collezionistico.

Vediamo meglio i dettagli di tali limitazioni.

Sì, è possibile comprare i semi di marijuana, ma solo a scopo alimentare o collezionistico.

La norma che disciplina i semi di cannabis e i loro utilizzi è molto chiara in merito: la detenzione è consentita, ma non la germinazione, né di conseguenza la coltivazione.

Non essendo elencati tra le sostanze stupefacenti proibite, i semi di marijuana sono considerati dalla legge al pari di qualunque altro tipo di sementi. È possibile infatti acquistarli comodamente, sia online che fisicamente.

Date le svariate proprietà nutritive, il loro utilizzo in ambito alimentare riscuote un discreto successo. Molte persone infatti li hanno combinati alla loro dieta, come veri e propri integratori.

Ma come si esprime la legge in merito alla coltivazione?

La questione qui si complica leggermente.

Partiamo da presupposto che è impossibile prevedere con anticipo il contenuto di THC che la pianta presenterà, una volta cresciuta.

E proprio con queste premesse, la Corte di Cassazione aveva proibito la coltivazione della marijuana, temendo la possibilità della cessione a terzi delle infiorescenze.

Arriviamo così al 2019, e precisamente al 19 Dicembre. In questo giorno avviene qualcosa in grado di cambiare la prospettiva legale in merito alla cannabis e alla sua coltivazione.

Il precedente ha come protagonista un coltivatore, che, citato e portato a processo, è stato assolto dalla stessa Corte di Cassazione: è riuscito a dimostrare che le infiorescenze ottenute dal suo raccolto erano destinate ad un esclusivo uso personale e non quindi allo spaccio.

Si apre così uno spiraglio verso la depenalizzazione per uso personale, sia questo a scopo ricreativo o terapeutico.

Per il momento però è ancora tutto da definirsi.

Vediamo ora che tipi di semi esistono e quali sono le loro principali caratteristiche.

Quali sono i tipi di semi di cannabis disponibili in commercio?

I semi di marijuana che vanno per la maggiore sono principalmente di 3 tipi: femminizzati, autofiorenti e fast flowering seeds (semi a fioritura rapida).

Ma quali sono le caratteristiche di ogni varietà e le differenze (se ce ne sono)?

I semi femminizzati garantiscono quasi al 100% di generare una pianta femmina. Ciò si rivela essenziale, se le piante vengono coltivate per le infiorescenze. Le femmine, infatti, a differenza dei maschi, producono cime molto più grandi, dense e ricche di terpeni.

I semi autofiorenti invece hanno la particolarità di arrivare alla fase di fioritura senza dipendere dalle ore di esposizione alla luce, sia questa naturale o no. Il vantaggio maggiore è senza dubbio il risparmio energetico, se le piante sono coltivate indoor.

I fast flowering seeds, invece, sono i semi che presentano i tempi di fioritura più ristretti. Queste piante possono infatti fiorire molto presto, anche a sole 7 settimane dalla germinazione.

Per quanto riguarda invece i semi di canapa light, non vi sono particolari restrizioni né in merito alla detenzione, né alla coltivazione.

In questo caso, per non incorrere in sanzioni di nessun tipo, sarà necessario e sufficiente disporre della certificazione che garantisce i livelli di THC consentiti dalla legge.

L’assenza di tale documentazione limita la legalità della destinazione d’uso all’ambito alimentare e collezionistico.

In conclusione

Nonostante i numerosi punti d’ombra della normativa vigente, sembra aprirsi lentamente la strada per la legalizzazione della coltivazione, quantomeno in caso di uso personale.

La linea generale italiana pare tuttavia ancorata alla tendenza proibizionista del passato, come ha dimostrato boicottando il Referendum per la legalizzazione, aggrappandosi a argomentazioni di dubbia credibilità.

Sebbene a piccolissime dosi, abbiamo ragione di credere, ad ogni modo, che la situazione della cannabis stia subendo un’evoluzione, sia per i coltivatori sia per i consumatori.