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Niente più toy boy: le donne oggi si innamorano dell’uomo over 50

Niente più toy boy: le donne oggi si innamorano dell’uomo over 50

Agguantare baldi giovanotti, praticamente appena usciti dall’età dello sviluppo pare sia diventato uno dei passatempi preferiti di moltissime donne: adulte, esperienziate, persino agée, chiamiamole come vogliamo ma ci siamo capiti. Passeggiando tranquillamente la domenica pomeriggio – praticamente ovunque – potrete trovare coppie, formatesi quasi sicuramente in modo del tutto improbabile, che si scambiano effusioni da quindicenni in luoghi aperti al pubblico.

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Concediamo ai veri adolescenti il lusso della noncuranza del prossimo quando la tempesta ormonale li coglie all’improvviso ma se a deliziarci con baci, abbracci e pose accattivanti fossero una cinquantenne e un ventenne? A quel punto le signore mano nella mano con il proprio marito, intente nella famosa passeggiata pomeridiana, si chiederanno “perché lei si permette la Ferrari e a me tocca la Panda”? Il marito, invece, sarà colto da un pungente fastidio, proprio lì, strategicamente posizionato tra l’esofago e lo stomaco che lo catapulterà anni addietro, quando scelse di abbandonare l’iscrizione in palestra, arrendendosi al rovesciamento della tartaruga, per andare a prendere i bambini a scuola: qualcuno doveva pur pensarci!

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Ebbene, una riflessione è doverosa, e nemmeno più tanto isolata tra il gentil sesso. Il toy boy ha qualche lato negativo che, terminata l’ondata ormonale che coglie anche dopo i 40, forse rende il prodotto non troppo appetibile. Perché le donne amano i giovinotti? I motivi potrebbero essere i più disparati ma secondo un accurato studio antropologico (leggi “quello che penso”) il problema si nasconde codardamente in quella parte del subconscio che cita “non hai più l’età”. Ebbene, il terrore di invecchiare non coglie solo gli ometti, al contrario attanaglia anche le signore che, abituate da sempre ad utilizzare il proprio sex appeal per conquistare cuori vagabondi possono sentirsi leggermente fuori fase passati gli anta. 

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Costantemente alla ricerca di vibrazioni che le facciano sentire vive le donne cedono più facilmente alle avance dei nati ad un ventennio di distanza da loro. Vediamola come un do ut des, dare per ricevere in buona sostanza: il ventenne appena uscito dalle calde mura domestiche chiede di essere introdotto nel fatato mondo degli adulti, in cambio? Attenzioni e ammirazione per la sua mentore. Tutto bellissimo ma come la mettiamo con i dubbi esistenziali su “cosa farò da grande“? Con l’acne giovanile? Con la fortissima concorrenza che là fuori, in quel selvaggio mondo di carne fresca femminile ancora non vinta dalla forza di gravità, tenta costantemente il nostro toy boy? E’ un lavoraccio signore e molto spesso ci dimentichiamo il centro del dilemma: freschezza non è sempre sinonimo di bontà.

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Prendiamo il vino, per esempio. Che mi dite delle profumate essenze del Passito di Pantelleria? Tutti sappiamo che senza quelle sublimi uve stramature non nascerebbe nessuna poesia. Il cognac non affina forse all’interno di pregiate botti di barrique per acquistare quell’aroma avvolgente e quel profumo legnoso? Sì, molto di ciò che ha una storia da raccontare è spesso sinonimo di qualità e la qualità si costruisce con il tempo. E se la qualità fosse a km 0? Voglio raccontarvi una storia.

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Per vincere l’ambitissimo contest firmato National Geographic sul mondo animale migliaia di concorrenti accaniti perlustrano la natura alla ricerca delle specie più esotiche da immortalare: saltano su aerei, affittano quad, dormono su palafitte sperdute nel cuore della Savana, tutto per uno scatto. David Francescangeli, come scrive Massimo Gramellini sul Corriere della Sera, appartiene alla “specie protetta dei pigri cronici recidivi […] vive inchiavardato nella periferia di Terni e dice che già Milano gli sembra un posto parecchio lontano”. Ebbene David una mattina d’inverno, mentre una tempesta di neve colpiva la sua città, scorge dalla finestra un Verdone, un passero, sconvolto dalla tormenta. Con il petto impettito e con aria spavalda quel passerotto sfida il gelo e la foto che ne è uscita è straordinaria – oltre ad aver vinto il concorso di National Geographic.

David Francescangeli – National Geographic

E quindi? Quindi David  ha trovato la poesia nel giardino di casa, senza prendere aerei, senza attraversare oceani, senza arrampicarsi su alberi altissimi o addentrarsi negli anfratti delle selve più oscure. E torniamo al punto di partenza: l’uomo over cinquanta ha davvero così tante qualità in meno rispetto ai giovanissimi? Non credo e non sono sola. Partendo dal fascino irresistibile di modelli fifty o sixty che con le loro ostinate rughe disegnate sul volto fanno sognare anche le ventenni, fino ad arrivare alla qualità delle storie che hanno da raccontare. Padri dei nostri figli, compagni di prime esperienze, coloro che ci hanno curate quando febbricitanti ci aggiravamo per casa con naso rosso e tanto di pigiama di pile, insomma, i compagni di una vita. E quando ci viene voglia di evadere e cedere alla avance di un aitante giovane dalla tartaruga ancora in sede ricordiamo: nato nell’epoca dell’estetica 4.0, lui alla palestra non rinuncerebbe per andare a prelevare i pargoli a scuola. Vuoi vedere che la Panda ha un cuore da Ferrari?

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