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Metro C di Roma: il design della metropolitana più bella di Roma

Anche se non interamente completata, la Metro C – terza linea della Capitale – è un progetto ambizioso che collegherà il centro con numerosi quartieri periferici. In alcuni casi le nuove fermate sono un vero e proprio emblema di stile. Ecco cosa c’è da sapere

È ormai cosa nota che anche le stazioni della metropolitana sono esempi di come il design contemporaneo concepisca gli spazi della città. Le metropolitane e il trasporto elettrico in generale saranno il futuro della mobilità urbana, quindi sempre meglio conciliare estetica con funzionalità.

Il trasporto dei pendolari diventa migliore quando le infrastrutture sono belle ed efficienti. Trovare il giusto compromesso è quindi l’obiettivo a cui le amministrazioni comunali tendono. La metro C di Roma, quando sarà ultimata, punta a raggiungere tale scopo. La linea, aperta a scaglioni negli scorsi anni, attualmente collega il quartiere di Pantano Borghese, ubicato nel comune di Montecompatri e Piazza San Giovanni, vero e proprio snodo dei trasporti e porta per il centro storico.

È già in cantiere il prolungamento verso il Colosseo e, un domani, si punta a far arrivare il treno della metropolitana fino a San Pietro. Si avrà, dunque, un collegamento fra l’estrema periferia Sud e la zona di Roma Nord (quartiere Prati).

Il treno attualmente corre lungo via Casilina e Prenestina, per arrivare a Piazza San Giovanni, alla conclusione di Via Appia Nuova.  

Architettura contemporanea e resti archeologici

Le stazioni più periferiche sono sia sopraelevate che interrate. Entrambe sono caratterizzate dal colore verde, da pannelli di color bianco e da luci abbastanza soffuse. Gli spazi, ove possibile, sono abbastanza ampi, in modo da creare nuove aree di socialità e inclusione. Il treno senza conducente contribuisce a rendere tutto molto più moderno. In ogni stazione – per ragioni di sicurezza – l’accesso ai binari è precluso da porte in vetro che si aprono solo all’arrivo del treno.

Diverso il progetto per le stazioni del centro. Confermato il colore verde e lo stile decisamente minimalista (dalle luci alle panchine), ma a questo vi si aggiungono richiami storici al luogo in cui ci si trova. Basti pensare all’importante lavoro fatto con la fermata di San Giovanni, attuale capolinea e punto di interscambio con la metro A.

Tutti i reperti archeologici trovati nella realizzazione della metro sono stati catalogati, spesso restaurati ed esposti in teche di vetro a uso e consumo dei pendolari. Anche se molti passeggeri percorrono tali corridoi di corsa, sarà possibile ammirare anfore, contenitori e oggetti di uso comune risalente all’epoca romana.

Il tutto è completato da una linea del tempo che conduce il visitatore dall’epoca preistorica all’epoca contemporanea. In altre parole si potrà studiare la storia romana prendendo il trasporto pubblico. Tutto fa pensare che le prossime fermate saranno realizzate seguendo lo stesso stile e che pendolari o turisti saranno sorpresi dalla ricchezza culturale della Capitale.

I quartieri attraversati dalla metro C

I quartieri attraversati dalla “linea verde” sono parimenti ricchi di storia: per ora la metro raggiunge i quartieri Pigneto e Centocelle, fra Casilina e Prenestina, i quartieri fuori dal raccordo come Torre Angela, Torre Maura, Torre Spaccata, per poi proseguire fino alla frazione di Montecompatri. 

Si tratta di quartieri ricchi di servizi: sedi istituzionali, ospedali, università, biblioteche, parchi e giardini. Non mancano anche le occasioni per il divertimento e la vita notturna: bar, pub, Bakeca Escort Roma, discoteche, teatri, cinema. Di conseguenza la metro diventa una scusa per visitare quartieri poco conosciuti della Capitale e migliorare le proprie conoscenze urbanistiche e storico-artistiche. D’altronde è questo il principio alla base del trasporto pubblico che – nel limite del possibile – dovrebbe essere implementato ovunque.