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Club esclusivi in Italia, quali sono, cosa fanno e dove si trovano. Il fascino del passato nella contemporaneità

Se vi trovate a passeggiare tra le pieghe raffinate della penisola, alla ricerca di quei “third places” dove il tempo si trasforma in connessione, sappiate che i members club, i club esclusivi in Italia, non sono affatto reliquie polverose. Anzi, stanno conoscendo una nuova giovinezza: non più semplici rifugi per gentiluomini d’altri tempi, ma salotti contemporanei dove mondanità e creatività si intrecciano con naturalezza. Ma quali sono? E dove sono? Come vi si accede? La curiosità morde, quindi è bene avere delle risposte. Partiamo da Milano, il cuore pulsante del fare. Tutto inizia da Casa Cipriani: un club che rilegge il fascino del Vecchio Mondo con un’allure senza tempo, affacciandosi sui Giardini Indro Montanelli come un manifesto di discrezione. Poco più in là, lungo i Navigli, Aethos Club mescola design eclettico e spirito comunitario in un mosaico fatto di coworking, benessere e serate che sembrano collezioni stagionali. Chi cerca invece l’efficienza del business trova in Duomo 18 un rifugio corporate chic, con tanto di app dedicata ai pranzi d’affari. E poi c’è The Wilde, l’indirizzo più esclusivo: nato nell’ex residenza di Santo Versace, oggi tempio cosmopolita per visionari e collezionisti di esperienze, dove una library si alterna a una cigar lounge e un rooftop da copertina. Infine, The Robin Club: non un luogo fisico, ma un passaporto sociale itinerante che unisce creativi e imprenditori nelle capitali del mondo, con un’agenda di eventi curata come un guardaroba haute couture.
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Roma, Firenze e oltre: eleganza diffusa

L’Italia, però, non è solo Milano. Il fascino dei club esclusivi riguarda tutta la penisola. A Roma, Soho House si offre come rifugio urbano per creativi e artisti, con un rooftop scenografico e un manifesto anti-smartphone che rimette al centro il piacere della conversazione reale. A Firenze, l’eclettico House of Nine propone un concetto fluido di club: dall’hotel boutique ai salotti ispirati agli anni Venti, fino alle estati in crociera sull’Arcipelago Toscano. Qui il networking è modulare, inclusivo, libero da schemi. E accanto, con il peso della sua storia, il Lyceum Club Internazionale fondato nel 1908 da signore dell’aristocrazia fiorentina: un circolo nato per dare voce alle donne, ancora oggi custode di archivi e memorie che profumano di lungimiranza. A Torino, il Print Club reinventa l’idea di members club trasformandola in un atelier diffuso, dove grafica e illustrazione diventano linguaggio quotidiano. A Venezia, Palazzina The Club esplode durante la Biennale, tra mondanità e jet set internazionale, mentre in Puglia, Suppersegreta inventa il lusso delle cene pop-up: tavolate segrete in location inaspettate, tra sconosciuti che diventano complici.

L’appartenenza come nuova moneta

Questi club esclusivi in Italia – fissi o nomadi – raccontano una verità preziosa: il lusso di oggi non è fatto solo di ostentazione, ma di esperienze intime, autentiche, condivise. Non è la visibilità a contare, ma la sensazione di appartenere a una comunità scelta, sofisticata, capace di trasformare ogni incontro in un frammento di stile.