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Debutta a gennaio Fefè, il primo magazine di cultura visiva in Italia

Debutta a gennaio Fefè, il primo magazine di cultura visiva in Italia

Si fa strada un diverso linguaggio visivo per un target giovanile, colto e metropolitano

Gennaio 2007 vedrà l’esordio del primo magazine di cultura visiva made in Italy, sull’onda del successo dello spagnolo Rojo e di altre riviste ricche di immagini. Fefè visual magazine ospiterà in ogni numero 25 artisti selezionati che interpreteranno un tema ispirato a un film.

Il nome è l’acronimo di Free Entry Free Exit che allude a una libera circolazione di talenti, provenienti da tutto il mondo, ma suona italiano a indicare il gusto e la sapienza del nostro life-style. Distribuito nei mediastore del circuito Feltrinelli, nelle migliori librerie italiane, Fefè visual magazine è destinato anche e soprattutto a un mercato internazionale, che non si ferma all’Europa.

Come rivista che vede la luce nel 2007, Fefè è la naturale evoluzione dei periodici trend-setter. Invece di trovare i migliori creativi in campo visivo e allineare il loro portfolio in una sequenza di pagine galleria, chiede loro di produrre un’opera originale ispirata al tema e pubblicata in esclusiva. Nel rapporto con il tema si instaura un dialogo a distanza tra gli autori che diventano tasselli di un’opera corale. Ecco perché Fefè è un magazine di cultura visiva: ogni uscita è un’opera unica anche se corale e collettiva.

La così intensa e intrigante coesione tra le opere ha già generato un “unicum” ancora mai comparso nel mondo editoriale. Si chiama Mimo, acronimo di Messa In Macchina Occasionale. Si tratta di un “foglio” dove in fase di prova di stampa (la messa in macchina tipografica appunto) due o più opere finiscono sovrapposte. Da questa composizione assolutamente casuale nasce una pagina dallo spirito dadaista. Il foglio della prova di stampa viene poi selezionato e segmentato nei suoi momenti migliori. Nasce così un Mimo: sorprendente nei suoi esiti, casuale e unico nella sua creazione. Ogni Mimo è in edizione limitatissima: la prova di stampa non è simile se non in quattro o cinque casi, quasi impossibile riprodurla o ristamparla. A gennaio i primi saranno allegati al numero uno di Fefè. Confezionati insieme al magazine, differenziano in ogni copia la quarta di copertina.

La logica partecipativa del magazine si ritrova in tutte le iniziative raccolte nel nome Fefè Project. Il movimento di libera collaborazione di talenti ha già portato alla realizzazione di un cd che sarà allegato al numero due del magazine, in uscita in primavera.

Il Fefè Project raccoglie intorno a iniziative ogni volta diverse un certo numero di creativi. Come una factory senza fissa dimora è spinta avanti da una logica di ibridazione e ha già messo in campo una serie di produzioni fashion: borse e cinte di vari modelli che sono composti dalle stesse pagine stampate di Fefè. Fogli che riproducono brani delle opere diventano parte dell’oggetto di moda secondo un procedimento che il fashion designer Luigi Mulas ha scelto come cifra distintiva del suo stile. Ogni numero del trimestrale è accompagnato da una collezione esclusiva di 100 pezzi, tra borse e cinte, che inglobano i famosi Mimo: un magazine da sfogliare e da indossare.

Completano la rosa di sorprese gli impegni “Live”. Momenti dove l’esuberante creatività degli artisti presenti esce dalle pagine di carta stampata per diventare esperienza condivisibile con il pubblico.

Fefè è una idea di Luigi Vernieri, Direttore del dipartimento di Arti Visive dell’Istituto Europeo di Design di Roma.
È pubblicato da Bunkerlab, già editore di Filmaker’s Magazine e curato dalla redazione di Next Exit creatività e lavoro.

www.fefeproject.com