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Vic Matié debutta in passerella

Intervista a Silvia CurziVic Matié, brand di scarpe di Linea Marche, presenta a Milano la sua collezione primavera estate 2012. Per farlo la griffe marchigiana ha deciso di mettere in scena una vera e propria sfilata.

Forme, materiali, dettagli questa volta dovranno essere osservati da una prospettiva diversa e sempre più affascinate. Per la prima volta le creazioni Vic Matié calcheranno dunque la passerella per mostrasi in un contesto dinamico, simile a quello per cui sono destinate.

Da sempre Vic Matié si contraddistingue per calzature che sanno essere innovative e creative senza rinunciare alla comodità e alla qualità del made in Italy.
Ogni pezzo della collezione primavera estate 2012 si annuncia essere una sintesi tra l’anima rock, con dettagli biker e riferimenti tribali, e la femminilità che contraddistingueno sempre di più l’anima della maison.

A poche ore dal debutto in passerella abbiamo intervistato l’art director di Vic Matié, Silvia Curzi.

Come mai la scelta di fare una sfilata?
Ero stanca delle classiche presentazioni in cui gli accessori vengono esposti in maniera inanimata in uno spazio, mentre giornalisti ed addetti ai lavori passano velocemente a dare uno sguardo, sempre correndo tra un impegno e l’altro. Così ho pensato di rendere il tutto più vivo e coinvolgente, di far vedere le nostre scarpe indossate ed inserite in un contesto dinamico, perché è per questo che sono pensate e realizzate. Mi piaceva inoltre recuperare il defilé come il mezzo più essenziale ed “ancestrale” per la presentazione delle collezioni di moda, sovvertendone però le regole più canoniche e trasformandola in una performance continua di circa due ore, da guardare e spero apprezzare divertendosi e conversando, magari bevendo un bicchiere di vino e ascoltando musica.

Cosa contraddistingue le creazioni della primavera estate 2012?
Ogni collezione del brand Vic Matié non rappresenta mai uno scostamento netto dalle precedenti, parlerei piuttosto di varie tappe di un percorso in continua evoluzione, con lo sguardo sempre rivolto al futuro senza mai dimenticare le proprie origini ed il proprio DNA. Per questo anche per la collezione primavera estate 2012 le creazioni del brand sono il risultato di una grande ricerca sulle linee, le forme, i volumi, le simmetrie e le asimmetrie al fine di rendere ogni scarpa, anche la più semplice, in qualche modo speciale e soprattutto capace di durare ben più dello spazio di una stagione.

Creatività e business come si conciliano questi due mondi?
Quando si parla di business bisogna capire a cosa esattamente ci si riferisce con questo termine. Se per business intendiamo la crescita continua e senza limiti di un’azienda, in termine di volume di prodotto immesso nel mercato e di fatturato, ritengo che sia un concetto assolutamente obsoleto e improponibile nel mondo odierno e anche nell’immediato futuro. Credo che un brand che intenda per prima cosa restare made in italy e qundi di conseguenza mantenere alti livelli di creatività, design e qualità debba mirare più a costruire il proprio spazio vitale in maniera sana e a creare le proprie radici per esserci anche in futuro, per accrescere il proprio patrimonio di valori e conservare le proprie tradizioni. Questo è l’unico concetto di business a cui mi sento di credere e certamente non ad una crescita selvaggia e insensata che guarda solo a massimizzare il guadagno di oggi senza pensare a cosa sarà domani e senza curarsi di ristabilire una filosofia che privilegi prodotti più belli e ricercati ma, allo stesso tempo, più onesti e duraturi. Unitamente a ciò sono convita che per amore o per forza siamo ormai tutti obbligati a confrontarci con un sistema mondo che, al di la delle culture e dei confini nazionali, è divenuto lo spazio in cui ogni brand deve muoversi. Per questo credo sia giusto aprire e restringere il volume d’affari domestico e cercare di aprirsi orizzonti in nuovi mercati off line che on line.

Chi è la donna Vic Matiè?
Come ripeto spesso, secondo me, è impensabile oggi fissarsi uno stereotipo di donna da utilizzare come “musa” quando si crea una collezione. Ci sono donne di età e culture diversissime che hanno identici stili di vita e amano vestirsi in modo del tutto simile, così come allo stesso tempo nella stessa donna possono convivere interessi ed attività diversissime tra loro che pur fanno parte dello stesso soggetto. Per questo io cerco piuttosto di creare un “mondo” fatto di valori, visioni e tradizioni; che si arricchisce e dice sempre qualcosa in più con ogni nuova collezione. Chiunque può farne parte, per un giorno, per un anno o per una vita nel momento che sente di sposare l’anima del brand.

Francesca Zottola

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