
L’inglese e la moda
L’inglese e la moda, è risaputo, sono due facce della stessa medaglia. Esso, è Il linguaggio che consente di interfacciarsi, non solo al settore della moda per eccellenza, ma a numerosi altri campi e settori: dal design alla tecnologia, passando per la musica, la tv, la politica. Ho dovuto impararlo a ogni costo per non essere “tagliata fuori” dall’ambiente modaiolo. È a dir poco fondamentale. Tutti gli addetti ai lavori lo parlano bene: dai modelli, agli agenti, dagli stilisti ai PR e così via.
Fa parte delle caratteristiche fondamentali che deve possedere una modella: la conoscenza della lingua inglese. Altrimenti è quasi impossibile comunicare e raggiungere alti livelli. Esistono termini in “inglese” ed espressioni specifici per ogni tessuto, forma, modello, sfumatura e tendenza. C’è da ribadire che, nel settore fashion, molti termini sono presi in prestito anche dal francese. Ma l’inglese, ha il suo peso, ed è importante conoscere le parole più diffuse in questo campo così affascinante, competitivo e complesso.
L’inglese e la moda: perché oggi è la lingua internazionale?
Sebbene la lingua con il maggior numero di parlanti sia il cinese mandarino, l’inglese è la lingua internazionale, perché è quella ufficiale degli affari, del commercio, delle trattative e delle comunicazioni, parlata da oltre due miliardi di persone nel mondo. Prima di tutto, l’inglese è una lingua facile da imparare per tutti. Inoltre è un linguaggio flessibile: spesso si possono trovare molti modi diversi per spiegare la stessa cosa grazie all’ampio vocabolario sempre in espansione.
Qui di seguito i termini da conoscere assolutamente:
Babydoll: Un capo di lingerie composto da una sottoveste abbinata alle sue mutandine. Il particolare che contraddistingue questo capo è la presenza di pizzi, fiocchi e trasparenze, che rendono il tutto davvero supersexy !
Blazer: Identifica una via di mezzo fra la giacca e il cardigan: in pratica si tratta di una giacca di media lunghezza; è la scelta migliore se si cerca uno stile elegante ma non troppo.
Capsule Collection: L’espressione definisce una collezione composta da alcuni capi di base che possono essere abbinati tra loro e che rispettano alcune regole di stile (linee degli abiti, tessuti, colori, etc.). Talvolta, negli ultimi anni, è diventato comune affidare la realizzazione di una capsule collection a un designer/fashion blogger esterno.
Dress Code: È il codice di abbigliamento previsto durante un evento o in una certa situazione.
Fashion Victim: Identifica una persona che segue con estrema attenzione e impegno i dettami della moda e delle tendenze connesse ad essa; a volte ne è quasi appunto “vittima”!
Fitting room: il fitting room, in breve, il camerino!
High Heels: Sono i più amati dalle donne… i tacchi alti!
Hot pants: Sono pantaloncini davvero super corti che lasciano molto poco all’immaginazione. Negli ultimi anni ne abbiamo visti di customizzati, colorati e, soprattutto, sempre più corti!
Jumpsuit: Molto amata dalle donne che la indossano in cerimonie ed eventi che richiedono una certa eleganza: è la tuta intera.
Lookbook: È un catalogo interno o presente sul sito internet ufficiale atto a presentare la nuova collezione o i lavori di uno stilista.
Must have: il must have indica qualcosa che si deve assolutamente avere se si desidera essere stylish!
Nude look-oversize: Quel tipo di moda o stile che prevede capi di una o più taglie più grandi della propria. È detta anche baggy!
Old-fashioned: È il corrispettivo inglese del francese démodé, che non significa necessariamente fuori moda. Una cosa old-fashioned, infatti, si ispira ad uno stile passato; da alcuni è considerato un sinonimo del tanto modaiolo vintage!
Pop-Up Shop/Temporary store: Si tratta di un negozio temporaneo la cui apertura può andare da qualche giorno ad alcuni mesi. Si usa l’espressione Pop-Up Shop nel British English; nell’American English, invece, si dice Temporary Store.
Ready to wear: È l’equivalente inglese della più famosa espressione francese prêt-à-porter e si riferisce a tutti quei capi di abbigliamento che non sono stati creati su misura per qualcuno ma che sono stati prodotti in serie e venduti nei circuiti della grande distribuzione.
Stage/catwalk: “ Passo del gatto”, identifica la passerella, la falcata della modella mentre sfila. Il palcoscenico sul quale vanno in scena le sfilate. Il termine catwalk, in particolare, è usato negli States.

Trendy: Un termine forse un po’ troppo generico per indicare tutto ciò che è di tendenza, cool, stylish secondo la propria visione oggettiva.
“Do you speak English”?