
Oggi siamo soliti vedere in passerella o sulle campagne pubblicitarie modelle “super skinny” o al contrario “curvy”. Le prime sono taglie piccolissime, 36/38 a volte 34. Molte ragazze sono vittime di anoressia e bulimia. Ho visto colleghe consumarsi pian piano. È stato terribile. Solo perché l’agenzia e i bookers per continuare a proporle ai clienti le volevano più magre. Una necessità determinata dalla richiesta dei brand più importanti. “Se non rispetti le misure non lavori più” .
Perché la maggior parte dei clienti dell’alta moda non vuole modelle superiori alla taglia 38/40. Essendo i più prestigiosi e in maggioranza, le agenzie per guadagnare si piegano a questi criteri. A farne le spese sono proprio le modelle. Un esempio sbagliato per me. Ognuno deve accettare il proprio corpo. Ma una modella come me, taglia 42, ha un raggio di clienti molto inferiore rispetto una modella taglia 38. Non sono il prototipo ideale di modella a Milano. Sono molto settoriale. Ho molti meno clienti ai quali posso essere proposta a livello di numero e qualità. Molto più commerciale e poco “fashion”. Le agenzie, sicuramente, preferiscono lavorare con modelle più versatili, che possono lavorare con più clienti, soprattutto dell’alta moda. L’elite per eccellenza. L’essenza del fashion system.
L’Olimpo della moda. L’Olimpo della malattia per molte di loro. Un tema molto delicato, che nel mondo della moda è ancora presente. Anoressia e bulimia sono la parte oscura di questo ambiente. Ragazze disperate che pur di lavorare mangiano una mela al giorno oppure bevono un cappuccino. Un esempio malsano, che non a nulla a che vedere con l’estetica e la bellezza. Anche a me dicevano spesso di dimagrire ma non mi sono mai lasciata condizionare. Purtroppo ragazze più deboli ne sono vittima. E così vediamo sfilare modelle con volti scavati, occhi spenti ed incavati dalle occhiaie. Alcune di loro non si reggono in piedi per la debolezza.
Ma se esiste questa triste parabola dell’ambiente, esiste anche il suo opposto. Anche questo, a mio parere, malsano. Le così dette modelle “curvy” che vanno dalla taglia 46 in poi. Al mondo d’oggi anche l’obesità è uno dei temi più ricorrenti e il fatto che si proponga questo modello di donna ( molto burrosa ) ne è la prova. Le modelle “curvy” nascono come punto di rottura nei confronti della magrezza smisurata sulle passerelle. Fin qui nulla di sbagliato come concetto. Ma portato al suo estremo. E gli estremi sono sempre esempi non sani. Secondo Aristotele, la virtù etica è precisamente “medietà” (mes6tes), ossia disposizione a volere sempre il giusto mezzo tra due vizi, “uno per eccesso e uno per difetto”.
Io la penso esattamente così. Dai miei studi liceali di filosofia questo concetto mi è rimasto particolarmente impresso. E può essere utile applicarlo anche nella moda. Lo trovo particolarmente adatto per questo argomento. Perché entrambi i modelli ” super skinny” e ” curvy” sono esempi a mio parere poco “sani”. Se da una parte le modelle skinny bevono cotone con succo di frutta per bloccare lo stomaco così da non provare più la sensazione di fame e non mangiare, dall’altra parte le modelle curvy mangiano a dismisura. Si allenano molto ma sono un esempio portato all’eccesso.
Io rappresento la categoria “plus model” da poco nata per rappresentare modelle che stanno più o meno a metà tra le due parti. Nel “mezzo”. Un fisico magro il giusto, sano, che si allena regolarmente e segue un’alimentazione equilibrata. Un “fitness body” è l’esempio migliore per me. Ma è solo il mio parere. Il paradosso è che modelle come me (che rappresentano fisicamente la media delle donne) hanno molto meno lavoro e richieste delle skinny” e delle “curvy”. Alla modella taglia 42 (nella norma) a volte le viene suggerito di diventare skinny o curvy così da identificarsi in una categoria specifica e lavorare di più. Una follia per me. Per fortuna stanno aumentando i brand che lavorano con modelle “normali”, cioè taglia 42 e 44.
La moda dovrebbe rappresentare la media delle persone comuni e dare il buon esempio dell’immagine e del fisico. Troppe ragazze seguono riferimenti sbagliati e finiscono per ammalarsi di anoressia e bulimia. Perché il marketing delle aziende e la pubblicità propone questo come modello di bellezza assoluto.
In contrapposizione, ragazze che portano una taglia ” plus size” si sentono giustificate dal fatto che esistono modelli “curvy” e si lasciano andare senza seguire delle regole. L’obesità, come affermo sopra, è un problema grave anch’esso.
La bellezza non è una questione di taglia ma lo è quando si tratta di salute. Questi temi sono molto delicati da affrontare. Sono consapevole che ognuno ha le sue idee e che esistono pareri differenti. Però allo stesso tempo, mi sento responsabile (attraverso questo blog) di trasmettere da modella esempi sani. E continuerò a farlo.
Leggi anche –> Booker, agenzie e modelle: ed è solo l’inizio