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Addio a Franca Sozzani: le commoventi parole di Anna Wintour

Franca Sozzani e Anna Wintour

La direttrice di Vogue America ricorda l’amica scomparsa ieri a Milano all’età di 66 anni
“A volte devi guadagnarti l’amicizia, è una cosa che Franca mi ha insegnato”.

Questa è solo una delle frasi commoventi che si leggono nel lungo editoriale con cui Anna Wintour, direttrice di Vogue Usa, ha ricordato un’altra signora della moda, Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia, scomparsa ieri a Milano a 66 anni.

Le parole utilizzate dalla Wintour per rendere omaggio alla collega ma soprattutto amica sono forse le più sentite e profonde di tutto il fashion system.

Anna, racconta e delinea il profilo di una donna diventata volto e cuore pulsante dell’edizione italiana di Vogue, ma non solo: il suo è un ritratto che ne celebra il personaggio ma soprattutto, la persona.

Un legame, una stima, un affetto che continuerà nel tempo anche grazie ai loro figli: nel lungo articolo, infatti, la Wintour parla anche della “miracolosa storia d’amore” nata tra sua figlia Bee Shaffer, e Francesco Carrozzini, figlio della Sozzani.

Non serve aggiungere altro se non riportare per intero il commiato della direttrice di Vogue US a Franca Sozzani.

“Franca e io abbiamo iniziato le nostre carriere da direttore più o meno nello stesso periodo ma non siamo state automaticamente ammesse a qualche club esclusivo dove tutti i direttori di Vogue diventano amici del cuore. In realtà, per i primi anni ci siamo solo girate intorno, in silenzio.

A poco a poco, però, sfilata dopo sfilata, stagione dopo stagione, Franca e io siamo diventate amiche e sono cosi felice e onorata che lo siamo rimaste per trent’anni. Questa è una cosa che Franca mi ha insegnato dell’amicizia: a volte, te la devi veramente guadagnare.

Nel privato, Franca era affettuosa, intelligente, divertente e le si poteva confidare qualsiasi cosa.
Ma era anche una lavoratrice accanita e capace di fare più cose allo stesso tempo. Qualsiasi cosa facesse sembrava priva di sforzo, sia che fosse un evento con centinaia persone, un viaggio lampo in Africa per sostenere i designer emergenti del continente o la creazione di un altro numero, provocante e assolutamente affascinante, di Vogue Italia.

Di recente Franca è stato oggetto di un documentario diretto da suo figlio, Francesco Carrozzini: “Franca: Chaos and Creation”. Essere la protagonista del film di tuo figlio non deve essere stato facile. Nel corso delle riprese, ci sono state alcune divergenze sulla direzione che il film stava prendendo. Eppure il risultato è affascinante e profondo.
Alla fine, come avrebbe potuto non esserlo, Francesco è tutto sua madre: entrambi sono intelligenti, colti, affascinanti e al di sopra delle regole e hanno dato una parte di sè stessi nel film.
Francesco ha catturato perfettamente la sua integrità e determinazione, il suo coraggio, la sua bellezza, la sua fervida immaginazione, e il suo modo del tutto originale di fondere temi sociali con la moda. Ha sempre capito che non era una mamma comune. Ma poi, Franca non era nemmeno un’amica comune.

Dopo che si è ammalata, ho iniziato a farle visita nella sua casa di Milano. La sua mente e il suo spirito erano sempre li stessi, quando abbiamo discusso ogni argomento sotto il sole, dalla caduta di Matteo Renzi, al suo straordinario lavoro con le donne in Ghana, alla miracolosa storia d’amore dei nostri figli. . . .

Siamo andate insieme a Londra, dove Franca era stata omaggiata con un premio ai Fashion Awards. Lei era sotto ossigeno, ma determinata ad essere lì di persona, e lei ha voluto salire sul palco, regalando un discorso affascinante e umile e ringraziando l’Inghilterra per aver aperto la porta al suo spirito creativo quando ha vissuto lì da giovane donna. Personalmente, ritengo che la porta fosse sempre aperta.

Il giorno seguente siamo andati a Parigi in Eurostar per vedere la magica sfilata di Chanel Métiers d’Art di Karl Lagerfeld al Ritz. “Voglio essere lì per sostenere Karl,” ha detto semplicemente. Sì, ha sostenuto e adorato Karl, ma nel corso degli anni aveva sostenuto tanti artisti, attori, scrittori, fotografi -alcuni famosi altri meno-  alcune cause sociali e questioni di giustizia a cui teneva molto. Il suo sostegno forte e costante non sarà mai dimenticato.

La volta dopo che ho visto Franca è stato un fine settimana di nebbia a Milano. Giaceva in un letto d’ospedale, fragile come una piuma, ricordando la grande storia d’amore dei suoi genitori, di quando suo padre tornava a casa per il pranzo ogni giorno e di come sua madre si alzasse all’alba per leggere tutti i giornali, e marchiare in rosso qualsiasi articolo gli potesse interessare, prima di organizzarli ordinatamente sul tavolo da pranzo.

Io indossavo un piccolo orologio che Franca mi aveva regalato, e ho promesso di darlo un giorno, come celebrazione della nostra amicizia, alla figlia di Francesco, se sarà benedetto dal suo arrivo. Che fortuna avrà quella bambina di vedere l’amorevole film del padre sulla sua incredibile nonna”.

Francesco Carrozzini e Bee Shaffer

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