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La Cividina, l’abito su misura dell’imbottito

La Cividina, l’abito su misura dell’imbottito

Intervista a Fulvio BulfoniQuando si parla di “piccola” impresa italiana ci si riferisce a una non meglio identificata realtà produttiva gestita in maniera “casalinga” che lavora per qualche azienda grande e importante. Tutti questi stereotipi cadono nel momento in cui si entra a La Cividina, l’azienda con sede a Martignacco in provincia di Udine, che progetta e realizza sedute imbottite per il settore contract e residenziale. Infatti negli stabilimenti dell’azienda (un’area coperta totale di circa 1.500 mq dove trovano lavoro dodici persone altamente specializzate) si creano prodotti artigianali e taylor made che sono la bandiera dell’Italia nel mondo.

“Siamo molto apprezzati all’estero – dice Fulvio Bulfoni, amministratore delegato di La Cividina dove generiamo il 90% del nostro fatturato (2milioni di euro nel 2009 ndr). L’elemento di successo è l’artigianalità dei nostri manufatti. Noi realizziamo mobili imbottiti che sono dei veri e propri abiti su misura per le esigenze dei clienti”.

Un bel salto di qualità per un’azienda nata come contoterzista…
Effettivamente, quando mio padre Carlo fondò l’azienda nel ’76, lavorava come terzista per una grande azienda del distretto. Grazie alla sua esperienza, lavorò sempre a stretto contatto con i designer più famosi. Questo ha permesso alle nostre maestranza di crearsi un know how di altissimo livello.

Come siete arrivati a una linea vostra?
Quando si raggiungono certi livelli di qualità si sente il bisogno di vivere in prima persona le soddisfazioni del mercato. Così dopo la mia entrata in azienda, nel 2000, lanciammo una linea nostra. Oggi abbiamo abbandonato del tutto la produzione conto terzi, anzi siamo noi che diamo da lavorare a diverse imprese del distretto.

Quali fasi produttive seguite in azienda?
All’interno seguiamo tutta la parte di prototipia e realizziamo i pezzi che richiedono una cura particolarmente attenta. La fase di progettazione è realizzata dal designer Luca Botto che, oltre a occuparsi delle sue creazioni, segue anche quelle dei giovani designer.

Come fate scouting per trovare i nuovi designer?
Ogni anno indiciamo un concorso rivolto ai giovani progettisti. I lavori vengono giudicati da una commissione interna che io presiedo e di cui fa parte anche il nostro designer. I prodotti che selezioniamo entrano in produzione in una limited edition che porta il nome del giovane che l’ha progettata.

Alessandra Iannello