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Victoria’s Secret sprofonda: accusato di molestie il top manager 71enne

Victoria’s Secret sprofonda: accusato di molestie il top manager 71enne

Victoria’s Secret è il marchio di lingerie più famoso al mondo, diventato noto per i suoi incredibili Fashion Show e per le modelle dalla bellezza mozzafiato, ma oggi sembra essere in crisi. Le vendite sono calate in modo vertiginoso, portando il gruppo L Brands, a cui fa capo il marchio, a prendere una decisione drastica. Ma non è tutto, in queste ore si è parlato di Angeli all’inferno. Lo scoop è del New York Times, che ha rivelato una realtà di abusi e molestie dietro le quinte patinate delle passerelle di Victoria Secret. Accusa che rischia di infliggere il colpo di grazia all’immagine di un brand icona in crisi già da tempo, tra show annullati e negozi in chiusura.

Un declino, quello di Victoria’s Secret, cominciato con la crisi delle vendite e che potrebbe diventare irreversibile sotto l’implacabile bufera del #metoo.

Victoria’s Secret ha definito la femminilità per milioni di donne. Il suo catalogo e le sfilate di moda erano pietre miliari popolari. Per le modelle ottenere un posto da Angelo garantiva celebrità internazionale. Ma all’interno dell’azienda, due potenti uomini hanno presieduto una radicata cultura di misoginia, bullismo e molestie. Ciò secondo le interviste con più di 30 dirigenti e impiegati attuali e precedenti, impiegati, appaltatori e modelli, nonché atti giudiziari e altri documenti. Ed Razek, per decenni uno dei massimi dirigenti di L Brands, la società madre di Victoria’s Secret, è stato oggetto di ripetute lamentele per comportamenti inappropriati.

Ha provato a baciare le modelle. Chiesto loro di sedersi sulle gambe. I dirigenti hanno dichiarato di aver messo in guardia Leslie Wexner, fondatore miliardario e amministratore delegato di L Brands, in merito al modello di comportamento del suo vice. Alcune donne che si sono lamentate hanno subito ritorsioni. Una modella, Andi Muise, ha affermato che Victoria’s Secret ha smesso di assumerla per le sue sfilate di moda dopo aver respinto le avance del signor Razek. Un certo numero di modelle del marchio ha accettato di posare in nudo, spesso senza essere pagate. L’atmosfera era al top.

«Le accuse contro di me sono categoricamente false e montate su fatti non contestualizzati. Sono stato fortunato a lavorare con molte modelle e sono orgoglioso del rispetto reciproco che c’è sempre stato». Razek. Noi non ci crediamo.

Critiche per la rotta dell’azienda verso modelle plus size e transgender