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Global Powers of Luxury Goods, in classifica 100 colossi del lusso mondiale: l’Italia occupa ben 24 posizioni

Lusso in Italia. Lusso, lusso e ancora lusso! Il disastro economico che la pandemia ha portato, ha messo in moto un nuovo sistema di paradigmi di creazione di valore. E così mentre i colossi del luxury mondiale cercano nuovi modi per connettersi con i loro clienti, l’approccio è inesorabilmente cambiato. Parole d’ordine sostenibilità e digitalizzazione.

Un’indagine resa possibile dall’ottava edizione del Global Powers of Luxury Goods, lo studio annuale di Deloitte, che prende in esame e classifica i 100 Top Player del settore Fashion & Luxury a livello globale, a seguito delle vendite consolidatesi nell’anno fiscale 2020. Ebbene, l’Italia con il suo made in Italy si conferma Paese leader nel settore, piazzando ben 26 aziende tra le 100 collocate in graduatoria. A stabilirsi in top ten troviamo EssilorLuxottica, stabile al settimo posto anche nel FY2020 è, l’unica azienda italiana presente tra le prime 10.

Lusso in Italia made in Italy al primo posto nella Global Powers of Luxury Goods

Si tratta del gruppo Prada e Giorgio Armani, i top player italiani in classifica che, sommati tra loro, valgono quasi la metà (47%) delle vendite di beni di lusso effettuate nel FY20 dalle aziende italiane presenti in questa edizione. In toto, Moncler è il brand che ha dato il miglior risultato duraturo nel tempo, raggiungendo uno dei net profit margin più alti della Top 100: 20,9%, in seconda posizione solo dopo Hermès. Le nuove aziende entrate in classifica sono Golden Goose (86°), Morellato (87°), Sportswear Company (Stone Island) (88°), CrisConf (Pinko) (100°). I fantastici 4 nuovi ingressi tutti italiani entrati a sgomitare tra i big del lusso mondiale. Un grande ritorno del made in Italy è Damiani che si piazza al 99° posto. Golden Goose, Sportswear company e Morellato sono anche entrate direttamente tra le aziende a crescita più rapida, rispettivamente al quarto, quinto e ottavo posto, grazie ai CAGR a doppia cifra per il periodo FY2017-2020 (rispettivamente 23%, 17,8% e 15,5%). Insomma un’altra bellissima soddisfazione tutta italiana, in mezzo a questo periodo di sconforto generale.

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