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Vino, un 2008 tra luci e ombre

Vino, un 2008 tra luci e ombre

Giuseppe Martelli parla dell’ultima vendemmia

Appena spiccati dai tralci gli ultimi grappoli della vendemmia 2008 e già si fanno le stime di come sarà la produzione di quest’anno, in termini qualitativi e quantitativi. Una vendemmia che si presenta buona per le etichette dell’eccellenza italiana, rossi e bianchi, secondo il dottor Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi.

Dott. Martelli, qualche cifra per inquadrare la produzione vinicola italiana.
La produzione mondiale di vino, sulla base della media del triennio 2004/2006, l’ultimo dato disponibile, è di circa 300 milioni di ettolitri, di cui 170 provengono dai Paesi dell’Unione Europea. Il 17% della produzione mondiale e il 30% di quella comunitaria “parlano italiano”. La media delle nostre produzioni è diversa a seconda dei periodi considerati. Essa, infatti, è di 59,2 milioni di ettolitri se riferita al decennio 1988/1997, cala a 50,6 milioni di ettolitri se rapportata al periodo 1998/2007, per diminuire a 48 milioni se calcolata sugli ultimi cinque anni. Un calo costante che si riflette anche sulla superficie di uva da vino: nel 1980 era di 1 milione e 230mila ettari, nel 1990 era scesa a 970mila ettari e oggi è di 711mila ettari.

Un dato preoccupante?
No, anche se negli ultimi diciotto anni si sono persi 259mila ettari di vigneto, più di quanti ne hanno oggi la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme. Infatti, la nostra viticoltura è sì diminuita, ma si è ulteriormente specializzata, eliminando i “rami secchi” a vantaggio di un sensibile e riconosciuto miglioramento qualitativo, nella convinzione che è inutile produrre quello che il mercato non vuole.

Come si presenta l’annata 2008?
Nel 2008 si produrranno 44,5 milioni di ettolitri di vini e mosti, con un incremento del 5% rispetto alla scorsa campagna, che fece registrare circa 42 milioni e 600mila ettolitri. Le regioni del Centro-Nord, a eccezione dell’Emilia Romagna, sono tutte caratterizzate dal segno meno. Quelle del Centro Sud, a parte la Sardegna, recuperano notevolmente rispetto alla passata produzione, che fu tra le più scarse degli ultimi 50 anni.

Come mai?
Le più che positive condizioni climatiche verificatesi in tutta Italia nei mesi di settembre e di ottobre hanno prolungato il periodo di raccolta e permesso un forte recupero qualitativo al Centro-Nord, in particolar modo per quei vini ottenuti da uve vendemmiate dopo la metà del mese di settembre. Il 2008 sarà ricordata come un’annata eterogenea ma complessivamente più che buona, con diverse punte di ottimo e anche di eccellente. Giornate ricche di sole, scarse di pioggia e con buone escursioni termiche notturne hanno fatto il miracolo, raddrizzando un millesimo che, in molte regioni, sembrava ormai irrimediabilmente compromesso.

E il mercato, come si muove?
La situazione economica difficile e il relativo calo dei consumi nazionali e internazionali determinano una situazione di stallo nelle contrattazioni all’ingrosso. Le compravendite delle uve sono state infatti scarse in tutta Italia, con decrementi di prezzo rispetto allo scorso anno, che in Abruzzo, Puglia e Sicilia hanno superato anche il 20%. Lo stesso vale per quelle dei vini che, nonostante la scarsa quantità di prodotto disponibile, spuntano prezzi anche del 20% in meno in diverse regioni del Nord, del Centro e del Sud, non solo per i vini comuni ma anche per quelli di fascia più alta, tipo il Prosecco.