x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Una casa di vetro e luce nel cuore di Mosca

Una casa di vetro e luce nel cuore di Mosca

Lo stupefacente progetto dell’enfant prodige degli architetti russi
Andrei Savin è uno dei più affermati progettisti russi contemporanei. La sua straordinaria creatività è ora espressa nel progetto per la propria casa moscovita, in cui l’enfant prodige degli architetti trasforma il tradizionale concetto di abitazione in quello di “involucro vetrato”.
Questa di Savin è un’architettura rigorosa, essenziale, funzionale, in cui la luce tocca tutte le superfici e definisce la presenza di uno spazio.

La casa è su due piani ed è organizzata in uno spazio fluido, in cui la poche stanze entrano una dentro l’altra e a loro volta interagiscono senza soluzione di continuità con l’ambiente esterno.
Questo effetto è ottenuto grazie a una vetrata a doppia altezza, che con la sua luce smaterializza completamente la parete, e a una scala spiraliforme in acciaio e gradini di vetro sabbiato.
La scala unifica la zona giorno dagli spazi più intimi del piano superiore, ed è sormontata da una copertura di vetro blindato.

La luce è ovunque. Entra prepotentemente dai muri e dal soffitto, accarezza le forme geometriche pure dei pochi elementi d’arredo.
Priva di qualunque elemento decorativo, la casa per Savin è una sorta di acquario semitrasparente, in cui la pienezza dello spazio è affidata alla lucentezza dei materiali, alla matericità del mattone, e al calore del legno. L’interesse principale dell’architetto è infatti la reazione che ogni materiale innesca una volta toccato dalla luce.
Nella zona living la vetrata illumina a giorno gli arredi essenziali, trasparenti o semplificati sui toni del bianco e dell’acqua. Poche note ristabiliscono un contatto con l’idea di materia. Al centro della stanza si trova un lungo tavolo da pranzo con moderne sedute in pelle bianca. Qui vi è l’unica superficie scura di tutta l’abitazione, un enorme pesce su piastrelle brune, e un camino in mattoni dal volume purissimo, collocato opposto alla vetrata.
Anche in cucina le superfici sono lisce con armadi a tutta parete dai volumi puri. Unica interruzione a questo continuum di trasparenza è l’isola funzionale con fuochi e lavelli, sempre bianchi e d’acciaio.

Il secondo piano è un involucro senza pareti. Lo rende tale l’oculo aperto sul soffitto che inonda di luce il vetro dei muri e del soffitto, annullando qualunque riferimento spaziale.
Intimità e calore predominano invece nella camera da letto grazie all’uso diffuso del legno. La boiserie e la superficie rimanente di vetro sabbiato intonaco bianco sono illuminate da piccole fenditure scalfite di sbieco nel soffitto. Pochi gli elementi d’arredo: un letto appoggiato alla parete, un guardaroba dalla pannellature di vetro tagliate in modo rigoroso e funzionale.
Nella camera da bagno la luce proviene dalla vetrata posta al centro della parete che fende l’esiguo arredo e la vasca circolare incassata nel pavimento.

È nel sottotetto che casa e luce si fondono definitivamente. Questo ambiente, reso dalla copertura trasparente in vetro e acciaio a vista, è adibito a serra e palestra minimalista.
Nella sua “casa di vetro” a Mosca, Savin omaggia il  design italiano e sceglie come lampade da terra la Fortuny di Pallucco e la Toio, prodotta da Flos e progettata nel 1962 da Achille e Pier Giacomo Castiglioni.