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Ritrovato il Caravaggio ucraino

Ritrovato il Caravaggio ucraino

Era stato rubato a luglio, ancora dubbia l’attribuzione

Nella notte ta il 30 e il 31 luglio scorso era stato sottratto dal Museo di arte occidentale e orientale di Odessa, in Ucraina.

“Il bacio di Giuda”, conosciuto anche come “La cattura di Cristo”, o “Presa di Cristo nell’orto” é stato finalmente recuperato.

A lungo considerato come attinente alla produzione romana di Caravaggio, l’olio su tela è, per la critica, lo stesso dipinto realizzato dal Merisi nel 1602 a Roma.

Il dipinto sarebbe stato commissionato da Ciriaco Mattei, fratello del Cardinale Gerolamo Mattei che ospitava il Merisi nel 1601, e che ne avrebbe suggerito sia l’iconografia che l’ambientazione.
In realtà, i documenti di pagamento, datati 2 gennaio 1603, negherebbero qualunque reticenza di fronte a questa datazione.

L’opera è attestata all’interno della collezione Mattei fino al XVIII secolo. Dal 1802 al 1921 ha fatto parte della quadreria di Sir William Hamilton, che poi la mise all’asta insieme al resto della sua collezione.

Negli anni Trenta del Novecento “Il bacio di Giuda” fu donata dalla pediatra dublinese Marie Lea Wilson ai gesuiti della chiesa di Sant’Ignazio, e, in seguito, acquistata a Parigi dall’ambasciatore russo in Francia, che poi la regalò al principe Vladimir Alexandrovich. Da ciò, il suo allestimento a Odessa.

Già in passato la sua datazione aveva subito delle oscillazioni.

Ristabilire la realizzazione dell’opera nel periodo compreso tra il 1573 e il 1602, ha comportato anche la messa in dubbio della sua attribuzione.

Nel 1990, Sergio Benedetti attribuì l’opera a Caravaggio, scalzando il precedente, presunto autore, Gerard van Honthorst. Nel 2005 “Il bacio di Giuda” vennne esposto al Museo Diocesano di Milano come opera del Merisi.

Tuttavia, dopo il restauro del 2006 e con le recenti indagini storiografiche,  il dipinto è stato riconsiderato come una delle dodici copie conosciute dell’originale dublinese.

Il Caravaggio originale sarebbe, allora, quello conservato alla National Gallery of Ireland di Dublino, un deposito della comunità gesuita della capitale irlandese, che ne è proprietaria.

Nonostante si tratti di una presunta copia, il capolavoro recuperato è stimato ben 60 milioni di euro.