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Pietre preziose e forme inusuali: intervista a Giuseppina Fermi

La designer piacentina crea pezzi unici dalle forme morbide e irregolari, con colori che riprendono quelli delle ultime collezioni moda, per gioielli personalizzati e prêt-à-porter

Vi abbiamo parlato di Giuseppina Fermi, la designer piacentina che crea gioielli unici e personalizzati sulle richieste delle clienti, seguendo le forme naturali delle pietre preziose e seguendo la più antica tradizione orafa.

Giuseppina Fermi ha parlato a Luxgallery della sua carriera e del suo lavoro.

Come è cominciata la sua carriera di designer e la passione per I gioielli?

Vengo da una famiglia di gioiellieri: mio padre era un importatore di gemme e perle. Da qui è nata in me la passione per i gioielli. Mia madre, invece, creava gioielli particolari e la domenica, quando ero bambina mi faceva partecipare alla creazione delle sue collane. Da qui l’amore per le collane e per l’attenzione alla scelta dei colori.
Dopo la perdita del miei genitori ho dovuto compiere una scelta in azienda e ho preferito la realizzazione dei gioielli all’attività di importazione. L’acquisto del negozio in Sardegna ha fatto la mia fortuna.

In seguito, ho vissuto due anni Francia, a contatto con il campo della moda. Ho portato a una svolta nella concezione del gioiello, con la scelta di dimensioni grandi, che negli anni ’80 era una novità assoluta. È stato un cambiamento importante all’epoca ed è una posizione che ho mantenuto nel tempo: il gioiello è simbolo di ricchezza e non deve avere piccole dimensioni. Non ho mai creduto nel minimalismo nel campo dei gioielli.

Ha importanza la moda nel suo lavoro?

Seguo sempre la moda e le sfilate, per essere sempre aggiornata sui colori e sulle linee della stagione. Un gioiello è un oggetto fuori dal tempo, ma non si può non seguire un discorso legato al fashion. Ho una clientela sempre aggiornata sulle ultime tendenze e devo seguirle nell’acquisto dei materiali.

Ad esempio, nella mia attività estiva a Porto Rotondo, ho utilizzato fino ad agosto colori dell’estate 2007, poi sono passata ai toni dell’autunno-inverno 2007-2008.

Oltre alla boutique in Sardegna, ci sono altri negozi in cui si possono acquistare i suoi gioielli?

A Piacenza c’è l’atelier e la boutique e qui si concentra il cuore della produzione, mentre a Porto Rotondo c’è solo un piccolo laboratorio d’appoggio, assieme al negozio. C’è poi un punto vendita a Zug, nella Svizzera Tedesca, che è una galleria d’arte che organizza ed espone mostre particolarissime. Ha l’esclusiva del miei gioielli.

Che materiali utilizza?

Si va dalle perle barocche alle perle di Tahiti, dalle pietre semipreziose all’oro ai diamanti.

Qual è la sua maggiore fonte di ispirazione?

Non c’è una fonte di ispirazione particolare che prevale sulle altre. Amo molto il Neoclassicismo, per cui impiego molte teste femminili e maschili, cammei e angeli. Proprio un angelo è il logo che mi rappresenta. Non amo le forme geometriche e metto insieme, spesso, diversi stili. Ad esempio non ho accantonato l’uso di un angelo che utilizzavo negli anni ’80.

Non faccio collezioni, non riconducono alla persona, ma solo pezzi unici che ripropongo in modo diverso.

Qual è la sua idea del lusso?

Per me, da desinger di gioielli, è un insieme di colore e forme particolari che creano un equilibrio perfetto.

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