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Perle di dolcezza

Perle di dolcezza

Intervista a Roberto Rinaldini
Famiglia e passione. Roberto Rinaldini è uno dei maestri pasticceri più riconosciuti del momento.
La sua storia nasce da un “colpo di fulmine” e affonda le radici del successo nella determinazione e nella costante ricerca della perfezione.
La sua pasticceria, nel centro di Rimini, è più simile a una boutique dove trovano posto veri e propri gioielli dell’arte culinaria, rigorosamente esclusivi e mai uguali.
Le sue creazioni sono frutto di sperimentazione, passione e amore per il buono, che sa essere anche bello. Unico limite è l’eccellenza della qualità… Provare per credere.

Com’è nata la sua passione per la pasticceria?
E’ stato amore a prima vista… ma inaspettato.
Durante una lezione di cucina all’istituto alberghiero ho trovato nei cassetti dello chef una rivista di pasticceria, ho iniziato a sfogliarla e mi sono imbattuto in un articolo riguardante i campionati del mondo e guardando quelle immagini ho capito che, con impegno e dedizione, questo mestiere mi avrebbe regalato molte soddisfazioni, da quel giorno ho cominciato a vedere la pasticceria in un’ottica artistica e di grande qualità. Non ero mai stato particolarmente affascinato dal mondo della pasticceria, ciò che vedevo in giro non mi aveva mai entusiasmato ma quelle sculture artistiche hanno stravolto il mio pensiero, mi hanno avvicinato a una vera e propria filosofia del “dolce”. Da quel momento ho dedicato la mia vita a questa realtà e con il passare del tempo sono diventato, da spettatore, protagonista di quegli articoli che hanno letteralmente cambiato la mia vita.

Cosa rende speciale la sua “boutique”?
Sicuramente sono i prodotti che rendono uniche le mie boutique, ogni singolo prodotto è il risultato di un’attenta ricerca del gusto e di presentazione, il tutto esaltato da un contorno.
Il mio concetto di pasticceria è legato a quello delle gioiellerie e il tipo di servizio e di vendita devono essere simili per cura e per attenzione verso un cliente esigente e attento alla nostra qualità.
I colori identificativi del mio marchio sono forti ed estremi, ma rappresentano la mia splendida famiglia: il fuxia rispecchia mia moglie Nicole, il nero mi rappresenta mentre l’oro bianco, rappresentato con l’acciaio, è legato alla nostra unione e quindi sono i nostri figli Ruben e Regina.

Qual è il dolce che le piace di più?
Di natura sono molto goloso e tutti i dolci che produco, ovviamente, mi piacciono. Però, in particolare, direi il dessert con cui ho vinto la degustazione ai miei primi Campionati del mondo juniores 12 anni fa: la “VENERE NERA”, una mousse al cioccolato al 64% del Madagascar, bavarese di nocciole delle Langhe, croccantino di cereali e glassa lucida al cioccolato.

E la materia prima?
Il cioccolato, la vaniglia e gli agrumi sono le materie prime che preferisco ma anche tutto quello che è italiano come il pistacchio, le nocciole sono per me prodotti eccezionali che adoro interpretare nei miei dessert. Negli ultimi anni ho sviluppato anche dolci con varie infusioni di fiori o di spezie, che mi hanno dato grandi soddisfazioni.

Cibo e lusso?
La mia scelta imprescindibile è qualità a ogni costo. La qualità intesa non solamente come materia prima, ma anche disporre di attrezzature evolute che rispettino nel modo più naturale possibile la materia prima. 
Lusso è avere validi collaboratori attenti come chirurghi nelle varie fasi della produzione. Lusso è rendere al livello più alto ogni singolo prodotto, tutto ciò che esce con il marchio RINALDINI deve essere paragonato a una pietra preziosa, pertanto cerco sempre di realizzare prodotti sintesi di qualità nel gusto, design nella presentazione ed eleganza nel packaging.

Cosa non può mancare nel suo frigo?
Verdure e frutta in tutte le forme e tipologie legate alla stagionalità, nella mia casa sono tra gli alimenti che non possono mancare. Li preferisco in particolare alla sera e mi aiutano a riequilibrarmi dopo il lavoro, grazie ai loro sali minerali, fibre e alla loro freschezza.

Se dovesse dedicare un dessert a uno stilista a chi lo dedicherebbe?
Difficile sceglierne uno: il dessert deve rispecchiare a livello gustativo e visivo la persona per la quale è realizzato, è come creare un vestito su misura, è necessario avere davanti la persona per capirne i gusti e poter sviluppare al meglio il progetto. Tutte le mie collezione di dessert à porter, ogni volta con tematiche diverse, mi vedono prima coinvolto in uno studio attento e ricercato del protagonista. Per fare un esempio, quando ho realizzato sweetly woman, le protagoniste erano le attrici che hanno segnato la storia del cinema da Sofia Loren, Greta Garbo, Audrey Hepburn fino a Marilyn Monroe, per la quale ho realizzato il dolce più costoso, 1000 euro, per una singola porzione. Per lei, amante dello champagne, dei gioielli, dalle labbra carnose rosse e dei capelli biondissimi ho realizzato questo dessert che si presenta tutto ricoperto con fogli d’oro, naturalmente commestibili, con all’interno una geleé di fragoline di bosco marinate nello champagne, un cremoso al cioccolato porcelana du pedragal (da una pregiata e rarissima piantagione di cacao), bavarese leggera alle tre vaniglie (Tahiti, Madagascar, India).

Francesca Zottola